Con la chiusura delle scuole in Basilicata per l’emergenza Coronavirus torna alla ribalta il tema della didattica a distanza. Di seguito la nota inviata da Rosanna Travascia.
Agli albori della didattica a distanza, Rosanna Travascia: “Non è mai troppo tardi”. Di seguito la nota integrale.
Il 15 Novembre di 60 anni fa, parte per la prima volta la sigla del programma Rai “Non è mai troppo tardi”, a cura del maestro Manzi, con l’intento di istruire gli adulti analfabeti.
Il programma del corso di istruzione popolare, copiato, successivamente, in 72 Paesi, andava in onda di sera, prima di cena, per agevolare i lavoratori che volevano conseguire la licenza elementare. Era una lezione vera e propria: in cattedra, il maestro Alberto Manzi, un eclettico docente che aveva combattuto nella Seconda Guerra Mondiale e già andava in Amazzonia per scolarizzare i Nativi. Per spiegare usava i disegni, i filmati e le registrazioni sonore; sui banchi, adulti che non sapevano leggere, né scrivere, dinanzi alle Tv di tutta Italia. Era nata la “Didattica a Distanza”. Nell’anno della “Dolce Vita”, la televisione aveva unito il Paese per farlo crescere.
Sessant’anni dopo, la didattica a distanza, chiamata Dad, è tornata, per necessità, a causa dell’emergenza pandemica. Questa volta è la rete ad unire l’Italia: le lavagne sono diventate elettroniche, al posto delle tv ci sono i tablet. Rispetto alle lezioni del maestro Manzi, però, grazie al digitale, gli alunni possono interagire con i docenti.
Comunque, la missione della scuola è sempre la stessa: far crescere menti pensanti e solo la conoscenza rende davvero liberi!
Rosanna Travascia