“Oggi sono 40 anni da quel 23 novembre del 1980. Il terremoto è stato l’evento grazie al quale abbiamo conosciuto e toccato con mano che cosa sono la fratellanza, la solidarietà, la generosità. Il post terremoto invece è servito a mettere in luce la peggior esperienza politica, istituzionale e dirigenziale del sud Italia”. Lo ha detto il vicepresidente del Consiglio regionale, Vincenzo Baldassarre (Idea) che ha aggiunto: “Penso che oggi, a distanza di 40 anni, noi abbiamo il dovere morale e politico di metter fine alla retorica e di trarre insegnamento da quello che è stato l’evento più devastante, naturale e sociale della nostra regione. Se da un lato dobbiamo riappropriarci del senso di comunità dall’altro dobbiamo far ammenda dei tanti errori commessi. Siamo di fronte alla più grande crisi economica e sociale da quel 1980. Soltanto un grande senso di responsabilità e uno spirito civico collettivo può farci affrontare e vincere questa battaglia sanitaria, economica e sociale”.
“E’ un grande onore per me oggi essere qui e poter intervenire per ricordare un evento che ha segnato in maniera così tragica la storia del popolo lucano”. Lo ha detto il vicepresidente del Consiglio regionale. Mario Polese (Iv). “Oggi – ha proseguito – ricorrono i 40 anni da quel terremoto che piegò in due una intera popolazione. 40 anni fa le istituzioni non erano pronte a un disastro del genere. A 40 anni di distanza mi sento ancora di ringraziare a nome di tutta la comunità i ragazzi del 91° battaglione dell’esercito che a mani nude scavarono tra le macerie per salvare vite. Anche in questi giorni stiamo vivendo una sorta di apocalisse sanitaria. Il mio auspicio è che questa classe dirigente si dimostri all’altezza della situazione. In questi giorni siamo chiamati tutti a un solo sforzo: dare il nostro meglio. Perché da qualche parte anche in questo istante c’è chi sta chiedendo alle istituzioni e quindi anche a noi: “Fate presto”. E possiamo farcela come ce la fecero ad alzarsi allora”.
Per il consigliere Gianni Leggieri (M5s) “ Il 23 novembre 1980 rappresenta una data simbolo e spartiacque per la Basilicata”. “Quarant’anni fa – ha aggiunto – la nostra regione e l’Irpinia venivano sconvolte da un fenomeno naturale che avrebbe avuto conseguenze sociali ed economiche su diverse generazioni. La tragedia del terremoto del 1980 ha insegnato tanto. Purtroppo ha dimostrato, sotto certi versi, l’aspetto peggiore della politica. La lenta e lunga ricostruzione per anni ha fatto vedere quanto siano incapaci e voraci certe classi politiche. Oggi, come ieri, l’Italia sta affrontando un altro momento delicato, che avrà strascichi sulle nuove generazioni. Se ieri sono state rimosse le macerie del terremoto, oggi vanno rimosse le macerie di una crisi sanitaria, economica e sociale. Lo dobbiamo alle giovani generazioni. Lo dobbiamo ai nostri amati anziani, che continuano ad abitare i nostri borghi e che sono l’esempio vivente di una Basilicata resiliente”.
“I giorni successivi, ma anche i mesi che seguirono da quel 23 novembre 1980, furono segnati dalla più profonda emergenza. Lo stesso Presidente di allora, l’indimenticato Sandro Pertini rilevò che dopo molti giorni dal sisma ancora c’erano intere famiglie sotto le macerie”. E’ il ricordo del capogruppo della Lega, Tommaso Coviello. “Parallelamente – ha proseguito -, a distanza di 40 anni, stiamo attraversando una situazione di ancor più emergenza dettata dalla pandemia che ha bisogno non solo di risposte adeguate ed immediate in materia sanitaria ma che implica valutazioni e interventi mirati anche nel settore economico e sociale. Ci troviamo dinanzi probabilmente alla più grande sfida del Meridione e dell’Italia dell’ultimo cinquantennio e abbiamo l’obbligo morale ed istituzionale di mettere in campo ogni azione per la battaglia a questo virus. Proprio come 40 anni fa, da lucani dobbiamo essere pronti alla ricostruzione. Non sarà facile ma possiamo uscirne solo insieme”.
