Il cittadino materano ed ex consigliere comunale Angelo Bianco in una nota esprime alcune riflessioni sulle prime scelte politiche dell’Amministrazione Comunale di Matera guidata dal sindaco Bennardi. Di seguito la nota integrale.
Bianco:”L’autoreferenzialità di Bennardi”.
E’ imbarazzante – anche se non meraviglia troppo in quanto c’era da aspettarselo – vedere un amministrazione comunale navigare a vista e che quotidianamente annaspa facendo finta di governare. Eppure, i primissimi passi di una giunta servono per mettere a fuoco il progetto sulla città così come lo si è presentato in campagna elettorale. In fondo questa realtà è solo la triste manifestazione dell’inesperienza di un sindaco e di tutta la sua maggioranza.
Diciamoci la verità, l’unico merito da ascrivere a Domenico Bennardi durante la campagna elettorale è stato quello di aver saputo intercettare la crisi di un sistema, di denunciarla spiattellandola in pubblica piazza. Tutto qui, perché qui finisce il merito del grillismo, capace soltanto di autoproclamarsi come l’antisistema in grado di far saltare gli equilibri fortificati della vecchia classe politica. In realtà, a ben vedere, i grillini altro non sono che la personificazione della crisi stessa che si materializza.
Sono semplicemente il sintomo della crisi, bravi a manifestarla ma inetti a curarla perché non ne conoscono la giusta ricetta. E da qui prende forma e sostanza il canovaccio di slogans come la trasparenza, l’onestà, la discontinuità del sistema, il taglio delle spese e degli sprechi, tanto cari a costoro e abili ad inculcarli nella mente della gente sino ad abusare spregiudicatamente della credulità popolare. Il loro “modus operandi” ci riporta al comune adagio popolare di chi “predica bene ma razzola male”.
Bennardi, appunto, sembra essere un moderno “padre Zappata” che all’esterno del palazzo pontifica da buon predicatore, ma all’interno maneggia processi decisionali in maniera goffa e contraddittoria, o anche furbesca, frutto anche di consigli sprovveduti dispensati dai cortigiani della sua maggioranza che puntualmente si trasformano in cattivi esempi (ci si sarebbe aspettato di più da forze politiche come socialisti e verdi!).
Avrà pure capacità professionali e i conferimenti accademici del Prof. Piergiuseppe Otranto, da riempire 11 pagine di curriculum, anche se non si capisce che tipo di professore universitario è, ma almeno esca dall’ambigua e confusa doppia vesta di capo di gabinetto e “portavoce”. E’ l’uno o l’altro? Fra annunci e contraddizioni degli atti amministrativi ancora non è chiaro.
Per non dire che é davvero grottesco che un Sindaco subisca supinamente l’imposizione gerarchica della nomina di un barese nel suo staff tradendo le aspettative di molti giovani laureati materani, che di certo sarebbero stati in grado di assolvere con onore e competenza all’incarico e di svolgerlo egregiamente. Eppure quello della “materanità” è stato uno dei “leimotiv” imperanti della campagna elettorale di Bennardi.
Quest’ultimo, proprio in ossequio ai crismi della trasparenza e della imparzialità, avrebbe fatto meglio e bene ad indire una procedura selettiva pubblica evitando di farsi condizionare da interferenze esterne, dando la possibilità di partecipare anche a professionisti locali.
Il parossismo si raggiunge con la nomina di altro “portavoce”, questa volta con compiti di addetto stampa retribuito con cinquantatremila euro lordi annui, figura, in una prima fase, individuata nell’alveo della stessa maggioranza che sostiene Bennardi, segretario o coordinatore di un nuovo ed etereo partito, già pubblicato sul sito del comune e sulla stampa, al punto di lasciar credere che fosse una sorta di accordo pre-elettorale a cui dare seguito in caso di vittoria alle amministrative.
Una scelta, se non illegale, quantomeno inopportuna e politicamente avventata che induce Bennardi a pubblicare un bando per l’affidamento del ruolo di addetto stampa, le cui modalità di attribuzione del punteggio sono ancora sconosciute. La vicenda, dai risvolti kafkiani, alimenta sospetti e suscita preoccupazione, soprattutto se il portavoce/addetto stampa tempestivamente nominato da Bennardi dovesse anch’egli partecipare al bando e vincerlo. Sarebbe una palese presa in giro di tanti altri valenti professionisti dell’informazione, per di più disoccupati o male occupati, una “pezza a colore” grossolana, un insulto all’intelligenza dei cittadini. Sta di fatto che un punto fermo sulla questione è stato posto dal consigliere comunale di Forza Italia Nicola Casino, le cui riflessioni sono state trasfuse puntualmente in una interrogazione comunale raccolta dal centro destra alla quale il Sindaco dovrà dare risposte certe ed esaustive.
Ci si auspica che il Sindaco non faccia della discrezionalità un eccesso di potere, garantendo la massima trasparenza ed imparzialità nelle procedure da espletare.
Non sia lui a giudicare. Formi una commissione di esperti, chiedendo all’ordine dei giornalisti e all’Assostampa di fornire i nomi dei componenti. Cosi fuga il legittimo sospetto di una indigeribile manfrina.
Nel frattempo, la sua maggioranza, ad oggi supinamente silente, dovrebbe interrogarsi su questi aspetti che molto hanno a che vedere con l’utilizzo di soldi pubblici, che andrebbero impiegati più per il potenziamento dei servizi ai cittadini che per il soddisfacimento di incarichi ad personam con inevitabili conseguenze sul bilancio comunale. L’etica pubblica vale soprattutto quando si governa perché a brandirla dall’opposizione è troppo facile.