Meritocrazia Italia Basilicata: “La Rinascita parte dal Sud”. Di seguito la nota integrale.
Meritocrazia Italia basilicata volge l’attenzione sulle risorse provenienti dal “Recovery Fund” e ritiene che queste risorse, che ricordiamo sono la più importante manovra economica dal dopoguerra, dove si decideranno la prossima programmazione e la ripresa dopo la pandemia, il governo debba suddividerle come da direttiva Europa, tenendo contro non solo della popolazione, ma del reddito pro-capite e del tasso medio di disoccupazione negli ultimi cinque anni.
All’Italia sono stati assegnati 209 miliardi di euro. Se il criterio fosse stato solo quello della popolazione, il nostro Paese avrebbe ricevuto solo 97 miliardi e mezzo di euro.
E se le risorse del Recovery Fund assegnate all’Italia sono ben maggiori è per le condizioni economiche della popolazione del Mezzogiorno. Riteniamo che al Sud non possa andare solo la quota residuale del 34 per cento ma, così come stabilito dalla commissione Europea, venga assegnato il 70 per cento delle risorse complessive al Mezzogiorno, per ridurre il gap socio economico e culturale tra nord e sud del Paese che ormai dura da più di un secolo e mezzo.
Pertanto Meritocrazia italia Basilicata suggerisce che sarebbe auspicabile:
1)intervento massiccio nei trasporti per ridurre isolamento interno ed esterno della regione e sviluppare e potenziare il turismo” che è un indotto indiscusso per l’economia che muove all’ interno delle regioni e per la valorizzazione territoriale culinaria e artigianale che supporta.
2)potenziamento della Sanità che ha subito nel corso degli ultimi decenni il taglio piu corposo con conseguenze drammatiche in termini di servizi e salute
3)potenziamento ambiti universitari che eviterebbero un coefficiente di emigrazione tra i piu’ alti in italia e allo stesso tempo attirerebbero turismo culturale;
4)Attenzione maggiore a politiche ambientaliste volte a migliorare la qualità della vita piu’ ecosostenibile con il supporto sempre maggiore allo sviluppo di energia rinnovabile;
5)Attenzione maggiore a politiche sociali con indirizzo al mondo del lavoro verso la cancellazione del precariato a supporto di un lavoro flessibile ma strutturato.