“Il petrolio e soprattutto il gas naturale possono essere una risorsa per l’Italia, se utilizzati in maniera intelligente, creando prospettive future di riconversione energetica, puntando sullo sviluppo dei territori e tutelando in maniera ineccepibile l’ambiente e la salute dei cittadini. Ma il Governo giallo-rosso ha mostrato la chiara intenzione di non credere in questi presupposti. Infatti, aveva proposto un articolo al decreto mille proroghe in cui si intendeva bloccare le concessioni estrattive. L’articolo è poi stato stralciato, non tanto per convinzione politica, ma per ragioni finanziarie. Il che dà la raffigurazione plastica di come l’esecutivo brancoli nel buio”. Lo dicono, in una nota, i senatori Arrigoni e Pepe, rispettivamente Responsabili dei Dipartimenti Energia e Mezzogiorno della Lega.
“Se è vero che tutti vorremmo una migrazione del sistema Paese verso la green economy – spiega Pepe – è anche vero che questa operazione va costruita, creando i presupposti per garantire anche la sostenibilità economica e sociale. Ma se si ragiona per spot, come ama fare il tandem 5 Stelle-Pd, allora vengono a mancare i principi essenziali dello sviluppo di un Paese. Territori come quello della Basilicata, con una simile scelta, senza aver costruito un’alternativa credibile, rischierebbero un immediato collasso. Inoltre, se una tale proposta dovesse passare nei prossimi mesi, i siti estrattivi lucani del Cova di Viggiano, dove la concessione è già scaduta, e di Tempa Rossa, che andrebbe in scadenza tra due anni, non avrebbero un futuro. Al di là delle facili esultanze dei promotori della decrescita tutt’altro che felice, ricordiamo che tale posizione causerebbe un’immediata mancanza di risorse economiche rivenienti delle royalties per 140 milioni all’anno nella sola Basilicata, la totale dipendenza energetica dell’Italia dall’estero, l’aumento inevitabile delle bollette per i cittadini e la disoccupazione per un settore che verrebbe rottamato, senza aver creato un’alternativa efficace”.