Deposito di rifiuti radioattivi, Matera Civica: ” La mobilitazione inizia immediatamente, ora”. Di seguito la nota integrale.
Parte così una nota del movimento politico Matera Civica in riferimento alla riproposizione, praticamente la stessa del 2014, della mappa che individua i siti tra la Basilicata, provincia di Matera e vicino altopiano murgico, per i futuri cimiteri di scorie radioattive d’Italia.
L’amara considerazione, a valle delle indicazioni territoriali, è che cambiano i Governi, ma non mutano i metodi.
Le ipotesi di mantenere lo stoccaggio nelle varie sedi, in cui si trovano le scorie su scala nazionale, rimane da anni il percorso più ragionevole e condiviso dalle popolazioni interessate.
Il sito unico, o pichussimi siti, significa decretare, per sempre, il destino di un territorio.
Per le scorie più tossiche non dimentichiamo che occorrono millenni, è il caso del plutonio, prima del loro decadimento, ovvero prima di diventare innocue.
Questo significa compromettere anche la memoria umana, che potrebbe perdere la cognizione di presenze così scomode consegnate inopinatamente a una molto remota futura memoria.
Senza contare che la provincia di Matera paga già da decenni un conto salato a causa della detenzione di 64 barre di uranio-torio, provenienti dalla centrale americana di Elk River.
La sperimentazione è già finita negli anni Settanta ma, la detenzione a carico delle nostre comunità di questa scomoda eredità, non è mai terminata.
Bisogna dire con forza e coraggio NO al sito nel nostro territorio o nella vicina Puglia e, con altrettanta determinazione, tornare a chiedere agli Usa di riprendersi ciò che gli appartiene.
Abbiamo già pazientato e dato molto.
È ora di dire basta, all’unisono, come nel 2003.
cambiano i governi ma la musica non cambia; forse il messaggio lanciato con le proteste nel 2003 non e’ bastato o e’ evaporato; certo pero’ che i vari “suonatori” che si succedono nel tempo nei governi fanno difficoltà a ricordare le proteste del 2003, o fanno finta che non sia successo nulla nel 2003; non e’ un bel segnale questo continuo riproporre cose che il popolo non vuole, le proteste del 2003 non sono state sufficienti quindi forse bisogna farglielo capire in altro modo