Donato Pessolano, referente di Basilicata in Azione: «Non ci ha convinto la modalità di comunicazione, è impossibile che tutti siano stati all’oscuro fino all’alba di questa mattina. Mi aspetto una interrogazione parlamentare per fare chiarezza sulla comunicazione tra Stato e Regione. Chiedo all’assessore Rosa e al Governatore Bardi di rendere pubbliche le eventuali comunicazioni intercorse”. Di seguito la nota integrale.
La notizia dell’individuazione delle 67 aree potenzialmente idonee ad ospitare il deposito nazionale di rifiuti radioattivi,17 per l’esattezza quelle collocate tra la Basilicata e la Puglia, è giunta come un fulmine a ciel sereno, sconvolgendo l’intera opinione pubblica lucana.
«Una notizia che ci lascia perplessi, non staremo a guardare. La Basilicata non diventerà il cimitero di scorie nucleari d’Italia» questo il primo commento di Donato Pessolano, referente di Basilicata in Azione.
«Il nostro territorio-prosegue Pessolano – non potrà mai diventare deposito di rifiuti nucleari, il nostro è un territorio fragile, dall’alto rischio sismico, le aree indicate sono per lo più a vocazione agricola e turistica. La nostra terra ha bisogno di infrastrutture, di ospedali sempre più all’avanguardia, di strutture ricettive e non di un cimitero di scorie. Le cittadine coinvolte da questa indagine sono fulcro di storia e di cultura per l’intera Regione, nessuno deve sentirsi esente da questa battaglia che porteremo avanti con indagini puntuali, studio e infinita tenacia.Basilicata in Azione non si arrende, siamo già al lavoro. Non ci ha convinto la modalità di comunicazione, è impossibile che tutti siano stati all’oscuro fino all’alba di questa mattina. Noi di Azione vigileremo affinché tutto l’iter si svolga nel modo più chiaro possibile. Per noi è inaccettabile che ci siano parlamentari che stiano in silenzio ed altri che si limitino a fare comunicati. Mi aspetto una interrogazione parlamentare per fare chiarezza sulla comunicazione tra Stato e Regione. Chiedo all’assessore Rosa e al Governatore Bardi di rendere pubbliche le eventuali comunicazioni intercorse».