Oggi ci sono oltre 36 mila nuovo contagiati e 653 decessi. Sono numeri in progressiva crescita che ci dicono che la forza del virus è ancora molto rilevante, ma dobbiamo fare lo sforzo di entrare dentro questi numeri per capire che, grazie alle misure messe in campo, questa si sta riducendo». «Oggi tracciamo il virus nei primi momenti della sua esistenza, troviamo gli asintomatici. Nella prima fase non riuscivamo a farlo»ha dichiarato il commissario straordinario per l’emergenza Domenico Arcuri che ha aggiunto: «Nelle ultime quattro settimane la crescita si è affievolita e nell’ultima settimana si è ridotta. La crescita è impetuosa ma il suo ritmo va decelerando».
Percentuale positivi e tamponi – Un altro dato positivo da considerare, sottolinea Arcuri è la percentuale dei positivi sui tamponi fatti, una percentuale che continua a scendere: »La settimana scorsa era del 16%, oggi siamo al 14%».
Nuneri delle terapie intensive – Un altro dato incoraggiante: oggi solo «lo 0,5% dei contagiati è in terapia intensiva, al picco della prima ondata la precentuale era il 6,7%. Il commissario ha poi annunciato che è in programma una distribuzione di ventilatori per 11.200 terapie intensive»
Sui vaccini stiamo disegnando un piano: il primo disponibile sarà quello di Pfizer e all’Italia arriveranno 3,4 milioni di dosi nella seconda parte di gennaio” ha spiegato il commissario Arcuri. Che poi è passato ad esporre il piano della campagna vaccinale in preparazione.
Chi saranno i primi vaccinati? Sempre sul fronte della prima parte di vaccinazioni anti-Covid ha spiegato che «Saranno vaccinati 1,7 milioni di italiani nell’arco del primo mese». “«Esposizione al rischio e fragilità saranno i parametri per stabilire chi saranno i primi che riceveranno il vaccino”.
“Il 17 novembre il ministero della Salute ci ha inviato le specifiche tecniche e di quantità delle siringhe e degli aghi che dovremo acquistare per rendere certa la somministrazione per il primo e altri vaccini. Confido che lunedì prossimo riusciremo a bandire la richiesta di offerta per acquistare siringhe, aghi e altri accessori indispensabili a garantire la somministrazione. Sarà un acquisto molto corposo e un po’ articolato: le tipologie di siringhe sono almeno tre e le misure degli aghi almeno sei”.
Quanto durerà la campagna vaccinale? «Sulla base delle previsioni, non ancora validate, una parte importante della popolazione potrà essere vaccinata nel primo semestre del prossimo anno o entro il terzo trimestre del prossimo anno” precisa Arcuri. “Bisognerà vedere se i processi autorizzativi andranno tutti in porto e se tutti gli italiani vorranno farsi il vaccino”. In termini generali, ha sottolineato il commissario, la campagna durerà nove mesi. Quindi, entro settembre la fetta più consistente della popolazione (almeno di quella che vorrà farlo) potrà essere vaccinata.
Quanti vaccini arriveranno? Premesso che il primo disponibile sarà quello di Pfizer, Arcuri ha aggiunto: “Penso che la quantità di vaccini che arriveranno nel nostro paese sarà una quantità crescente. E che entro qualche mese potremo arrivare nel corso del 2021 alla cosiddetta somministrazione su larga scala”:
Patentino per i vaccinati? Per ora non è previsto obbligo di vaccino, ha precisato Arcuri: “Stiamo progettando una piattaforma informatica che consentirà di gestire la verifica della somministrazione del vaccino per sapere come si chiamano le persone che hanno fatto il vaccino e dove lo hanno fatto”. Quanto alla possibilità di una sorta di “patentino” per i vaccinati, il commissario ha aggiunto: “Sarà possibile e sarà il ministero della Salute a stabilire concretamente come”.
Crisanti: “Io non mi vaccinerei a gennaio” – Sulla rapidità delle prime vaccinazioni ha espresso un parere critico il virologo Andrea Crisanti: “io il primo vaccino di gennaio non lo farei”, ha dichiarato durante festival della divulgazione scientifica di Focus, al Museo Scienza e Tecnologia Leonardo da Vinci di Milano dal 19 al 22 novembre. “Normalmente ci vogliono dai 5 agli 8 anni per produrre un vaccino. Per questo, senza dati a disposizione, io non farei il primo vaccino che dovesse arrivare a gennaio. Perché vorrei essere sicuro che questo vaccino sia stato opportunamente testato e che soddisfi tutti i criteri di sicurezza ed efficacia. Ne ho diritto come cittadino e non sono disposto ad accettare scorciatoie”.