Deposito scorie radioattive in Basilicata, intervento di Giuseppe Digilio, Coordinatore regionale Verdi-Europa Verde Basilicata. Di seguito la nota integrale.
Come ci aspettavamo, il Ministero dello Sviluppo Economico e quello dell’Ambiente, hanno rilasciato il nulla osta alla pubblicazione della Carta Nazionale delle Aree Potenzialmente Idonee (CNAPI). Nessuna sorpresa. Il sito di Scanzano Jonico risulta ancora tra le 67 località idonee ad ospitare il deposito di stoccaggio unico nazionale. Nel 2003 fu il generale Carlo Jean, ex presidente del Centro Alti Studi per la difesa, ex consigliere militare del Quirinale, ex responsabile nazionale della gestione impianti nucleari, incaricato da Berlusconi a capo della Sogin, a indicare Scanzano come unica sede per stoccare le scorie nucleari. La sorpresa per lui, per l’ex presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi e per il centrodestra al Governo in quegli anni, fu la grande mobilitazione del popolo lucano contro l’ipotesi di trasformare Terzo Cavone nella discarica nucleare nazionale. Una vittoria del popolo contro la potentissima lobby nucleare. L’unico rammarico di quella grande mobilitazione è di non aver condotto la stessa battaglia per fermare anche le multinazionali petrolifere che nel frattempo, per un pugno di dollari, continuano a devastare la regione.
E’ inutile mostrarsi sorpresi, l’elenco dei siti è noto da tempo, e chi oggi dal governo e peggio ancora dall’opposizione (che era maggioranza nel 2003), chiede una seconda mobilitazione per scongiurare lo stoccaggio in Basilicata, lo fa sapendo che non potrà comunque essere la mobilitazione generalea bloccare l’arrivo delle scorie in Basilicata. Solo una vera e propria posizione di fermo diniego da parte del Parlamento e del Governo, invece, possono evitare il peggio. Non servono i proclami né dichiarazioni di ministri e leader di partito per mostrarsi sorpresi e sconcertati per la scelta dei siti. Serve, piuttosto, un impegno preciso a non procedere secondo le indicazioni della Sogin, società incaricata dal Ministero dello Sviluppo Economico, che ha solo evidenziato quali siano i siti maggiormente idonei a stoccare i rifiuti nucleari. Ora la scelta la farà il Governoinsieme alle Regioni. Per questo motivo, nelle prossime ore, il Movimento nazionale dei Verdi – Europa Verde, chiederà ufficialmente ai sindaci della Basilicata di deliberare la non disponibilità ad accogliere le scorie, dichiarando il proprio abitato come comune denuclearizzato. Al Governo e ai deputati di tutte le estrazioni politiche, i Verdi – Europa Verde, chiederanno di accogliere le istanze dei cittadini, ponendo definitivamente la parola fine al pericolo di insediamento di un deposito unico di stoccaggio nucleare in Basilicata. Non può ricadere sui lucani il prezzo da pagare per la mancata semplificazione dei luoghi dichiarati non idonei dall’Europa dove i rifiuti radioattivi sono tuttora stoccati. Né tantomenoil Governo puòchiedere ai Lucani di assumersi la responsabilitàdi una conseguente infrazione comunitaria commisurata all’Italia qualora i rifiuti nucleari nazionali non venissero depositati in un unico sito individuato nel nostro territorio. La Basilicata paga un prezzo già altissimo al fabbisogno energetico nazionale, senza che questo porti ricadute o benefici di alcun genere, né ai cittadini, né all’ambiente.
Nei prossimi due mesi, dunque, secondo il calendario stabilito dal ministero, si procederà alla consultazione dei documenti, dopodiché, nell’arco dei 4 mesi successivi, si avvierà un seminario nazionale che vedrà la partecipazione di Enti locali, università, Enti di ricerca, Associazioni di categoria, Sindacati, e chi più ne ha più ne metta, affinché si evidenzino i punti di forza e le criticità (soprattutto dal punto di vista economico, ma non ambientale) della realizzazione delle opere. Le osservazioni serviranno ad aggiornare eventualmente la Cnapi che verrà nuovamente sottoposta ai pareri del Ministero dello Sviluppo Economico, dell’Ente di controllo, ISIN, del Ministero dell’Ambiente e del Ministero delle Infrastrutture. Alla fine di questo percorso, il Ministero dello Sviluppo Economico, convaliderà la versione definitiva della Carta Nazionale delle Aree Idonee individuando le aree definitive secondo la particolarità del territorio scelto. Quindi, il vero tema in discussione, è quello di far prevalere l’interesse di una piccola regione come la Basilicata, anteponendolo all’interesse nazionale. Non sarà facile, ma è questo quello che la politica deve fare. In questo periodo di quattro mesi occorrerà dunque una piena assunzione di responsabilità, al di la delle posizioni e dei riposizionamenti ideologici di alcune forze politiche e di certi parlamentari che firmano provvedimenti in privato salvo poi sconfessare pubblicamente se stessi. Una manifestazione pacifica e sinergica, da giocare nelle stanze dei decisori, a diciotto anni di distanza dalla marcia di Scanzano. Una battaglia di interessi unitari a tutela del nostro territorio e del futuro della popolazione della Basilicata.