Il Tg1 si accorge nel 2012 che Matera non ha la ferrovia dello Stato: memorandum di Pio Abiusi e video sulla “cattedrale nel deserto” presso La Martella. Dibattito aperto su SassiLive.it

E’ andato in onda mercoledì 21 marzo 2012 nell’edizione delle 20  del Tg1 e sarà riproposto anche nel rotocalco settimanale Tv7 in programma venerdì 23 marzo 2012 alle ore 23,05 sempre su Rai Uno il servizio dedicato dalla redazione giornalistica del telegiornale più seguito nel nostro Paese al mancato collegamento della rete ferroviaria con la città di Matera. Per chi risiede nella città di Matera non è una novità ma dopo aver annunciato la candidatura a capitale europea della cultura nel 2019 il Tg1 decide di occuparsi di una delle opere incompiute che penalizzano il collegamento con la città di Matera, la stazione delle Ferrovie dello Stato del borgo La Martella, capolinea della tratta mai completata tra Ferrandina e la città dei Sassi. Riportiamo il servizio trasmesso sul Tg1 e affidiamo ai nostri utenti i commenti su questa vicenda che potremmo definire una classica storia all’italiana, dove gli sprechi si mescolano agli inganni e alle situazioni più grottesche.

Michele Capolupo

La ferrovia a Matera, il memorandum di Pio Abiusi

Non bisogna meravigliarsi dei miliardi di lire sperperati per realizzare il tronco morto Ferrandina – Matera delle Ferrovie dello Stato. E’ già una fortuna che la tratta non si andata in esercizio.
Fatte le dovute proporzioni, sono andate sprecate risorse come per il Ponte sullo Stretto che per fortuna il governo Monti ha cassato. E lì senza metterci mano hanno campato Impregilo, Fenice – si quella dell’inceneritore di Melfi –e tante altre facenti parte dell’A.T.I.- Associazione temporanea di imprese- per una improbabile progettazione di qualcosa che già a priori si sapeva non sarebbe stato realizzato.
Non è opera inutile la TAV della Valle di Susa? Non mi dilungo perché è facile rilevare come quella TAV non servirà né passeggeri né merci, ma la cosa è andata tanto avanti e quei soldi li dobbiamo buttare perchè ne sono già stati gettati altri per realizzare i tratti precedenti e susseguenti. Andrà poi in esercizio? Chissà!
La ferrovia di Matera parte da lontano ed arriva puntualmente in ritardo , solo che i cittadini di Matera non aggiornano l’orologio ed ancora oggi qualcuno aspetta che arrivi Babbo Natale.
Sin dal 1855 i Borboni, che sciocchi non erano, pensarono di realizzare un collegamento ferroviario tra Napoli e Brindisi- all’epoca porti degni sul versante Jonico ed Adriatico, nel Regno delle Due Sicilie, non esistevano se non Brindisi , porta dell’Oriente con un porto canale già strutturato- In futuro vedremo se Brindisi esisterà ancora o meno come porto o verrà surrogato da Bari.
Ai Borboni si sostituì il Regno d’Italia che realizzò , sostanzialmente, quel tratto; nel’ultimo scorcio del XIX secolo venne realizzata la Battipaglia – Metaponto – Taranto in quanto Taranto era divenuto un porto militare con annesso Arsenale di rilevanza strategica per il Mediterraneo orientale.
Sempre sul finire di quel secolo si realizzò la Potenza – Foggia e dulcis in fundo nel 1892 fu completata la Rocchetta – Gioia del Colle.
La ragnatela era completa. Essa era composta dalle tratte:
Battipaglia – Potenza- Taranto; Potenza- Rocchetta S. Antonio – Foggia; Rocchetta S.. Antonio -ALTAMURA- Gioia del Colle.
E Matera? nel 1899 il consiglio comunale presentò istanza al Ministro dei lavori Pubblici affinchè Matera venisse collegata ad Altamura.
Questo sogno resterà sempre nel cassetto: da Altamura si intendeva arrivare a Foggia e quindi tutti i collegamenti per l’Italia.
Bari? Era un grosso centro commerciale che attraeva poco; Foggia era ed è un importante snodo ferroviario.
Negli anni questo sogno si è andato sempre più articolando ed è diventato una Metaponto – Matera – Altamura – Foggia tagliando, così, i traffici pugliesi. Per il trasporto su gomma l’equivalente sarebbe stata la Bradanica; guarda caso è stato l’ultima fondo valle ad essere realizzata, non del tutto e con notevoli manipolazioni. Giammai la Puglia avrebbe permesso di essere tagliata fuori dai traffici provenienti dal Sud.
Oggi noi parliamo ancora di ferrovia quando gli utenti a KM in Basilicata sono 16,6 mentre la media nazionale è 160 a Km e le spese fisse sono pressoché simili. Non ci accorgiamo di quanto gira intorno a noi, per esempio il raddoppio della S.S. 96 e con quella arriviamo non già a Bari ma a Palese con quello che significa oggi quell’ aeroporto e la competitività del trasporto aereo rispetto a quello ferroviario ed anche ai costi del trasporto su gomma.
Matera non è isolata si tratta di utilizzare i mezzi di trasporto adeguati all’oggi.
Dopo l’inciso, torniamo a noi, siamo nella prima metà del secolo scorso.
Fallito il sogno delle Ferrovie della Stato ci danno lo scartamento ridotto con le Fal: che regalo.
Si ricomincia a parlare nel secondo dopoguerra della Metaponto – Matera ecc. perché la pianura metapontina acquisisce centralità anche dall’aspetto agricolo. Prima era zona dalla quale bisognava fuggire perché malarica.
In alternativa alla Altamura – Foggia si chiede la Altamura – Bari, facendo squadra con i cugini pugliesi .
Non a caso oggi RFI si appresta a smobilitare la tratta Rocchetta – Altamura – Gioia, l’intervento è al momento sospeso.
Quanto richiesto: la Matera – Altamura – Bari non ha fortuna ma qualcosa bisogna pur fare e la Ferrandina – Matera è una prima tappa per arrivare ad Altamura
Si comincia a lavorare, non si disdegna di sognare la Metaponto – Matera-, la metropolitana che collega la stazione delle Ferrovie dello Stato di la Martella con la “stazione centrale” di Matera ; si sogna.
Negli anni ‘80 l’opera si avvia.
Nessuno ha avuto il coraggio di dire NO! Forse il popolo di Matera era solo uno strumento attraverso il quale realizzare affari da parte delle Impregilo dell’epoca, se ne volarono oltre 500 miliardi di lire o circa 300 Meuro.
E’, in buona sostanza, una storia simile a quella degli 8 meuro che si intendono dare a qualcuno per realizzare oggi un improbabile prolungamento della cosiddetta Metropolitana leggera anche se è risaputo che la frequenza è di qualche persona al giorno sulla tratta in esercizio.
Che fossero soldi candidati ad essere buttati al vento trova conforto nel fatto che all’epoca in cui partirono i lavori della ferrovia Ferrandina – Matera , la FCL- antenata delle Fal – chiudeva i rami secchi ma anche le Ferrovie dello Stato facevano altrettanto vedi la Sicignano degli Alburni – Lagonegro, sulla tratta Battipaglia – Potenza.
Quando è avvenuto era già scritto ed i materani sono stati un semplice strumento per chi doveva fare buoni affari.

Pio Abiusi