Gennarino Macchia (Segretario generale aggiunto della Cisl Basilicata): “Sbloccare la fase due di Garanzia Giovani per una ripartenza economica inclusiva”.
Nel suo intervento agli Stati generali delle pensioni il governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco ha posto l’accento sulla gravità del problema dell’alto numero di giovani tra 15 e 29 anni che non studiano e non seguono percorsi di formazione, i cosiddetti Neet (Not in education, employment or training), che nel nostro paese sono oltre due milioni: il 22 per cento della popolazione in questa fascia di età, il 33 per cento nel Mezzogiorno. Secondo il governatore di Bankitalia “si tratta di un drammatico spreco di potenzialità a livello non solo economico, con conseguenze particolarmente gravi sul piano sociale. Anche in Basilicata la platea dei Neet è piuttosto ampia: circa 36.000 unità, 6.000 dei quali sono laureati.
Per contrastare questa piaga è stato concepito il programma europeo Garanzia Giovani. Gli ultimi dati aggiornati al 30 giugno parlano di oltre 1,5 milioni di giovani registrati e poco più di 1,2 milioni i giovani presi in carico dal sistema pubblico dei servizi al lavoro. I giovani avviati a una misura di politica attiva risultano 720.478, mentre il numero degli interventi è stato pari a 907.556. Il tasso di copertura, cioè il rapporto tra numero di giovani coinvolti in una misura di politica attiva e quello dei presi in carico, è pari al 60,2%. Relativamente alto è quello dei giovani con profiling medio-basso (70,9%), quindi con difficoltà medio-alta di essere rioccupati, e del Nord Ovest (76,8%). Le misure di politica attiva più utilizzate sono i tirocini extra-curriculari (56,4%) e gli incentivi occupazionali (22,9%).
In tutto gli occupati sono 407.494, con un tasso di inserimento occupazionale del 58,7% (i giovani che hanno completato il percorso di politica attiva sono 694.619).
L’85,2% dei giovani che hanno concluso un intervento ha avuto almeno un’esperienza di lavoro. Il tirocinio extra-curiculare è la misura attraverso la quale più giovani (215.281) hanno trovato lavoro con Garanzia Giovani, ma in termini relativi la più efficace è l’incentivo occupazionale (77,8%). Da notare che il 50,3% degli occupati ha un contratto a tempo indeterminato e che dopo un mese dalla fine del percorso di politica attiva il 49,4% dei partecipanti trova lavoro.
Cosa ci dicono questi dati? La riflessione che faccio deriva da una ricerca che il Centro internazionale studi famiglia (Cisf) ha redatto sulla spesa sostenuta da una famiglia per un figlio dalla nascita fino all’università, spesa che è pari a circa 300 mila euro. Se si considerassero solo i Neet laureati, questa situazione produrrebbe la condizione che 1,8 miliardi di euro investiti (con grossi sacrifici) dalle famiglie lucane in questi anni sono nei fatti improduttivi e con il grave rischio o del depauperamento o di produrre i propri frutti in altri territori. Non si concretizza così una forma di distruzione di ricchezza patrimoniale di una comunità territoriale?
Ritengo che sia necessario avviare una riflessione su come l’utilizzo di queste risorse venga massimizzato. Sono convinto che un confronto sistematico e sistemico della Regione con le parti sociali, come fortemente richiesto nei recenti Stati generali del lavoro dai sindacati e dalle associazioni datoriali, possa consentire una migliore valorizzazione delle risorse europee, a partire dal Recovery Fund, al fine di consolidare percorsi di sviluppo socio-economico sostenibili nel nostro territorio.
Eppure, a oltre un anno e mezzo dall’approvazione della seconda fase di Garanzia Giovani nella nostra regione, che prevedeva risorse per 12 milioni di euro, la Regione Basilicata non ha ancora messo in campo alcuna azione attuativa. Il problema era presente già prima del Covid-19, perciò la pandemia ne ha solo acuito la gravità. Ora l’impegno è quello di farsi trovare pronti nella ripartenza dell’economia con tutti gli strumenti possibili che consentano il coinvolgimento delle più ampie fasce sociali e produttive. Se lo dice il governatore della Banca d’Italia, che sicuramente non può essere tacciato di partigianeria a favore del sindacato, ma soggetto competente e credibile in materia, dobbiamo credergli.