Sono scattate in mattinata le visite guidate alla Casa Cava e alla Casa di Ortega, due esempi di “Architetture ritrovate”, il tema scelto dal Fai, Fondo per l’Ambiente Italiano per la ventesima edizione delle giornate di primavera. La manifestazione si svolge in 250 città italiane e per mettere al pubblico di riscoprire circa 670 beni fra chiese, palazzi, case, giardini e teatri. Per queste due giornate la delegazione di Matera del FAI ha organizzato la visita a due “Architetture ritrovate” nel Sasso Barisano: la Casa Cava e la Casa di Ortega, due siti di una bellezza straordinaria che raccontano la storia della città dei Sassi.
Ad accogliere i visitatori un gruppo di studenti del Liceo Classico di Matera. Alcuni hanno scelto di svolgere il ruolo di cicerone per le visite guidate ai due siti coinvolti nell’iniziativa mentre altri si sono impegnati in alcune performance artistiche. In particolare nella casa cava Gennaro Tortorelli della quinta C ha declamato alcuni versi ispirati alla vita negli antichi rioni Sassi mentre Francesco Moro, sempre della quinta C, ha eseguito al piano una sua composizione musicale mentre nella casa di Ortega la poesia di Maria Bruna Moliterni, anche lei selezionata dalla quinta C, è stata accompagnata dal suono della chitarra di Dario Misano, quest’ultimo della IV A. Il ruolo di cicerone nella casa di Ortega è stato svolto con grande professionalità da altre due studentesse della quinta C del Liceo Classico di Matera, Rossella Mestice e Mara Paolicelli.
L’itinerario nella giornata di primavera ha previsto la visita alla ”Casa Cava”, complesso prevalentemente ipogeo costituito da un’antica cava a pozzo di origine post medievale, utilizzata fino al Seicento e cavata completamente a mano. Questo gioiello incastonato nel complesso scavato di San Pietro Barisano è stato destinato a sala per concerti, per le sue peculiarità acustiche e foniche con circa 140 posti a sedere. L’inaugurazione è avvenuta il 21 settembre del 2011. L’allestimento interno ha riguardato l’introduzione di pedane, sedute e impianti tecnologici, senza intaccare la naturalità e i segni del luogo.
In questo armonico scambio tra natura e scrittura moderna si definisce uno spazio di grande suggestione e fruibilità, adatto all’arte e alla musica.
Il progetto è stato redatto dall’Ufficio Sassi di Matera, che si è avvalso della consulenza dell’architetto Renato Lamacchia, per il restauro architettonico e il disegno delle sedute, e dell’ingegnere Gennaro Loperfido, per l’impiantistica. E’ seguita dopo una breve passeggiata nel tratto tra via D’Addozio e via Fiorentini la visita programmata alla “Casa di Ortega”, che ha permesso a materani e turisti di visitare il “cantiere” dove sono in corso i lavori per aprire alla pubblica fruizione un edificio prestigioso dei Sassi, destinato a sede del “Museo delle Arti applicate: la Casa di Ortega”. L’immobile, infatti, venne in parte acquistato direttamente dall’artista spagnolo Josè Ortega e, dopo la sua morte, i suoi eredi hanno autorizzato la donazione del palazzo alla Fondazione Zétema, con il vincolo di destinazione museale.
Il progetto della Casa di Ortega è il frutto di una duplice strategia: esporre opere d’arte contemporanea in uno dei luoghi più antichi del mondo e realizzare un’inedita area espositiva della più qualificata produzione artigianale locale. Attualmente è possibile ammirare alcune produzioni delle opere pittoriche di Josè Ortega e le decorazioni realizzate all’ingresso, su due volte e nel bagno da parte del ceramista materano Giuseppe, per gli amici Peppino, Mitarotonda. Le opere sono ispirate ai luoghi e agli eventi che hanno particolarmente affascinato Josè Ortega durante la sua permanenza nella città dei Sassi. Le ceramiche rievocano infatti momenti di vita nei Sassi e un momento della Festa della Bruna, una ricorrenza che ha lasciato il segno nel cuore del grande artista spagnolo.
