Vincenzo Tortorelli, segretario regionale UIL e Anna Carritiello, segreteria regionale, Pari Opportunità Uil: “Con la pandemia c’è il rischio di accentuare povertà educative delle bambine”. Di seguito la nota integrale.
Il dato del rapporto di Save the Children “con gli occhi delle bambine” – in Basilicata il 28,3% delle ragazze tra i 15 e i 29 anni è inattiva, contro il 23% dei coetanei maschi – assume significati particolari e più gravi in coincidenza con la decisione di chiudere da oggi le scuole dell’obbligo. L’ assenza di continuità educativa, l’interruzione del dialogo tra insegnanti ed alunni, con le famiglie, il territorio, mina alla base qualsiasi progettualità possibile non solo per la scuola dell’infanzia statale, ma per lo stesso sistema integrato 0-6 anni. Le povertà educative registrate nel rapporto, che da noi con l’assenza o l’esiguo numero di sezioni statali di scuola dell’infanzia sono amplificate, contribuiscono ad accrescere una condizione di esclusione e di discriminazione per chi non ha mezzi economici, e si traducono nella esclusione da qualunque tipologia di offerta educativa.
Se dunque già prima dell’emergenza Covid in Basilicata il 14% dei minori viveva in condizioni di povertà relativa, gli asili nido erano garantiti solo per il 9,7% dei bambini e il tasso di dispersione scolastica si attestava al 11,8%, in questa pandemia il divario di genere con inevitabili ripercussioni a livello occupazionale rischia di diventare ancora maggiore. Il divario di genere in Basilicata comincia ad incidere per le donne già dall’infanzia. E questo è ancor più inaccettabile. Con un tasso di disoccupazione nella fascia di età 15- 34 anni che raggiunge il 33% contro il 27,2% dei giovani maschi. Dunque aumenta la povertà dei minori, i servizi sociali non sono messi nella condizione di rispondere pienamente ai loro bisogni, scarseggiano i percorsi educativi di qualità, le politiche di sostegno alla genitorialità sono insufficienti e l’ambiente e gli spazi in cui viviamo non sono a misura di bambino.
Per questi motivi la Uil insieme a Cgil e Cisl ha aderito all’Alleanza per l’infanzia e ritiene necessario ridurre le disuguaglianze e la povertà educativa minorile attraverso la definizione dei livelli essenziali delle prestazioni per l’infanzia e l’adolescenza, diffondere e qualificare percorsi educativi e servizi 0/6 anni, garantire il sostegno alla genitorialità.