40° anniversario terremoto in Basilicata, Consigliere regionale Cifarelli: “Per non dimenticare”. Di seguito la nota integrale.
Per noi Lucani il 23 novembre non potrà mai essere un giorno qualunque. Quella terribile domenica di quarant’anni fa rimane scolpita nella memoria di ognuno di noi. E’ una di quelle giornate di cui ricordiamo esattamente cosa facevamo a quell’ora.
Alle 19.34 del 23 novembre 1980.
I numeri di quella catastrofe ci riportano tutta la drammaticità di quelle giornate dove lo Stato non brillò in quanto a tempestività degli interventi, ma nel contempo, proprio in quella tragica esperienza maturò la consapevolezza di quanto fosse importante per il nostro Paese istituire un servizio di Protezione Civile moderno ed efficiente.
In Campania, Basilicata e parte della Puglia, la terra tremò per un minuto e mezzo provocando circa 3000 morti, 9000 feriti, 300 mila senza tetto e 150 mila abitazioni distrutte. Paesi isolati per giorni nonostante la generosità infinita dei volontari accorsi da tutta Italia e l’impegno encomiabile dei tanti amministratori locali.
Nel corso degli anni, lo Stato ha stanziato circa 30 miliardi di euro destinati alla ricostruzione e allo sviluppo industriale delle aree colpite dal sisma. In Basilicata è stato ricostruito il 90% delle abitazioni private con un finanziamento complessivo di circa 2,5 miliardi di euro ( circa 4.840 miliardi di vecchie lire).
Gli interventi programmati per la realizzazione di infrastrutture e zone industriali ha visto la Basilicata interessata con sette aree, fra queste ricordiamo San Nicola di Melfi, Balvano, Valle di Vitalba e Tito, e l’insediamento di una serie di attività imprenditoriali che con il tempo hanno avuto alterne fortune.
Oggi, a testimonianza di quanto fatto allora e nonostante i “chiaroscuro” amministrativi che la cronaca ci ha raccontato , ritroviamo gli esempi virtuosi degli insediamenti produttivi della Ferrero a Balvano e dei tanti piccoli imprenditori locali che sulla scia di quanto realizzato hanno acquisito con il passare degli anni una matura e innovativa cultura di impresa.
Come poi non ricordare la nascita della Università degli Studi della Basilicata che indubbiamente ha segnato il momento della rinascita culturale e sociale di un intero territorio.
In questi giorni difficili dove “la memoria del cuore elimina i cattivi ricordi e magnifica quelli buoni”, nel ricordare le tante vittime e i tanti drammi collettivi e personali che hanno forgiato ancora di più il carattere dei Lucani, non dimentichiamo il coraggio e l’abnegazione di un popolo che non si è lasciato fagocitareda un ineluttabile destino.