Nella serata del 24 marzo la giornata di primavera del Fai sarà celebrata anche da un concerto straordinario offerto dal Conservatorio di musica “E.R.Duni”. L’orchestra da Camera del Conservatorio diretta dal Maestro Daniele Belardinelli esegue musiche di Duni e Vivaldi. L’organizzazione ha comunicato che sono esaurite le prenotazioni per tutti i posti disponibili. Si potrà consentire eventuale ulteriore accesso solo se dovesse venire meno qualcuno dei prenotati.
Ricordiamo anche che l’associazione Il Ciclamino – FIAB Matera– associazione di cicloambientalisti ha organizzato per i giorni 24 e 25 una passeggiata in bici con partenza da piazza Vittorio Veneto. I dettagli dei percorsi possono essere consultati sul sito www.fiabmatera.it.
Per prenotare la visita anche nella giornata di domenica 25 marzo 2012 si consiglia di telefonare al 338.4538935 (Antonio Biscaglia). Per sentirsi “mecenate per un giorno” è previsto un contributo a favore del FAI a partire da un euro a persona.
Michele Capolupo
Le curiosità sulla Casa di Ortega
Il progetto della “Casa di Ortega” è il frutto di una duplice strategia: esporre opere d’arte contemporanea in uno dei luoghi più antichi del mondo e realizzare un’inedita area espositiva della più qualificata produzione artigianale locale.
Il filo conduttore del progetto parte dalle produzioni pittoriche del grande artista spagnolo Josè Ortega, realizzate in Matera negli anni 70 utilizzando tecniche e materiali dell’artigianato artistico locale. Ortega, infatti, volle sublimare nella sua ispirazione artistica il prodotto artigianale più popolare e più emblematico della città dei Sassi: la cartapesta. Fu lo stesso Ortega a proporre di non relegare le sue opere su nude pareti ma di farle vivere in ambienti organizzati dalla presenza di prodotti e di oggetti destinati alla fruizione quotidiana.
Nell’edificio, un tempo fortilizio longobardo, in una posizione dominante e di grande suggestione ambientale, saranno, quindi esposti i venti bassorilievi cromatici in cartapesta (cm. 120×120) e i relativi calchi in gesso, donati dall’artista spagnolo agli amici materani, formanti le due serie narrative “Muerte y Nascimiento” e “Pasaron”.
La Casa di Ortega sarà quindi uno spazio dove esporre non solo i bassorilievi in cartapesta dell’artista bensì un’area dove fissare il messaggio culturale maturato nel quotidiano colloquio di Ortega con Matera. La proposta intende realizzare un intervento di recupero esemplare di un’antica abitazione dei Sassi, organizzata come ambiente di vita, mediante l’uso di arredi tradizionali, attualizzati e resi funzionali alle esigenze dell’uomo contemporaneo. Più precisamente si punta a trasferire la cultura dei materiali e delle forme tradizionali nell’arredamento di una dimora moderna. Per questo, le antiche manualità sul tufo, sulla terracotta, sulla ceramica, sul legno, sul ferro, sulla cartapesta, sulla stoffa devono esprimersi in funzione di un loro uso concreto per l’arredamento dell’abitazione.
In tale prospettiva si realizza una simbiosi straordinaria tra la creazione dell’artista e le nuove produzioni dell’artigianato locale, capace di polarizzare un fecondo e rinnovato interesse. L’obiettivo è quello di recuperare il modello antico della capacità e della manualità artigiane, per trasferirlo nella modernità; è la riscoperta di un legame tra identità e manualità. Il recupero di competenze e di connessioni perdute, di abilità artigiane andate smarrite.
Gli artigiani investititi nella operazione, utilizzeranno poi la casa di Ortega come area espositiva della loro recuperata e qualificata produzione; tale scelta comporterà che gli stessi artigiani dovranno farsi carico, nell’ambito del rispettivo budget promozionale, di concorrere nei costi gestionali del complesso espositivo.
