Il racconto di un protagonista assume non di rado il valore di una narrazione collettiva. Era l’intenzione esplicita di Giovanni Grieco, per tutti Giannino, quando decise di raccontare alcuni degli anni più belli della sua vita, interrotta troppo presto per vedere finito il suo lavoro. Un impegno che hanno assunto e onorato un gruppo di amici, guidati da Cristina Grieco, figlia del giocatore e allenatore dell’Unione Sportiva Basket Olimpia Matera. Una realtà che ha visto la luce il 3 gennaio del 1961 e non ha mai smesso di crescere, partendo da giovanissimi pionieri che fecero della pallacanestro uno dei vessilli più amati del quartiere popolare Piccianello.
Il volume s’intitola “Globuli Basket – Alle origini dell’U. S. Basket Olimpia Matera (1960 – 1980)”. Pubblicato da Edizioni Magister, propone 160 pagine e una storia tutta da leggere e da guardare, perché corredata da rare immagini in bianco e nero in un album capace di suscitare profonde emozioni. Una lunga cavalcata che, partendo dai campetti all’aperto, ha toccato i vertici più alti del basket lucano per via di quel Dna, quei globuli basket che scorrevano nelle vene di formatori come i ragazzi di Piccianello. Molte sono le testimonianze raccolte nel volume già disponibile nelle librerie materane prima del 3 gennaio, data del sessantesimo compleanno dell’Olimpia. “Si parla tanto di formazione – scrive nella prefazione Pasquale Doria – molto meno di formatori. Merce rara, a pensarci bene. Se dovessi scegliere un termine per sintetizzare l’operato di Giannino Grieco, non avrei chissà quali dubbi in proposito. È stato un maestro, nel senso più tradizionale del termine. Più che un qualunque esperto di basket, aveva maturato la statura di un docente di pallacanestro. La differenza è di non poco conto, importante, perché ha svolto un ruolo costante nel tempo rivelandosi un profondo conoscitore dei processi d’insegnamento. Un impegno destinato a ragazzini che con la sua guida sono diventati adulti e che non hanno dimenticato – questo è almeno il mio caso – la forza che riescono a esprimere la pacatezza e la determinazione. Grazie, Giannino”.