Consigliere regionale Gianni Perrino: “17 anni fa a Scanzano i lucani lanciavano un messaggio forte a difesa del loro territorio: oggi occorre non abbassare la guardia”. Di seguito la nota integrale.
Non possono svanire nel nulla le due settimane di protesta che caratterizzarono la seconda metà di novembre dell’ormai lontano 2003. Diciassette anni fa, la protesta contro la localizzazione del deposito unico di scorie radioattive, segnò un passaggio fondamentale nella coscienza di migliaia di lucani in materia di tutela del territorio.
È importante non far svanire quello spirito oggi, quando il nostro territorio affronta l’eredità di uno sviluppo industriale senza alcuna visione di futuro. La stessa eredità ci presenta il conto a pochi chilometri da quello che era il luogo designato per il deposito unico: i ‘capricci’ nucleari riaffiorano ancora adesso e qualcosa non quadra nelle operazioni di decommissioning in corso presso l’ITREC di Rotondella.
Sono tante le emergenze che minacciano quotidianamente il territorio regionale e bisogna prendere atto che gli strumenti a disposizione per fronteggiarle non sono sufficienti. Il pensiero va automaticamente ai giganti del petrolio che hanno colonizzato la Val D’Agri e la Valle del Sauro. Abbiamo spesso evidenziato come il meccanismo di controlli sugli sforamenti sia alquanto sterile: le fiammate si susseguono imperterrite senza sanzioni e all’ARPAB non resta che certificare parametri sopra la norma.
Stiamo da tempo sollecitando la discussione di una proposta di legge per l’introduzione di limiti emissivi agli idrocarburi non metanici (NMHC) e all’idrogeno solforato (H2S). Ad oggi, oltre ad alcuni proclami dell’ormai mansueto Gianni Rosa, non è stato possibile avviare alcuna discussione in merito. Per accelerare il processo abbiamo chiesto di iscrivere la nostra proposta all’ordine del giorno del consiglio regionale, ma evidentemente, a quasi due anni dal suo insediamento, il Presidente del Consiglio Cicala, non ha ancora preso confidenza con il regolamento.
Per mantenere vivo lo spirito dei centomila di Scanzano Jonico occorrono atti concreti; alla fine della pandemia ci troveremo al cospetto di un nuovo mondo: non facciamoci cogliere impreparati.