In occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne istituita il 17 dicemre 1999 dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite.si registra l’intervento di Noemi Lovallo, responsabile dipartimento pari opportunità Forza Italia Giovani Basilicata
Dovremmo ricordare ogni giorno l’importanza del prossimo non in qualità di uomo o donna, ma semplicemente perchè e poiché siamo tutti esseri umani. Persone che dovrebbero crescere già consapevoli di avere pari diritti,opportunità e libertà in ogni ambito sempre nel rispetto del prossimo. La violenza non è solo un atto fisico, molto spesso ancor prima mentale. Il carnefice che inizialmente si presente spesso come “principe azzuro” prima di rivelare la sua vera natura studia bene la sua vittima, ne studia i punti deboli. Si serve di essi, delle sue fragilità per colmare frustrazioni ed ego. Una sete di possesso che non si placa fino al raggiungimento di una vera e propria tragedia (spesso, ancora troppo spesso). La vittima invece tende con il passare del tempo ad allontanare tutti i suoi affetti più cari. La vergogna, la sottomissione prende il sopravvento più facilmente del coraggio. Il coraggio di parlare, di dire BASTA, di farsi aiutare e di capire che l’amore è si “litigherello”, ma il litigio deve sfociare in fine nella comprensione e nel rispetto reciproco, non in sopraffazione e violenza. Purtroppo proprio la paura di essere giudicate, di non essere credute implica nelle tempistiche della denuncia da parte di una vittima di violenza, un ritardo della tutela che la danneggia ulteriormente, a volte in modo irreparabile .Per questo dobbiamo cambiare mentalità per mettere un punto, pretendere dalla società e dal legislatore un’attenzione maggiore verso le forme di violenza più subdole, spesso sintomi di quelle ben più visibili che arriveranno in seguito. E tuttavia non è solo questa la violenza che le donne patiscono. Esse sono vittime di un giudizio sociale ancora troppo diffuso, che limita enormemente il modo in cui sono donne, si sentono donne ed esprimono la loro fantastica, travolgente femminilità. La manigonna, il tacco alto, un vestito scollato, una smorfia del viso non determinano proprio nulla. È vero: le donne vogliono essere guardate, vogliono ricevere complimenti, ma con rispetto. Lo stesso rispetto di un uomo che si dà gratuitamente ad un uomo vanitoso, e che una donna deve invece conquistarsi con una lotta quotidiana contro il pregiudizio. Una donna può essere una perfetta casalinga, ma può anche lavorare. Oppure può solo essere interessata più alla carriera che a diventare un esempio di casalinga perfetta. Lavorare per essere indipendente. Oppure dedicarsi anima e corpo alla sua famiglia. E questo non fa di lei una “cattiva” donna, o una donna bigotta. Va riconosciuto alle donne il diritto a voler diventare ciò che sognano, senza pregiudizi: una donna in affari senza legami che la costringono o una mamma a tempo pieno, o entrambi, perché no? Può guidare auto, moto, mezzi pesanti per lavoro o per passione ed apprezzare comunque che il suo uomo guidi per per lei e che magari le apra anche la portiera prima che salga. Può voler pagare lei il conto in un ristorante o addirittura una vacanza, e nel 2020 sembra assurdo dover spiegare che non è per questo che l’essere uomo è compromesso. Spiegare che stare accanto a una donna forte, indipendente e realizzata non è essere meno uomo. Perchè il segreto per vincere questa battaglia si racchiude in una sola parola “accanto”. Alle donne vittime di violenza o che hanno subito violenza non si può che esprimere vicinanza e sostegno, un male del genere non si cancella, ma se denunciato può salvare se stesse e le altre. Coraggio e unione daranno i loro frutti. Fortunatamente, ci sono anche uomini che sanno amare le donne davvero, che sanno sostenerle e che le vogliono felici. A cui non importa chi lava i piatti o chi paga le bollette perchè non esistono ruoli prestabiliti.