I gravi danni provocati al nostro territorio dalle piogge di domenica, con la sciagura di Pignola, dà forte attualità a “Cia per il suolo”, la piattaforma promossa dall’organizzazione per la formazione degli agricoltori, ma anche destinata a in-formare e sensibilizzare tutti i cittadini sulle buone prassi per una gestione sostenibile del bene terra.
Tra maltempo, calamità naturali, dissesto idrogeologico e fauna selvatica, – si legge in una nota della Cia-Agricoltori Basilicata – non prevenire è già costato all’Italia oltre 20 miliardi di euro negli ultimi dieci anni. Senza mai dimenticare l’alluvione nel Metapontino del 2011. Ancora oggi, quasi 7.000 comuni e 150.000 imprese agricole sono esposti a rischi ambientali. L’incuria e la cementificazione senza regole continua a bruciare 14 ettari di terreno coltivabile al giorno e più di 6 milioni di cittadini risiedono in aree soggette a frane e alluvioni. Questi i dati allarmanti che hanno spinto Cia-Agricoltori Italiani a lanciare un progetto di manutenzione infrastrutturale del territorio nazionale.
In Basilicata secondo il rapporto Ispra il consumo di suolo – tra le cause principali di dissesto – ammonta a 33.818 ettari: 23.933 ettari in provincia di Potenza (il 3,6%) e 9.884 ettari in provincia di Matera. Altri dati riferiti alla Basilicata: poco meno di 80.500 ettari di cereali sono “scomparsi” in Basilicata in un decennio, con l’effetto del quasi dimezzamento delle aziende cerealicole (da 40 mila a 22 mila); stessa sorte per 665 ettari di colture ortive, 523 ettari di patata, 517 di barbabietole da zucchero, mentre i cosiddetti “terreni a riposo” sono aumentati di 12.700 ettari. Ancora, la Basilicata ha perso 3.500 ettari di vigneti, 5.600 ettari di coltivazioni legnose, 1.900 ettari di agrumi, 967 di olivo. Persino gli orti familiari, da sempre simbolo di un’economia agricola di sostentamento, registrano un arretramento di 484 ettari, pari al 32,2% in meno.
“La parola d’ordine deve essere prevenzione, non più emergenza – spiegano dalla Cia-Agricoltori Basilicata – basta azioni spot che puntualmente si ripetono ad ogni tragedia. Nel nostro progetto “La Basilicata-il Paese che vogliamo” ci sono le linee guida per un reale cambio di marcia.Si parte dall’immediata messa in sicurezza dei territori più a rischio e da un’attenta programmazione per il futuro, che deve partire dalle aree interne. Urgenti, poi, reali politiche di governance del territorio: dallo sviluppo di verde urbano e bioedilizia alla valorizzazione del presidio degli agricoltori, lavorando per contrastare il consumo di suolo, l’abbandono e lo spopolamento delle aree rurali e marginali, e salvaguardando il patrimonio boschivo. Occorre, quindi, favorire reti d’impresa territoriali, mettendo in sinergia agricoltura, commercio, logistica, turismo, enti locali e cittadini, in un’ottica di sistema integrato su misura. Inoltre, non è più rinviabile un nuovo e più efficace piano di intervento sulla questione fauna selvatica, che superi la normativa vigente, tanto più che danni e pericoli hanno assunto una dimensione insostenibile anche in termini di sicurezza nazionale. Infine, se ben orientate, le risorse della nuova Pac potrebbero concorrere al rilancio delle comunità e delle economie locali, mettendo assieme Fondi strutturali Ue, misure di sostegno, incentivi e programmi di infrastrutturazione del territorio.
“Questo è il contributo degli Agricoltori Italiani per il Paese-la Basilicata che vo-gliamo. Territorio, infrastrutture e innovazione sono i tre asset su cui investire risorse e costruire politiche di sviluppo, da subito, mettendo in rete governo, re-gioni, comuni ed enti locali, con le altre risorse socio-economiche dei territori e valorizzando il ruolo essenziale dell’agricoltura”.
È così che nasce “Cia per il suolo”, la piattaforma online dove è possibile visualiz-zare in formato digitale le 13 video schede informative contenute nelle Linee Gui-da e ottenere così il rilascio dell’attestato di “Coltivatore e Custode della Terra”.