Da tempo si parla di autobus che viaggiano senza rispettare i limiti di capienza stabiliti dalle norme anti-Covid. Oggi l’ennesimo episodio si è registrato sulla linea che da Ripacandida e Ginestra porta i lavoratori nell’area industriale di Melfi. Donato Cialdella, delegato sindacale della Fim Cisl, segnala che nel primo pomeriggio alcuni lavoratori hanno protestato per il mancato rispetto dei limiti di capienza e sono scesi dall’autobus. Sul posto sono interventi anche i Carabinieri. “È una situazione che si ripete da tempo – spiega Cialdella – mentre i pullman aggiuntivi che erano stati promessi non sono mai arrivati. Così ci ritroviamo nella spiacevole situazione di scegliere tra viaggiare sui bus senza regole e rischiando il contagio, starcene a casa oppure raggiungere il posto di lavoro con l’auto a nostro rischio e pericolo”.
Per il segretario generale della Fim Cisl Basilicata, Gerardo Evangelista, “questo è l’ennesimo paradosso italiano: si fanno le norme e poi non si fanno rispettare. Abbiamo posto per tempo, fin dalla scorsa primavera, la questione della sicurezza dei trasporti pubblici e della necessità di potenziare le corse per compensare la riduzione della capienza. Per questo chiediamo più controlli da parte delle autorità incaricate e sollecitiamo l’assessore regionale Donatella Merra a prendere provvedimenti per garantire un servizio di trasporto sicuro. Finora i trasporti pubblici sono stati veicolo di ricchezza per tanti paesi del nostro entroterra, non vorremmo che per la superficialità della classe dirigente si trasformassero in veicolo per la diffusione indiscriminata del contagio. È opportuno pertanto che gli organi competenti intervengano con la massima urgenza per non mettere a repentaglio la sicurezza di chi lavora e delle rispettive famiglie”, conclude il segretario della Fim.conomico, in un momento difficile come quello che viviamo a causa della pandemia”. “Auspichiamo – concludono Mascia e Prestera – che la Regione Basilicata accolga positivamente la richiesta di non lasciare questi operai senza lavoro e di poter consentire loro di proseguire le loro attività”.