Sono stati il Sindaco di Potenza Mario Guarente, l’assessore alla Cultura Stefania D’Ottavio e il coordinatore della task force Gianpiero Perri a presentare il ‘Piano triennale della Cultura, il rilancio dell’immagine e il ruolo di Potenza, Città Capoluogo’ nel corso di una conferenza stampa tenutasi nel Palazzo della Cultura, alla presenza di Dina Sileo, consigliere regionale delegata alle Attività di Promozione culturale e degli altri componenti della task force. Nell’intervento di chiusura il Sindaco ha evidenziato come si tratti di “un Piano che guarda oltre la prospettiva di una ‘città di servizi’, capace di individuare in Potenza il Capoluogo di regione che diventi una vetrina per il proprio percorso culturale e per mettere in mostra quelli delle diverse realtà lucane, all’interno di un contesto condiviso, paritario tra centro e periferie, che si possa e si sappia aprire a scenari che vadano oltre i confini regionali”. L’assessore D’Ottavio, alla quale il Sindaco ha tributato il ringraziamento per aver voluto una attività “mai sperimentata prima in Città, in grado di programmare attraverso una progettualità di grande qualità la Potenza che sarà”, si è soffermata sul concetto “identitario che questo straordinario lavoro condotto dalla task force ha saputo rendere elemento cardine del Piano, con un protagonismo reale e concreto dell’associazionismo, nella definizione di un programma essenzialmente ‘aperto’ e che, nella sua grande ricchezza, è stato pensato affinché sia in grado di raccogliere le proposte che tutti i soggetti interessati potranno avanzare e condividere, andando a definire uno strumento dalle enormi potenzialità, oltre che estremamente concreto per quel che attiene alla programmazione e alla realizzazione”. “La cultura e l’arte come detonatore di energie positive, di risposte creative alla crisi provocata dalla pandemia e dall’emergenza economica; la cultura come bagaglio di valori e ideali, frutto di una storia europea e mediterranea e di una coscienza nazionale da custodire, valorizzare, promuovere, prima ancora che patrimonio materiale; la creatività come energia da sprigionare per valorizzare risorse culturali, sociali ed ambientali sottoutilizzate o inutilizzate e determinare nuovi motivi di interesse, nuove iniziative, progettualità ambiziosa: questa la prospettiva verso la quale ci siamo orientati”, questo in estrema sintesi il messaggio lanciato Perri. “Una proposta che punta a fare esercitare alla città il suo ruolo di capoluogo, di centro propulsore di iniziative innovative, di una comunità capace di esprimere una offerta di beni e servizi culturali coerenti con le aspettative di qualità. Un Piano espressione di una città consapevole del suo ruolo di servizio per l’intera comunità regionale con iniziative non autoreferenziali, ma in grado di suscitare collaborazioni, di coinvolgere le altre comunità locali della regione, di mostrare apertura alla dimensione nazionale e internazionale. L’obiettivo ultimo è mobilitare e dare rilievo alle migliori espressioni locali della cultura, dell’arte, dell’economia e della società lucana e al contempo attrarre contributi e talenti da altre realtà per dar vita a un ‘cantiere di progettualità’ che innovi il volto della città e che generi un’offerta culturale all’altezza di una città capoluogo. Articolata è la progettualità a cui sono chiamati a concorrere i diversi protagonisti della scena culturale e creativa. Innanzitutto alla costruzione di una rinnovata offerta culturale attraverso la declinazione dei contenuti e delle forme espressive dei diversi luoghi di narrazione e rappresentazione della storia e della cultura individuati dal Piano” sempre Perri. Il progetto culturale messo a punto da un gruppo di lavoro coordinato da Gianpiero Perri e che ha visto la partecipazione di Rosario Avigliano, Gianfranco Blasi, Angelo Castellucci, Maria Gerardi, Silvio Giordano, Vincenzo Izzi, Canio Sabia, Mariangela Santarsiero, “ha inteso innanzitutto puntare sul creazione di un’ampia rete di offerta culturale – è stato detto nel corso dei diversi componenti della task force nel corsod ella rpesentazione alla stampa – tale da rafforzare i motivi di interesse della città e valorizzare pienamente non solo monumenti, chiese e musei già esistenti, ma dando vita a nuovi attrattori culturali e luoghi d’arte. Una prospettiva che spinge per un verso a promuovere – più incisivamente – con apposite campagne di comunicazione il patrimonio storico-artistico presente in città e per altro verso a potenziare la rete dei presidi culturali prevedendo bandi di gara e manifestazioni di interesse per narrare la storia della città: dagli antichi lucani ai giorni nostri, al Palazzo della Cultura, con una spazio dedicato specificamente alla valorizzazione della Storica Parata dei turchi, quale evento simbolo della città; per progettare l’allestimento al Teatro di Città, lo Stabile, del ’Teatro-museo’, per rendere possibile la conoscenza dei grandi musicisti lucani e ascoltarne le opere, funzione che si aggiunge a quelle già in essere. La realizzazione di mostre in Galleria Civica che valorizzino le grandi collezioni pubbliche e private presenti in regione, gli artisti lucani e altre iniziative di rilevanza nazionale e internazionale. Il Piano precede inoltre la destinazione della ‘Nave’, a rione Cocuzzo, per le arti performative e quelle digitali. Altro cantiere creativo vedrà come scenario le Scale Mobili, individuate appunto come ‘nuovo luogo d’arte’, al pari di quanto concepito in alcune metropolitane. Inoltre specifiche iniziative riguarderanno il Salone dell’Auditorium. Annunciata altresì l’apertura al pubblico del contiguo ‘Anfiteatro’. Un’attenzione specifica – è stato