“Ribadisco la mia ferma contrarietà alle mutazioni genetiche e alle radiazioni ionizzanti in agricoltura, a prescindere dal loro livello di invasività. A tutt’oggi non vi sono prove certe che non siano nocive per la salute, per l’ambiente, l’agricoltura e per la biodiversità e dunque violino il principio di precauzione sancito dalle normative comunitarie. Con un’operazione cosmetica si cambia il nome da OGM a NBT (New Breeding Techniques) o altro e ci si appella a tecnicismi per far rientrare dalla finestra ciò che era stato fatto uscire dalla porta, sebbene nel 2018 la Corte di giustizia europea abbia stabilito che queste tecniche vadano considerate alla stregua degli OGM classici. Che ne sarebbe della nostra sovranità alimentare? Lo scambio dei semi e la risemina verrebbero pregiudicati, così come verrebbero annientate le tipicità, tradizioni e territorialità delle nostre eccellenti produzioni a favore di un’agricoltura intensiva insostenibile. Che fine farebbe il nostro primato di produttori bio in Europa che vale 4,3 miliardi? Quale sarebbe il destino dei 311 prodotti Dop, Igp e Stg che valgono 16 miliardi di euro e sono tutti Ogm free? Spiace constatare che la Conferenza Stato-Regioni nella seduta del 17 abbia sancito l’intesa suicida sui quattro schemi di decreto. Oggi, con un parere non vincolante, anche la Commissione Agricoltura della Camera dovrà esprimersi e poi toccherà al Senato”.
Lo ha dichiarato il senatore Saverio De Bonis, segretario della IX Commissione Agricoltura del Senato, commentando i quattro decreti legislativi di adeguamento alle normative comunitarie in materia di misure fitosanitarie e di produzione e commercializzazione di sementi, dei materiali di moltiplicazione della vite e delle piante da frutto e ortive su cui oggi la Commissione Agricoltura della Camera esprimerà un parere.
“I quattro decreti, fortemente voluti dalla Ministra Bellanova, con il pretesto di aggiornare le misure fitosanitarie, di fatto mirano a stravolgere il sistema sementiero e vivaistico per favorire in Italia le multinazionali e la produzione e coltivazione di organismi geneticamente modificati. Per quanto mi riguarda, continuerò a essere al fianco di tutte le associazioni e organizzazioni che danno battaglia a questo assalto all’agricoltura e all’ambiente, portato avanti peraltro senza il minimo coinvolgimento pubblico, nella migliore tradizione delle multinazionali sementiere alle quali evidentemente la Ministra è particolarmente sensibile”.