L’ex parlamentare DC Peppino Molinari in una nota ripercorre le vicende politiche di Lauria: “Storia di un rapporto di alleanza-competizione-alternativa fra DC e PSI”. Di seguito la nota integrale.
Nei quarant’anni che hanno separato i Sessanta e i Novanta, in Basilicata, Lauria è stato il Comune simbolo del rapporto Dc-Psi: è in quella città sul confine lucano che si è dipanata la storia di un rapporto che è stato, in modo discontinuo, talvolta alleanza talvolta competizione. Spesso, alternativa.
Negli anni ’50 e ’60 a guidare la Dc c’era l’ingegnere Berardino Polcaro, sindaco fino al 1964 e vice presidente della Cassa per il Mezzogiorno. Poi toccò al democristiano Mimi Cantisani, che fu sindaco dal 1964 al 1966, anno in cui lasciò la Dc per passare al Partito Socialista.
Alle elezioni amministrative del 1968 la Dc, pur esprimendo 14 consiglieri comunali su 30, si trovò improvvisamente all’opposizione di una maggioranza di sinistra che durò tre anni, appena il tempo di un nuovo cambiamento: nel 1971 si formò una maggioranza DC-PSDI guidata dal sindaco democristiano Nicolangelo Viceconti che durò in carica fino al 1977, anno in cui i democristiani furono nuovamente relegati all’opposizione.
Questa storia di incontro-scontro a Lauria coincide, sul fronte più a sinistra, con la storia di una forte e preparata classe dirigente socialista: l’elenco comprende uomini come Pasquale Mitidieri, Antonio Pisani, Domenico Gianni Pittella, Nicola Savino.
Il cambio di rotta, e forse l’attivazione di un’insanabile rottura, arriva con l’entrata sulla scena politica di Mimi Pittella, che a metà degli anni ’60 lasciò la Dc e promosse prima una lista civica di sinistra e poi aderì ai socialisti: fu Mimì Pittella a innescare un vero e proprio terremoto politico, destabilizzando i rapporti politici tra partiti.La Dc si trovò ad attraversare un periodo di difficoltà: si trovò a dover riorganizzare la propria presenza sul vasto territorio a partire da una prospettiva di opposizione. La strategia fu quella di un rinnovamento, seppur in continuità, della classe dirigente: è a questo periodo che appartengono l’attività e l’impegno di Vito Rossi, Pietro Di Deco, Carlo Albamonte, Giacomo Chiarelli, Nicola Caimo, Salvatore Cosentino, MicheleDe Clemente, Nicoletto Cantisani, Vincenzo Del Duca,Pietro, Di Lascio,Pietro Di Lascio Felice Luglio,, Egidio Giordano ,Giovanni Labanca,Mario Lamboglia, Silvano Papaleo,Antonio Petraglia e Angelo Scaldaferri, che insieme ai Luigi Lardo, Peppino Boccia, Nicolangelo Viceconti, Giantonio Rossini costituirono una squadra forte di grande passione ideale e politica. Questo gruppo di dirigenti democristiani mantenne ferma la posizione di opposizione non condividendo l’azione politica del senatore Pittella, soprattutto nei periodi più drammatici della politica del tempo, quando la storia locale incrociò anche lo scontro regionale sulla clinica del senatore e il suo coinvolgimento nell’assistenza alla terrorista latitante Ligas.
La Dc era solita presentare due liste alle elezioni comunali, una a Lauria Superiore con lo scudo crociato per simbolo e un’altra a Lauria inferiore e campagne limitrofe che abbinava allo scudo crociato un ramoscello d’ulivo. Questo fino al 1979 quando il partito decise di presentare una lista unica per rafforzare l’unità del paese e superare lo spirito campanilistico che aleggiava tra le due parti del territorio.
I dirigenti della Dc lauriota con coraggio avviarono una nuova stagione politica che aveva nel sindaco Carlo Albamonte il proprio leader, e che godeva dell’appoggio esterno del Pci di Lauria guidato dal consigliere regionale Calcagno.
Quella stagione, di attività e ripartenza per la Dc, si interruppe nel 1984 a causa della prematura scomparsa di Albamonte.Gli anni successivi furono caratterizzati da ulteriore frammentazione politica: nel 1988 la Dc, il Psi e la lista civica ispirata da Mimi Pittella ottennero 9 consiglieri comunali ciascuno e il Pci ne elesse 3. Questa composizione dell’aula rese quasi inevitabile la formazione di una giunta Dc-Psi con sindaco il democristiano Michele De Clemente, che durò in carica due anni e mezzo. Dopo un breve periodo con un sindaco socialista, la consiliatura si concluse con un’alleanza Dc-Pci guidato dal democristiano Angelo Scaldaferri. Nel 1993, quando la Dc si presentò alle elezioni per l’ultima volta con lo storico simbolo, venne eletta in consiglio comunale anche la giovane e preparata Gelsomina Scaldaferri, scomparsa prematuramente e il cui ricordo è vivo in tutti coloro vissero quella stagione di civismo e impegno politico.