detto – verrà dedicata allo sviluppo delle espressioni di arte pubblica e alla creazione di un grande festival ‘Arborica’, basato sul nesso natura-arte-cultura, declinando così la principale vocazione della città. Potenza, città di montagna, ‘porta dell’Appennino’, crocevia e snodo di variegati sistemi ambientali di pregio che connotano il territorio regionale, è chiamata nel Piano a recuperare pienamente questa vocazione territoriale, favorendo un restyling della città, una nuova cultura dell’edificare e del costruire, una particolare cura delle alberature stradali, degli spazi verdi, dei parchi urbani, del modo di fruire la città e di pensare alla mobilità. Un piano triennale – si legge nel documento – ha il respiro temporale sufficiente per imprimere una direzione di marcia, per avviare un processo in cui l’estetica cittadina, l’esaltazione dei suoi caratteri forti, la riqualificazione degli ambienti degradati, la piena fruizione anche per soggetti diversamente abili, una ricca offerta culturale sia permanente che evenemenziale, sia al centro dell’attenzione amministrativa. Una visione che ben si coniuga con i rilevanti investimenti derivanti dal programma nazionale e regionale di ‘transizione ecologica’ e mitigazione degli effetti dei cambiamenti climatici e di ‘coesione sociale e territoriale’. Una visione che ben si armonizza con l’altra vocazione della Città capoluogo, quella di centro del sapere, dove insistono tutte le principali scuole di ogni ordine e grado, i centri di ricerca e di innovazione, ed espressioni qualificate della cultura artigianale, commerciale e industriale, oltre che dell’industria culturale e creativa e dell’economia di visita. Tutte dimensioni che una specifica progettualità punta a narrare ed esaltare. La Città capoluogo – evidenzia il Piano – è dotata, per il suo ruolo, di istituzioni culturali e presidi scientifici di respiro nazionale ed internazionale che, se pienamente valorizzate e rese partecipi di un progetto di rilancio, possono dare un rilevante contributo al rafforzamento della reputazione della città e ad un suo protagonismo. Il punto di forza, secondo il Piano, è costituito dal variegato panorama di associazioni e imprese culturali che, soprattutto negli ultimi anni, ha ridato vitalità culturale e artistica alla città. Per questo il Piano ha inteso delineare alcune condizioni che possono favorire la creazione di un ambiente idoneo perché il protagonismo dell’associazionismo locale dispieghi pienamente i suoi effetti, esaltando quanto di buono è stato realizzato negli anni con riferimento al mondo del teatro, della danza, del cinema, letteratura, della saggistica e dell’editoria, della musica, delle arti visive, delle tradizioni, dell’enogastromia. Sono le associazioni e le imprese culturali infatti i veri protagonisti dello sviluppo culturale della città. Albo delle associazioni, trasparenti regole di assegnazione di contributi, premialità per quanti inseriscono con le loro attività la città in reti nazionali ed internazionali, sono alcuni dei tasselli di un disegno fortemente ancorato al principio di sussidiarietà, in cui il pubblico non si sostituisce al privato ma lo sostiene e lo valorizza. Più in generale la Città di Potenza si dispone a essere “palcoscenico dell’arte e della cultura regionale”, favorendo la nascita e lo sviluppo di circuiti, di itinerari culturali e turistici, di collaborazioni con le altre istituzioni locali. E’ responsabilità della Città capoluogo, secondo la visione del Piano, curare la coesione territoriale, ricucire gli strappi e le tensioni centripete, favorire percorsi che rafforzino il senso di appartenenza alla regione. E la cultura, in questa missione, costituisce il principale volano. Di qui l’importanza attribuita alla memoria storica, alla riscoperta delle radici culturali, alle celebrazioni dei protagonisti della vita culturale e artistica della città e della regione (dal poeta Nicola Sole, a Monsignot Bertazzoni, all’artista potentino Busciolano) senza tralasciare le prossime ricorrenze nazionali (come i 75 anni della Repubblica o l’anno di Dante). Di qui l’importanza attribuita, a partire da un articolato progetto, alla Storica Parata dei Turchi e alla festa del Santo patrono Gerardo della Porta, simbolo unificante della cittadinanza. Si evidenzia così l’importanza attribuita all’eredità culturale non solo tangibile, ma anche intangibile. Ed è in questo contesto che il Piano prevede il rilancio di iniziative di studio, ricerca e divulgazione e di dibattito pubblico sui temi anche controversi della nostra storia moderna e contemporanea. Ma la cultura è anche sguardo partecipe verso le situazioni di maggiori difficoltà, soprattutto nella consapevolezza delle gravi conseguenze che l’isolamento sociale e il distanziamento hanno prodotto. In questa prospettiva il Piano sollecita un particolare impegno per dar vita a ulteriori e sempre più qualificate esperienze di welfare culturale, iniziative di integrazione e di inclusione sociale di anziani soli, di persone con difficoltà, di malati con patologie particolarmente gravi, grazie alle arti performative come il teatro o la danza. Ed è da ciò che discende una specifica iniziativa rivolta all’associazionismo e al volontariato che si adopera o che intende adoperarsi lungo questa linea di azione per fare di Potenza una ‘Città laboratorio’ nella convergenza tra politiche culturali, politiche sociali ed economia della cura. In questa direzione vanno anche iniziative come la ‘Potenza del bene’ che ha come finalità quella di sostenere le ragioni ideali e operative dei tanti protagonisti del volontariato e di far conoscere esperienze e volti di quanti si adoperano per il ‘bene’.”.
Dic 14