La realizzazione degli interventi rappresenterà un momento fecondo di progettazione e di esecuzione dei manufatti e consentirà la attivazione in alcuni locali di botteghe di officine di artigianato tonificate da qualificate filiere formative.
Dopo l’acquisizione dell’immobile, la Fondazione Zétema si è fatta carico, con proprie risorse, dell’opera di consolidamento strutturale e funzionale dell’edificio. Con successive risorse ottenute dal riparto nazionale dell’otto per mille, sono state effettuate le gare di appalto e la aggiudicazione dei lavori, il cui materiale affidamento è avvenuto in data 8 settembre 2008.
La Casa di Ortega, quindi andrà ad arricchire il sistema museale materano e la rete del programmato distretto culturale lucano.
Biografia di José Ortega
1921 – José Ortega nasce ad Arroba de Los Montes un piccolo paese della Castiglia del sud.
1936 – Ha inizio la guerra civile spagnola. Ortega quindicenne, già pittore, dipinge per le vie di Madrid in solidarietà con le milizie popolari.1940/45 – Lavora in un laboratorio di pittura e decorazione. Esegue manifesti pubblicitari.
1947 – Viene condannato a dieci anni di carcere per la sua attività antifranchista.
1953 – Riceve una borsa di studio del Governo francese: frequenta l’Ecole Estionne e la Ecole de beaux arts di Parigi. Edizione artigianale del Terrore franchista (25 incisioni: litografie, linoleum e xilografie. E inoltre “Libertà Parigi” 10 incisioni stampate in ciclostile)
1954 – Torna in Spagna. Partecipa alle lotte del popolo spagnolo contro la dittatura.
1955 – Medaglia d’oro al Festival Internazionale della Gioventù di Varsavia.
1956 – Espone alla Galleria Alfil di Madrid.
1957 – A Madrid il poeta Gabriel Celaya pubblica sulla Rivista culturale ‘Insula’ il poema A José Ortega, pittore spagnolo: un coraggioso atto di solidarietà di un poeta a un pittore perseguitato dalla polizia politica. Compie un viaggio in Cina. Esegue una serie di disegni sul tema: Come un Paese costruisce il socialismo. Ritorna in Spagna e continua a vivere nella clandestinità.
1958 – Fonda il gruppo ‘Estampa popular’ e pubblica il ‘Manifesto Arte Contro’. Il poeta italiano Velso Mucci, invitato in Spagna dalla rivista ‘El Contemporaneo’ fa conoscere in Italia le opere di Ortega realizzate nella clandestinità e gli dedica la poesia Quest’uomo (Carte in tavola, Milano, ediz. Feltrinelli).
1959 – Frequenta Albissola dove conosce i più noti artisti contemporanei da Lam, a Jorn, ad Appel, a Fontana, a Sassu. Esegue alcune ceramiche.
1960 – Esilio in Francia. Espone alla Librèria Spagnola di Parigi. Mostra personale all’Associazione degli Artisti Baschi di Bilbao, organizzata dal pittore Ibarrola. In risposta alla chiusura della mostra da parte della polizia franchista si dimette la giunta esecutiva.
1962 – Diventa amico del noto incisore Johnny Friedlaender e ne frequenta lo studio. Presto viene considerato come un caposcuola della sua generazione. Le sue incisioni vengono pubblicate da L’Oeuvre gravée di Parigi che lo presenta insieme ad Appel, Clavé, Corneille, Friedlaender, Severini, Sugal, Zao Wou-ki. La Lublin Co. pubblica a New York un suo gruppo di incisioni e ne organizza una mostra a Saint Louis e a Toronto.
1963 – Il Congresso Internazionale di Critici d’arte del Verucchio, presieduto da G.C. Argan, gli assegna una Medaglia d’Oro per la sua arte e per la sua lotta a favore della libertà. Partecipa ad una grande rassegna di Artisti della Spagna, alla Maison de la Pensée di Parigi, nel quadro della campagna a favore della amnistia in Spagna.