“Abbiamo ricordato il tragico evento del terremoto ma noi tutti, mai come in questo momento storico, siamo consapevoli che il terremoto non è l’unico fremito che scuote la terra, oggi un nuovo temibile fremito sta scuotendo le nostre comunità e come quello dell’ottanta, forse in maniera più silenziosa, anch’esso risucchia la parte migliore della nostra comunità”. Lo ha evidenziato il consigliere della Lega, Massimo Zullino. “E’ con questo spirito – ha aggiunto – che voglio ricordare tutti coloro che hanno perso la vita a causa del coronavirus, Un pensiero particolare va a un nostro conterraneo che in queste ore sta compiendo il suo ultimo viaggio a causa del covid, Mauro Mazzarelli, il primo presidente eletto del Consorzio di Bonifica Vulture Alto Bradano. Un rispettoso saluto ad un uomo che conosceva il valore del proprio territorio, delle sue risorse e delle sue meravigliose potenzialità”.
“Ho vissuto come cittadino e operatore sanitario quel periodo ed è duro parlarne perché quelle immagini sono sempre vive. Provengo da una comunità piccola come Balvano dove ci conoscevamo tuttie in un attimo tanti amici sono scomparsi sotto le macerie. Erano tutte persone legate da sentimenti amichevoli e familiari. E’ stato uno smembramento pauroso”. E’ il ricordo di Carlo Trerotola (Pl). “Per quanto riguarda le istituzioni – ha proseguito – le abbiamo sentite vicino, c’era un forte dialogo con i rappresentanti politici ma tanti problemi non sono stati risolti. Tante regole andrebbero stabilite chiare. Sono state fatte riunioni su tante emergenze, penso al petrolio e alla necessità di fare le simulazioni per eventuali avvenimenti critici che si spera non accadano mai ma che vanno eseguite perché i cittadini devono essere rassicurati. Bisogna, poi, stabilire regole certe sia per l’attività di Governo che per le Regioni”.
“Sono passati 40 anni da quello che è stato il terremoto più violento mai registrato in Italia nel secondo dopoguerra. Un sisma che uccise circa 3.000 persone, provocando oltre 8.000 feriti e circa 300mila senzatetto. Il prezzo più alto l’ha pagato Balvano, simbolo della tragedia in Basilicata, dove morirono 77 persone, per lo più ragazzi e bambini, vittime del crollo della Chiesa Madre.Nelle parole di chi ha vissuto quella tragedia ci sono ancora ferite aperte”. Lo ha detto il consigliere della Lega, Pasquale Cariello. “Oggi possiamo solo ricordare quello che è successo e custodirlo nella nostra memoria sperando che in futuro non accadano né qui, né altrove, simili tragedie. I lucani – ha concluso – sono un popolo coraggioso, in grado di ricominciare dalla fine così come hanno fatto quarant’anni fa. Questa sera, alle ore 19,34, ovunque ci troviamo fermiamoci un attimo e osserviamo un minuto di silenzio per rendere omaggio a tutte le vittime”.
“Non possiamo celebrare il 23 novembre senza ricordare gli strascichi che ancora ci sono oggi di quel tragico evento ma anche quelli di eventi calamitosi più recenti. Bucaletto è ancora una realtà presente e non un ricordo di 40 anni fa e la gente di questo quartiere simbolo è resiliente perché di quella esperienza ne ha fatta una propria identità”. Così la consigliera della Lega, Dina Sileo. “La voglia di andare avanti nel popolo c’è ma qual è la resilienza delle istituzioni, la capacità di reagire positivamente? La resilienza delle istituzioni può essere espressa in un solo modo: lavorare e creare quegli strumenti legislativi e programmatici affinché mai più eventi del genere possano creare morte e distruzione. I morti di allora, di oggi, ci devono stimolare ad utilizzare il concetto di resilienza per programmare e dare gli strumenti al popolo che in noi ha riposto fiducia e che confida nella nostra capacità di creare evoluzione attraverso le leggi che questa massima Assise è chiamata a fare”.
