Recovery Fund, Consigliere regionale Mario Polese: “Si apra a confronto istituendo Commissione speciale bipartisan”. Di seguito la nota integrale.
Siamo qui finalmente ad affrontare il ‘tema dei temi’ su cui si decide il tipo di futuro che spetterà all’Italia e alla Basilicata. Già ad agosto avevamo fatto richiesta di una seduta straordinaria di Consiglio regionale per iniziare a incardinare un ragionamento sul Recovery Fund. Era l’inizio dell’estate scorsa. Siamo a Natale. Ma oggi, vista l’importanza del tema non serve esacerbare gli animi. A me, e spero a tutti qui dentro, interessa che le cose vengano fatte con raziocinio e nella migliore maniera possibile. C’è in gioco il futuro dei nostri nipoti.
Notizia positiva ci troviamo a discutere a pochi giorni dalla caduta dei veti europei di Ungheria e Polonia. Una certezza almeno l’abbiamo: dall’Europa è scattato il semaforo verde.
Il resto è ancora da capire. Anche perché se da Bruxelles le cose sembrano più chiare non si può dire lo stesso per quanto riguarda il nostro Paese dove il dibattito politico nazionale sta letteralmente esplodendo. E sta esplodendo per mille ragioni ma sostanzialmente perché manca una idea progettuale coerente con quello che è il ‘Next generation Europe’ cioè un enorme debito che tutta l’Europa si accolla oggi per fare in modo che il futuro delle prossime generazioni possa essere migliore di quello che altrimenti sarebbe con le condizioni socio economiche generali che per via della Pandemia da Covid 19 sono precipitate in maniera drammatica.
E il punto secondo me, al netto dei numeri che pure leggo nel documento, è proprio capire la portata delle nostre scelte.
Signor Presidente, signori assessori, colleghi consiglieri non è con i numeri e con qualche ritocco qui è là o peggio con una ‘superficiale lista della spesa’ che si garantirà la felicità delle prossime generazioni. Diritto alla felicità, io parlo proprio di questo.
E’ verissimo che sul tavolo c’è una enorme quantità di miliardi di euro. Da quanto leggo dalle carte ufficiali la Giunta regionale ha calcolato per la Basilicata una cifra pari a 13 miliardi e 103 milioni di euro circa. Praticamente una potenza di investimenti una tantum che supererebbe l’intero Pil annuale della Basilicata. Una somma almeno 4 volte il bilancio regionale e più della metà del fatturato di una grande multinazionale come l’Adidas giusto per rendere l’idea.
Ma come citava un adagio: ‘i soldi non fanno la felicità’. E quindi io chiedo di ragionare non una ma mille e mille volte su cosa vogliamo fare per investire nella migliore maniera questa opportunità che per una serie di motivi c’è stata offerta.
Ecco perché lo dico subito io: chiedo che venga istituita una Commissione speciale bipartisan sul tema.
Possiamo fare la storia e indirizzare la nostra regione in maniera importante verso una strada di sviluppo ed eccellenza. Ma nella stessa maniera attenzione a non sbagliare perché altrimenti sprecheremmo una opportunità che sarà irripetibile per i prossimi decenni.
Tanto più, ed è bene chiarirlo in maniera seria, che questi non sono soldi che arrivano a costo zero o perché si è vinto una lotteria. Si tratta di un debito. In pratica prendiamo oggi quello che avremmo dovuto prendere un poco alla volta nei prossimi anni. Insomma stiamo ipotecando il futuro oltre che nostro dei nostri giovani.
Il Nex generation Eu, lo dicono le parole stesse, è un piano per le prossime generazioni. E quindi voglio chiederlo subito: dove sono i giovani?
Dov’è il protagonismo dei giovani? Li avete convocati? Avete intenzione di convocarli? A me pare di no. Non voglio aprire un dibattito sulla questione dei tecnici, delle task force e dei saggi che verranno scelti per decidere come spendere questi miliardi.
Ma è lapalissiano che si sta commettendo l’errore di sempre: si chiamano i 70 enni a decidere per i ventenni e i trentenni. Non è mia intenzione aprire qui un conflitto generazionale. Sia chiaro.
Ma io leggo politicamente i numeri: Digitalizzazione, innovazione e competitività del sistema produttivo sono previsti 1 miliardo 122 milioni e 150 mila euro con una percentuale di spesa dell’8,6%. Per una sorta di ‘famigerata’ Rivoluzione verde e transizione ecologica ci sono 6 miliardi e 638,5 milioni circa per una percentuale di spesa di oltre il 50 per cento. E ancora per le Infrastrutture e per la mobilità leggo di 4 miliardi e 377 milioni circa per una percentuale del 33,4 per cento. E abbiamo superato il 90 per cento di tutti i fondi. Così arriviamo alla parte che forse più interessa direttamente i giovani e cioè l’istruzione, la formazione, la ricerca e la cultura e troviamo una progettualità di soli 299 milioni per un misero 2 per cento. Non va meglio per l’equità sociale, di genere e territoriale a cui sarebbe destinato solo il 3 per cento e alla Salute la miseria del 2 per cento. Il due per cento.
