Lunedì 11 gennaio 2020 solo la Toscana, ad oggi, è pronta per far ripartire le scuole superiori in presenza al 50%. Il suo presidente, Eugenio Giani, ha dichiarato: “Abbiamo un livello di contagi che ce lo consente e un piano che ci farà vaccinare tutti”. Quattordici Regioni hanno già fatto sapere che sposteranno la data di inizio, prevista per lunedì 11 dopo l’accordo di “mezzanotte e mezza” in Consiglio dei ministri. Le ultime due comunicazioni sono arrivate, come aveva anticipato Repubblica, dalla Regione Lazio e dalla Liguria. La giunta guidata da Nicola Zingaretti e quella di Giovanni Toti hanno scelto lunedì 18 gennaio come nuova data di ripartenza delle superiori in classe, sia pure con metà studenti per ogni classe.
E’ interessante notare come i due governatori, uno di centrosinistra, l’altro di centrodestra, abbiano fatto una scelta prudenziale nonostante i loro territori siano rimasti in colore giallo dopo l’ultimo report dell’Istituto superiore di sanità.
Altre dodici regioni hanno già annunciato lo spostamento della data d’inizio per le scuole superiori. L’Umbria riaprirà il 23 gennaio. Veneto, Friuli Venezia Giulia, Marche e Calabria per il primo febbraio. Il Tar della Calabria, tuttavia, ha bocciato la parte dell’ordinanza riguardante elementari e medie: dovrebbero tornare a scuola lunedì. Il presidente Nicola Spirlì ha annunciato ricorso. Anche il presidente della Regione Sardegna, Stefano Solinas, ha fatto sapere che le scuole dell’ultimo ciclo potrebbero ripartire l’uno febbraio (o in subordine il 15 gennaio), ma non ha ancora firmato un’ordinanza. Il Piemonte ha scelto lunedì 18, come Lazio e Liguria. La Lombardia, una delle cinque regioni diventata arancione, ieri ha firmato per il rientro lunedì 25. Così l’Emilia-Romagna, anch’essa arancione. Il Molise ha sospeso le scuole di tutti i gradi, ad eccezione dell’infanzia, consentendo ai singoli sindaci di ammettere in presenza gli studenti delle elementari. Saranno loro a scegliere, città per città. Si torna lunedì 18 gennaio.
Il governatore campano Vincenzo De Luca, che ha parlato di picco dei contagi alla fine di questo mese, ha confermato che in Campania lunedì 11 tornano a scuola gli alunni dell’infanzia e delle prime due classi elementari. Sulle successive date – il 18 gennaio il resto della primaria, il 25 le medie e superiori – ci sarà un’ulteriore analisi: “Se i contagi ripartono non apriremo gli istituti scolastici”.
In Puglia niente scuole fino al 15, in ogni ordine e grado, con la possibilità di scelta delle singole famiglie. Il tentativo di Michele Emiliano di svuotare gli istituti, però, non ha fin qui funzionato. In Sicilia è possibile uno stop, come suggerito dal Comitato scientifico regionale, per le prossime tre settimane, con rientro quindi all’1 febbraio. Il presidente Nello Musumeci ha confermato l’ordinanza, ma per ora non ne ha offerto i dettagli. Restano aperti i nido e l’infanzia.
Quattordici regioni hanno ufficialmente rinviato, quindi, senza tener conto delle richieste della ministra dell’istruzione Lucia Azzolina. La Toscana riparte lunedì mentre le due province autonome di Trento e Bolzano sono in classe da ieri – parliamo sempre di superiori – al 75 per cento. La Sardegna, abbiamo visto, dovrebbe allinearsi al ritorno all’1 febbraio mentre non si sono ancora espresse con atti la Basilicata, che è pronta a rimandare la riapertura a fine mese, e poi Valle d’Aosta e Abruzzo, intenzionate ad aprire ma comunque pronte ad allinearsi a una scelta comune.