“Ricorrono oggi i 40 anni dal terribile terremoto che ha cambiato per sempre le vite di molti di noi, lasciandoci lo spettro di qualcosa che può ricapitare perché non decisa dall’uomo ma dalla forza imprevedibile della natura. Una forza che mai come in questo anno ci fa più paura, perché ci rende impotenti e disperati rispetto all’ineluttabilità di alcuni eventi, dal terremoto alla pandemia che sta stravolgendo le nostre esistenze gravandole anche di sofferenze e lutti”. Così il consigliere Gerardo Bellettieri(Fi) che ha proseguito: “Il nostro ruolo e il nostro lavoro, proprio in previsione di contesti emergenziali, come quello post terremoto o come quello di oggi nel pieno di una pandemia, devono essere di programmazione anticipata e lungimirante, per non trovarci mai più impreparati e sprovvisti di mezzi per aiutare la popolazione. E allora più programmazione e investimenti nella sanità lucana, e ancora più impegno nella valorizzazione del ruolo della protezione civile”.
“Il 23 novembre rimarrà in maniera indelebile come data nei nostri calendari perpetui. E’ una data importante perché ha fatto scattare un meccanismo di solidarietà internazionale nei confronti del popolo lucano ma ha fatto anche ritrovare un popolo, quello della Basilicata, attorno ad un evento luttuoso”. Lo ha detto il capogruppo del Pd, Roberto Cifarelli, “Allora – ha aggiunto – il Consiglio regionale lavorò compatto, maggioranza e minoranza. Se vogliamo mantenere un parallelismo tra terremoto di allora e pandemia di oggi, dobbiamo essere consequenziali alle cose che diciamo. Il richiamo alla unità deve essere seguito da fatti concreti. Fino ad oggi così non è stato. Le risorse di cui disporrà la Basilicata da qui a poco forse sono maggiori di quelle stanziate per il terremoto a seguito della legge 219 e non possiamo farci trovare impreparati come nel 1980. Se vogliamo una Basilicata diversa e moderna occorre essere realmente uniti. Occorre uno scatto da tutti noi altrimenti saremo responsabili moralmente di quello che non avremo fatto a favore dei nostri cittadini”.
“Quarant’anni fa la paura immensa ci pervase e dopo novanta lunghissimi secondi tutto sembrava distrutto, dall’Irpinia al Vulture. Credevamo che il mondo fosse finito ma, da quel momento, possiamo dire sia nata, anzi rinata, una Basilicata più forte e più solida, anche se non completamente se parliamo di occupazione, di sviluppo, problemi che ancora oggi ci affliggono”. Così ha esordito il capogruppo di Italia Viva, Luca Braia ricordando “quella straordinaria manifestazione di solidarietà nazionale, lo sforzo degli enti locali, del volontariato, dei sindacati, di un Consiglio regionale in cui maggioranza e opposizione lavorarono compatti, del Governo con i suoi aiuti. Recuperiamo, oggi come allora – ha concluso – , il senso dell’unità e coraggio, seppure accerchiati dal nemico invisibile covid. Per la grande criticità sociale, economica, di territorio in atto, occorre fare presto, con la consapevolezza, ancora una volta, che nulla sarà come prima”.
“Oggi ricordiamo con tristezza un momento drammatico per la nostra comunità, il terremoto del 23 novembre 1980. Niente fu lo stesso dopo quella data, nei cuori dei superstiti ma anche nel modo di valutare le cose: mutarono infatti i criteri di misurazione della sicurezza per le case e le strutture pubbliche. Vennero stanziate ingenti risorse economiche per rilanciare l’economia delle zone colpite, eppure parte di queste non hanno avuto una corretta allocazione”. Lo ha detto il consigliere Gianuario Aliandro (Lega) che ha evidenziato come “a distanza di 40 anni ci sono delle risorse stanziate ma mai rese concretamente disponibili destinate ad opere pubbliche ancora da ultimare nei Comuni colpiti dal sisma”. “Attualmente – ha concluso – stiamo combattendo una vera e propria guerra contro un nemico invisibile, il coronavirus. Questo cambierà profondamente la nostra vita e la nostra società, ma ora, come allora, dalle macerie dobbiamo trovare la forza di ricostruire e ripartire”.