Deposito scorie radioattive, assessore comunale ambiente Summa: “Neppure l’ipotesi è accettabile per la Basilicata. Il Comune di Matera rigetta ogni criterio”. Di seguito la nota integrale.
Non c’è criterio di localizzazione e di applicazione, seppure su basi teoriche,che possa tenere: sul territorio lucano la SOGIN troverà le porte “sbarrate”. E’ utile fare una breve ricostruzione per capire i “lasciti” in terra lucana del nucleare.La Sogin ora redige la carta dei siti potenzialmente idonei peril deposito nazionale dei rifiuti radioattivi, includendo tra essi alcuni comuni della Basilicata. La stessa societàche ha assunto la gestione Itrec (Impianto di Trattamento e Rifabbricazione Elementi di Combustibile realizzato tra gli anni ‘60 e’70) di Trisaia di Rotondella per effettuare le attività di Decommissioning, cioè di smantellamento degli impianti e di messa in sicurezza dei rifiuti radioattivi. Tra questi ultimi,circa 200 fusti con rifiuti a media radioattività nel 1975 furono inglobati in malta cementizia a formare un gigantesco monolite fino alla profondità di 6,5 metri (indicato come fossa irreversibile 7.1).
Per oltre quarant’anni questi rifiuti sono rimasti interrati nel sito di Rotondella dove, per evitare chele acque sotterranee lambissero i rifiuti cementati, le stesse venivano drenate mediante sistema di pozzi, poi convogliate in vasche controllate per essere avviate allo scarico a mare. Nel 2015, durante l’ avvio delle operazioni di smantellamento, autorizzate da apposito Decreto Ministeriale, si è registrato un episodio di contaminazione delle acque di falda da sostanze cancerogene e potenzialmente tali. Dopo un lungo iter di caratterizzazione ambientale sono ancora in corso le attività di bonifica del sito e monitoraggio delle acque di falda contaminate. A fine anno 2019, nell’impianto Itrec di Rotondella, Sogin procede alla delicatissima operazione del taglio del monolite, all’estrazione delle relative sezioni e allo stoccaggio in un deposito controllato.
E’ del tutto palese che il territorio lucano ha subito e continua a subire i rischi e gli effetti sociali, nonché gli impatti ambientali del nucleare, ragion per cui va escluso aprioristicamente dalle ipotesi di ubicazioni di altri rifiuti radioattivi.Senza dimenticare che tra i lasciti della gestione dell’impianto Itrec rimane, tutt’ora attiva, la condotta che scaricagli effluenti radioattivi nel mare, dopo la verifica della radioattività rispetto a una formula di scarico autorizzata dal Ministero, rimasta immutata da oltre quarant’anni.
Continua, dunque, il tentativo di depauperare la Basilicata con approccio “similcoloniale”, dopo che la stessa, in nome di un bene comune, è già violata anche dalle estrazioni petrolifere ed ha subito l’impatto ambientale della chimica del petrolio degli anni 50 che ha ci lasciato il Sito da bonificare della Val Basento, di Interesse Nazionale, nonché l’altro Sito di Interesse Nazionale di Tito, in cui non manca anche la radioattività del bacino fosfogessi.
Le comunità lucane insieme alle istituzioni mostreranno ancora una volta la capacità di coesione e unità ritrovata nei momenti importanti della storia della Regione (il sisma dell’80, Scanzano 2003, Matera 2019) per respingere ogni malsana ipotesi di localizzazione.
Si ribadisce che non è in discussione la Carta CNAPI ma l’inclusione di un territorio come la Basilicata che al di là della storica fragilità ambientale, nonché geologica e idrogeologica, ha notevolmente contribuito al sistema energetico nazionale, tutt’ora lontano da ogni visione di sostenibilità ambientale
Si valuteranno di concerto con la Regione Basilicata e con il coinvolgimento della cittadinanza materana tutte le azioni da porre inessere per avviare le attività preparatorie alla formulazione delle osservazioni entro i tempi previstidalla consultazione pubblica (60 gg).
Alla riunione indetta per il 7 gennaio 2021 dal Dipartimento Ambiente tra i sindaci e Assessori al ramo, l’ANCI, l’ARPAB, i Presidenti delle Province,e il Presidente della Regione, l’Amministrazione di Matera porterà a ferma contrarietà a tale processo di localizzazione con osservazioni di carattere scientifico e sociale.