Io capisco che ci sono dei vincoli sulla spesa determinati dalla stessa Comunità europea ma voglio comprendere come si intende creare realmente un futuro ai giovani lucani se come al solito temi come l’istruzione, la parità sociale e territoriale e addirittura la Salute che attiene, e lo stiamo vivendo drammaticamente sulla nostra pelle e su quella dei nostri cari oggi, realmente all’aspettativa di futuro e di benessere fisico e psicologico vengono ridotti a degli orpelli.
Bene le strade, bene l’investimento per l’ambiente e per la transizione energetica. Insomma nulla da dire sulla necessità di investire in infrastrutture materiali e immateriali che garantiranno di certo un presente o un futuro prossimo più comodo.
Ma allo stesso tempo davvero pensiamo di poter costruire un mondo migliore e a una regione virtuosa se non si investe sul cervello e sulla salute dei nostri giovani?
Ora non ho la presunzione di voler decidere per tutti i giovani. Ma torno a insistere: dov’è il mondo universitario e gli studenti universitari? Gli è stata concessa la possibilità di essere protagonisti visto che si parla proprio del loro futuro che stiamo ipotecando noi per loro?
E dov’è la Consulta degli studenti delle scuole superiori? Avete immaginato di convocare le associazioni giovanili di qualunque appartenenza sociale o colore politico?
Mi pare di no. Poniamo rimedio? E lo dico non per voler strumentalizzare ma se non ascoltiamo i giovani non faremo una buona cosa. Creeremo l’ennesimo strappo generazionale. Altro che ‘Next generation’. Qui si parla purtroppo solo il linguaggio del ‘Present’ o per non dire ‘Old’ generation.
In momenti come questi la condivisione non è una concessione ma una opportunità. Perché il mondo non inizia e finisce a Via Verrastro e in qualche stanza di questi palazzi. Si può legittimamente decidere al chiuso su questioni strettamente politiche che attengono alla maggioranza in quanto i cittadini lucani hanno votato e hanno scelto. Ma sul futuro di intere generazioni non c’è maggioranza temporanea che tenga. Le scelte dovrebbero essere quanto più ‘universali’ possibili. Oggi si decide per il domani e dobbiamo farlo tutti.
Anche perché c’è da scongiurare un pericolo ed evitare un equivoco come ha avvertito anche in queste ore DRAGHI sul Corriere della Sera: non si pensi di finanziare progetti che esistevano già e non investimenti supplementari. Sarebbe un errore strategico gravissimo.
Mi appello direttamente a lei presidente Bardi. Ieri ho letto di una sua presa di posizione dura e netta nei confronti del Governo nazionale e del Premier Conte ‘reo’ secondo lei di voler premiare il Nord a discapito del Mezzogiorno che invece avrebbe giustamente bisogno di equità. Ci si lamenta di una scarsa condivisione e di un mancato ascolto. Ho letto parole molto incisive. Ha fatto bene.
Ma allo stesso tempo, non volendo rigirarle le sue stesse parole, le chiedo di cominciare a dare l’esempio in Basilicata. Le garantisco che avrebbe più forza. Anche perché lo sappiamo, signor presidente, alle parole devono seguire le azioni altrimenti si rischia di cadere nella vuota retorica. Uno scontro Nord Sud come tra maggioranza e opposizioni avrebbe probabilmente molto spazio nel dibattito pubblico, orientando magari nel breve termine l’opinione, ma non aggiungerebbe nulla di buono all’obiettivo finale che è il benessere dei lucani nati proprio oggi.
La Commissione europea peraltro ha deciso, grazie anche alla pressione di nazioni come l’Italia, di indebitarsi sul mercato dei capitali per un cifra pari a circa 750 miliardi. Il meccanismo prevede l’emissione di recovery bond pari a 750 miliardi (390 miliardi di sovvenzioni e 360 di prestiti) con un rischio condiviso ma necessario per guardare al futuro con meno pessimismo.
Non può sfuggire che la sfida vera ora è quindi programmare, direi progettare prima di spendere queste risorse in maniera utile, per favorire la ripresa ma anche e soprattutto per orientare una nuova fase di sviluppo. E’ sbagliata quindi la carrellata di interventi a pioggia o peggio politiche assistenziali. Bisogna avere il coraggio di sognare, di osare, di essere audaci, tenendo presente la logica che, per ogni euro speso o investito si debba produrre 2, 3 euro di Pil. L’auspicio è che si esca dalla rete degli interessi di parte ma si ragioni davvero sul merito ed in una visione complessiva.
Non commettiamo l’errore mortale di considerare il solo principio algebrico che ci porterà ad una somma complessiva di spesa pari a esattamente ai soldi a disposizione. Non lo dico da consigliere regionale. Lo dico da uomo e spero da futuro padre: tutti i cittadini il pieno diritto di conoscere la motivazione e la prospettiva di ciascuna scelta.
Concludo.
Trasformiamo una occasione irripetibile in una vittoria straordinaria per i lucani. Non si chiuda la porta del futuro perché quella del presente pare più comoda. Altrimenti ci condanniamo alla mediocrità. Questa è una finale a gara unica che possiamo o vincere o perdere, non esiste il pareggio e non sono previsti ne supplementari ne gara di ritorno.