Nicola Pavese, presidente Associazione “Matera Ferrovia Nazionale”: “L’ultima occasione per lo sviluppo è utilizzare bene il Recovery Fund” europeo. Di seguito la nota integrale.
Per capire l’importanza delle Ferrovie dello Stato per una città bisogna immaginare cosa sarebbe Bari senza la ferrovia statale: sarebbe soprattutto penalizzata per la mancanza di collegamenti (e viaggiatori) con il Centro-Nord dell’Italia e, alla stessa maniera, per l’import/export delle merci. Un disastro incalcolabile per l’economia. Poi proviamo a immaginare Matera con le FS e i vantaggi che deriverebbero per il commercio, le esportazioni e il turismo. Basta questo piccolo sforzo dell’immaginazione per capire che a Matera e in Basilicata ci potrà essere un reale cambiamento solo con l’immissione della città dei Sassi nella rete nazionale delle ferrovie.
Il 2021 doveva segnare una fase avanzata del completamento della tratta Ferrandina-Matera. Tutto è invece fermo per il maledetto Covid. La “riprogettazione” dell’opera da parte di Rete Ferroviaria Italiana, secondo le norme europee aggiornate, è stata ultimata a dicembre 2019 e a luglio 2020 il progetto ha superato l’esame (molto importante!) del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici a Roma. Dal sottosegretario Margiotta apprendiamo che si attende, come per altre 10 opere infrastrutturali italiane, la nomina di un commissario governativo che potrà velocizzare l’iter burocratico. Ci sono fondati motivi, pertanto, per pensare che il 2021 debba essere l’anno della ripresa dei lavori e del rilancio socio-economico di Matera e della Basilicata. Intanto un primo segnale importante viene dalla recente offerta di FS: il Frecciarossa (da Ferrandina) fino a Torino, con fermate a Napoli, Roma, Firenze, Bologna, Milano.
Per lo sviluppo regionale si deve infatti puntare sull’ammodernamento e sull’ampliamento dei trasporti su ferro, anche al fine di arginare il declino, le criticità e i ritardi della regione. Ci sono questioni sociali gravi da affrontare, come lo spopolamento dei paesi, il rischio frane, il calo demografico, la disoccupazione in una realtà che da tempo “annaspa”. Con le risorse del “Recovery”, adesso non si può più sbagliare, a iniziare dalla Regione Basilicata, dove il presidente Bardi ha fatto bene a denunciare che <<non si possono accettare solo le briciole dal Governo centrale>>. Tuttavia proprio la Regione deve investire bene i prossimi fondi europei. E per questo dialogare con le altre istituzioni per individuare i reali fabbisogni dei territori. Il neo-sindaco di Matera, Bennardi, infatti, punta tra le altre cose sulla mobilità interna/esterna per rilanciare il commercio e il turismo. Ed è alla guida di una amministrazione che vuole relazionare con il territorio provinciale e regionale. Segnali importanti vengono inoltre dal dinamismo delle imprese e da una nuova visione di sviluppo. Si è consapevoli che siamo all’ultima spiaggia: si devono superare quindi sterili steccati del passato e fare gioco di squadra. Entrando in sintonia persino con gli interventi programmati nel resto del Sud. Nonostante la crisi, ci sono notevoli potenzialità come la presenza delle aeree industriali di La Martella, Jesce e Valbasento dove bisogna favorire le produzioni e le esportazioni e incentivare il lavoro. C’è una piattaforma intermodale a Ferrandina pronta sin dal 1996 in un’area che godrà di importanti vantaggi fiscali perché rientrante nella zona franca doganale del porto di Taranto. Ci sono segnali di evidente determinazione imprenditoriale che vanno incoraggiati, tra questi la recente azienda “Agritreno”, che si sta insediando (con 200 nuovi posti di lavoro) nel settore delle spedizioni. Ci sono 365 milioni di euro per la suddetta ferrovia e per creare altri posti di lavoro auspicando anche interventi per una migliore viabilità provinciale.
Tuttavia, ci sono i tempi europei da rispettare: entro il 31 luglio 2022 per assegnare le prime gare di appalto per opere da realizzare; invece entro il 31 luglio 2026 per ultimarle e collaudarle. Il rischio per tutti è perdere i successivi finanziamenti del “Recovery” se non saranno rispettati i tempi. Anche per questo chiediamo alla politica regionale di confrontarsi con le forze sociali, le imprese e la società civile e di non vanificare i fondi europei e nazionali per raggiungere l’attesa coesione territoriale. Serve quindi un segnale di responsabilità e di affidabilità con un deciso sostegno al completamento della Ferrandina-Matera e alla connessione sulla Bari-Taranto. Insieme alla riqualificazione della tratta Taranto-Metaponto-Potenza (entro il 2026!) e quella successiva Potenza-Salerno per completare e rendere veloce il tracciato lucano della A/V di rete. E un sostegno non può non venire dalla classe politica più giovane impegnata a Roma e in Basilicata. Infatti, è proprio nei giovani il futuro della nostra regione.