Deposito scorie nucleari, il no di “6000 Sardine Basilicata”. Di seguito la nota integrale.
È impensabile che dopo tutto ciò che successe nel 2003 a distanza di 17 anni siamo qui a parlare dello stesso problema. Molti dei ragazzi e delle ragazze che animano le Sardine, a quel tempo erano più piccoli ma sicuramente ricorderanno le immagini di quelle proteste.
La Basilicata si chiuse come un Riccio. Compatta, unita come non lo era mai stata.
Da Nord a Sud valicare i suoi confini era impossibile. Donne, uomini, bambini, anziani e giovani tutti insieme chi in piazza, chi in stazione, chi nei siti di stoccaggio previsti.
La Basilicata si chiuse eppure nonostante non arrivassero camion e treni il popolo lucano ha garantito la sua sopravvivenza.
Fu la protesta più bella. Fu la prima volta che parlarono di noi. Fu la prima volta che ci guardavamo come un unico gruppo. Volevamo tutti la stessa cosa.
Oggi a distanza di anni e con un Referendum del 2010 alle spalle, che sancisce che i cittadini non vogliano il Nucleare, siamo di nuovo qui a parlare ancora di nucleare, di rifiuti nucleari che, secondo Sogin, debbano essere smaltiti anche nelle nostre terre.
Ben 67 siti idonei in Italia volete sapere i criteri di scelta??
“dovranno essere luoghi poco abitati, con una sismicità modesta, senza vulcani né rischi di frane e alluvioni. Non a quote troppo elevate (non oltre i 700 metri sul livello del mare), non su pendenze eccessive. Non troppo vicine al mare. Non molto vicine a autostrade e ferrovie, ma abbastanza vicine ad autostrade e ferrovie per poter essere raggiunte comodamente dai carichi di materiale da stoccarvi. La Basilicata già oggi ha stoccaggi di rifiuti radioattivi pari a 251.985 gigabecquerel, secondo l’ultimo censimento Isin”.
Essere luoghi “poco abitati” non significa che non esiste o ha poca importanza!
Luoghi “poco abitanti” vuol dire essere ancora vivi, avere un’identità, avere una storia e sono attive! E anche questa volta non saranno soli.
Puglia e Basilicata.
Due regioni che vivono di Agricoltura, che hanno poche industrie e quelle che hanno NON sono di certo il fiore all’occhiello Italiano, vedi l’Ilva.
Anche in questo momento storico difficile non baratteremo il futuro con i soldi!
Se non dovessero servire petizioni e gruppi Facebook torneremo come nel 2003, nonostante il periodo.
Sarà importante restare uniti ricordando di essere Lucani, abbandonando le bandiere di ogni singolo. Uniti torneremo nelle piazze (nel rispetto delle regole sanitarie) per difendere la nostra splendida regione, con i suoi meravigliosi luoghi “poco abitati” pieni di coraggio.
Solo uniti possiamo vincere, ancora una volta, contro chi ha deciso di calpestare e cancellare il volere referendario.
Siamo un popolo silente. Ma sappiamo farci sentire quando lo vogliamo, senza violenza come è stato nel 2003. La violenza non ci appartiene. Non è il Nostro stile di vita.
Noi vogliamo vivere pacificamente, in modo pulito, seguendo il sole, la terra e le stelle.
Siamo così! Ultimi romantici e sognatori di un Mondo che corre.
Senza sapere dove andare. Ecco, a noi piace camminare, per goderci il viaggio e sapere dove andare.