Arriva la conferma della Cabina di regia, in base alla quale tutte le Regioni e province italiane sono potenzialmente in fascia gialla nell’analisi della settimana tra il 16 e il 22 novembre. In 13 si trovano infatti nello scenario 1 e le altre 8 sono in scenario 2. Vuol dire che l’Rt è abbastanza basso per non richiedere il posizionamento in una zona arancione, che scatta quando quel dato è tra 1,25 e 1,5 o, in una rossa, con Rt sopra 1,5. C’è solo un caso, quello della Calabria, nel quale i dati sono considerati dai tecnici “non valutabili”.
“La velocità di trasmissione dell’epidemia in Italia sta rallentando”, dicono gli esperti della Cabina di regia. A questo punto il ministro alla Salute Roberto Speranza, che aspetta anche il via libera del Cts, potrà fare le ordinanze per spostare di zona le Regioni che per prime hanno visto un inasprimento delle misure. E cioè Lombardia, Piemonte, Val d’Aosta, che erano rosse il 6 novembre. Anche la Calabria era nella stessa situazione ma come visto ha problemi nella comunicazione dei suoi numeri. Poi ci sono Puglia e Sicilia, che erano arancioni.
L’Rt nazionale settimanale è 1,03, vale 1,08 quello calcolato su due settimane. Si tratta praticamente del punto di picco. Ecco quelli locali: Abruzzo 1,06, Basilicata 1,21, Calabria 0,92, Campania 1, Emilia-Romagna 1,07, Friuli 1,09, Lazio 0,88, Liguria 0,76, Lombardia 1,17, Marche 0,93, Molise 1,17, Piemonte 0,89, Provincia di Bolzano 1, Provincia Trento 0,81, Puglia 0,99, Sardegna 0,71, Sicilia 1,04, Toscana 1,2, Umbria 0,74, Val d’Aosta 0,99. L’altro fattore che si osserva è il rischio, frutto della sintesi dei 21 indicatori. In dieci Regioni è ancora alto, nelle altre è moderato (anche se talvolta in rischio di peggioramento).
I tecnici hanno osservato per la prima volta da molte settimna una diminuzione nell’incidenza a livello nazionale. Tra il 9 e il 22 novembre i casi per 100mila abitanti sono stati 706,27 contro i 732,6 registrati tra il 9 e il 22 novembre.
Uno degli indicatori più importanti riguarda l’occupazione dei posti letto in terapia intensiva e nei reparti internistici. Come noto le soglie di allarme sono rispettivamente del 30 e del 40%. In questo campo quasi tutte le Regioni vanno male perché hanno tanti letti occupati dai pazienti Covid, con la conseguenza che si riduce l’attività per le persone colpite da altre patologie. Ecco i dati raccolti il 24 di novembre: Abruzzo 39% occupazione delle terapie intensive e 50% dei reparti internistici, Basilicata 21 e 36%, Calabria 28 e 50%, Campania 34 e 43%, Emilia 34 e 49%, Friuli 31 e 44%, Lazio 37 e 52%, Liguria 53 e 63%, Lombardia 64 e 53%, Marche 46 e 47%, Piemonte 64 e 88%, Provincia Bolzano 52 e 100%, Provincia Trento 47 e 72%, Puglia 45 e 45%, Sardegna 40 e 34%, Sicilia 29 e 38%, Toscana 48 e 35%, Umbria 55 e 51%, Val d’Aosta 38 e 68%, Veneto 30 e 39%.