1964 – Antonello Trombadori organizza la sua prima mostra personale in Italia alla Galleria La Nuova Pesa di Roma.
1965 – Espone alla Galleria Peintres du Monde di Parigi, alla Gallery 288 di St. Louis, alla David Mirvish Gallery di Filadelfia e alla Maxvell Gallery di Toronto.
1966 – Espone alla galleria la Bussola di Torino e alla galleria La Pochade di Parigi disegni e tempere
1967 – Espone alla Galerie Chico Haller di Zurigo, alla Galleria Dantesca di Torino, alla Galerie Horn del Lussemburgo e alla Galerie Le Crauset di Bruxelles. Illustra il ‘Pitocco’ di Quevedo per l’Editore Fògola di Torino.
1968 – Seconda mostra a La Nuova Pesa di Roma. Personale alla Galleria Heimeshof di Essen in Germania.
1969 – Mostre alla Galleria La Bussola di Torino e alla Galeria Ebusus di Madrid. In un anno realizza le venti incisioni della grande suite dei ‘Segadores’ che si ispira alle sofferenze quotidiane dei lavoratori della terra. Questo importante lavoro, che farà apprezzare Ortega in tutto il mondo, è il frutto di una nuova ricerca di espressione grafica nella quale vengono utilizzate varie tecniche insieme: dalla pietra litografica, all’incisione su materiali diversi.
1970 – Conosce a Parigi Alfredo Paglione e prepara per lui la sua prima personale a Milano alla Galleria 32 che verrà presentata in catalogo da Mario de Micheli e dalla poesia Ortega de segadores di Rafael Alberti. Contemporaneamente al Centro d’Arte l’Annunciata viene presentata l’Opera Grafica. Nell’estate partecipa, su invito di Vittorio Fagone, alla XI edizione della Mostra nazionale di Pittura ‘Vita e Paesaggio di Capo d’Orlando’ e visita la Sicilia cui dedica numerose opere. A Novembre e Dicembre l’Orangerie Verlag di Colonia organizza sei mostre in contemporanea dedicate ai ‘Segadores’ a Colonia, Norimberga, Essen, Amburgo, Minden e Krefeld.
1971 – Lavora al grande ciclo di 60 incisioni su Dürer. Mostre a Olte in Svizzera e a Salisburgo in Germania.
1972 – Espone per la prima volta il ciclo di incisioni su Dürer alla mostra “Omaggio a Dürer” Germanisch Museum di Norimberga in Germania. E successivamente il ciclo viene esposto anche dall’Art ’72 di Basilea presso l’Orangerie di Colonia e, per la prima volta in Italia, nella Sala delle Asse del Museo del Castello Sforzesco di Milano riscuotendo un clamoroso successo. Mostre personali alla Galleria 32 di Milano e alla Galleria Punto di Valencia.
A breve la fotogallery dedicata alla giornata di primavera del Fai nella Casa Cava e nella Casa di Ortega (foto www.sassilive.it)
Il 14 aprile 1972 giunge a Matera per la prima volta.
1973 – Lavora a Matera a una serie di opere, bassorilievi in cartapesta dipinti a tempera.
1974 – Vengono presentati a Milano al Castello Sforzesco, i due films (Nascita e morte degli innocenti e Passarono con musiche di Francois Rabath (contrabasso) e di Paco Ibanez (chiatarra). Mostre alla Galleria Guyot di Parigi e alla Galleria 32 di Milano, al Salon de Mai di Parigi e a La Nuova Pesa di Roma (nature morte in cartapesta dipinta).
1976 – Il 9 Febbraio torna in patria dopo sedici anni con un permesso speciale di due mesi ed espone per la prima volta in Spagna alla Galleria Iolas Velasco di Madrid, alla Galleria Punto di Valencia e al Museo di Bilbao il suo grande ciclo di bassorilievi realizzati a Matera ‘Nascita’ e ‘Massacro degli innocenti’. A Ottobre gli viene dato il passaporto per tornare definitivamente in Spagna. Realizza a Bosco, nel Salernitano, dove ha aperto un nuovo studio, un grande murale in ceramica il cui tema è un piccolo paese del cilento incendiato e distrutto per difendere la propria libertà.
1980 – Mostra antologica alla Galleria Fucares e nella chiesa di San Augustin di Almagro a richiesta dei rappresentanti del PSOE. Il sindaco ordina di chiudere la mostra e Giuseppe Appella su L’Osservatore romano del 25 Gennaio 1981 scrive: “Le ferite appena cicatrizzate si aprono di nuovo”. Torna in Italia e si ritira nei suoi studi di Matera e di Bosco.
1981 – Mostra omaggio a Picasso e Quevedo da parte di pittori e poeti alla Casa della cultura di Getafe, Madrid. Nei mesi di aprile-maggio personale nelle sale della Cassa di Risparmio di Alicante. A Lecce gli viene reso omaggio, con una mostra di sue opere, in occasione dell’inaugurazione della Casa della Cultura. Personale alla Galleria 32 di Milano.
1983 – Mostre alla Galleria Orangerie-Reinz di Colonia e alla Fiera di Basilea.
1984 – Alla fiera ARCO-84 di Madrid la Galleria 32 presenta il trittico ‘El 23-F’ che si riferisce al tentato golpe di Tejero. L’opera suscita vivissimo interesse; sono riconoscibilissimi i personaggi che hanno scritto una pagina importante della storia recente spagnola.
1985 – E’ presente con sue opere alla mostra “Omaggio a Raffaele Carrieri” organizzata alla Galleria 32 di Milano e trasferita successivamente a Taranto, patria di Carrieri, che in vita aveva dedicato una serie di sue poesie a Ortega. Fiera di Colonia con la Galleria Orangerie-Reinz. Fiera di Madrid ARCO ’85 con la Galleria Punto di Valencia.
1986 – Partecipa con alcuni suoi dipinti fra i quali il grande dittico ‘La muerte del Cardenal falangista’, alla mostra ‘Spagna, 75 anni di protagonisti’ organizzata dal Museo della Villa Malpensata a Lugano. Mostra personale con la Galleria 32 di Milano ad ARCO ’86. In dicembre viene invitato a partecipare alla mostra ‘Omaggio al Cubismo’ presso la Scuola di Belle Arti di San Fernando di Madrid.
1987 – In gennaio partecipa alla mostra ‘Artisti per la pace’, al Palazzo di Cristallo dei Retiro a Madrid. Mostra personale con la Galleria Orangerie-Reinz di Colonia ad ARCO ’87. Grande mostra in Marzo-Aprile alla Sala Luzàn della Cassa di Risparmio dell’Immacolata a Saragozza.
1990 – Personale alla Galleria Faunas di Madrid. In ottobre ‘Omaggio a José Ortega’, antologia di opere dal 1968 al 1990, alla Galleria Appiani Arte 32 di Milano, presentata in catalogo da Alberico Sala.
1990 – Muore a Parigi il 24 dicembre
1991 – In aprile-maggio un gruppo di oltre 50 pittori, scultori e scrittori spagnoli, fra i più noti, rende omaggio alla sua memoria con una mostra nelle sale della Galleria Villanueva di Madrid. Si inaugura alla Fortezza Priamar il Museo Sandro Pertini di cui Ortega era grande amico. Sono presenti nella collezione 4 opere di Ortega.
1991 – Capo d’Orlando, nell’ambito della XXXI Rassegna nazionale di Pittura, gli dedica una mostra retrospettiva (27 Dicembre 1991 – 12 Gennaio 1992).
1992 – Mostra personale con le opere della serie “Ortega – Durer” alla Galleria Italia di Alicante.
1993 – Mostra antologica di pittura e opere grafiche in Spagna al Centro de Exposicione di Ciudad Real.
1994 – Ad Arte-Fiera Bologna e ad Artissima Torino personali con la Galleria Appiani Arte Trentadue di Milano.
La fotogallery delle giornate di primavera dedicate alla Casa Cava e alla Casa di Ortega (foto www.sassilive.it)