Regolamento Urbanistico, Michele Morelli (Mutamenti a mezzogiorno): “Tagliare i ponti con il passato”. Di seguito la nota integrale.
La commissione urbanistica del Comune di Matera ha ripreso a discutere del regolamento urbanistico adottato nel 2018. Come abbiamo avuto modo di sostenere in passato si tratta di uno strumento che ha subito negli anni numerose versioni. Siamo partiti con la stesura del 2007, poi quella del 2010, successivamente quella del 2013 e infine del 2015. Nel 2018 l’amministrazione torna indietro e decide di adottare la versione del 2013. Nel frattempo abbiamo dovuto fare i conti con il piano casa 1 e 2 , con il continuo ricorso a varianti urbanistiche, con la legge regionale n. 25/2009 che invece di puntare sulla riqualificazione del patrimonio esistente si è trasformata in uno strumento che ha freddato qualsiasi tentativo di pianificazione urbanistica. Un provvedimento, quest’ultimo, definito dall’Istituto Nazionale di Urbanistica “una gande operazione di de-qualificazione generalizzata”.
Chi si aspettava un miglioramento dei servizi e della città pubblica, rimarrà deluso. Chi si aspettava un sostanziale alleggerimento del carico edilizio, in particolare nelle aree a rischio di dissesto (Serra Venerdì – Serra Rifusa), rimarrà deluso. Chi si aspettava una risposta all’eterna separazione tra gli antichi rioni Sassi e la città contemporanea rimarrà deluso. Chi si aspettava una risposta decisa al fabbisogno sociale crescente di “case popolari ” rimarrà deluso. Niente di tutto questo.
La proposta di R.U. adottata ad aprile del 2018 ( a valle della grande variante di San Francesco di circa 50 ettari ) trasforma le poche aree disponibili da dedicare ai temi collettivi in aree residenziali. Con un meccanismo perequativo che perequativo non è affatto, in quanto fortemente sbilanciato a favore della rendita edilizia. In merito agli standard urbanistici il regolamento presenta dati poco attendibili. Per quanto riguarda il verde locale si raggiunge poco più dei 9 mq/abitante grazie ai mq messi a disposizione dai borghi rurali e dai quartieri storici ( oltre 300mila metri quadrati di verde agricolo). La superficie totale dei parchi risulta pari a circa 236.921 mq che corrispondono ad uno standard territoriale di 3,94 mq/ab a fronte di 15 mq/ab previsti dalla legge (DM 1444/68). La quantità di parcheggi, grazie ancora una volta ai borghi e ai quartieri storici, ammonta a circa 12.000 posti auto, il Piano Piccinato nel 1975 ne prevedeva 28.286.
Ma il dato più preoccupante del RU 2018 è che non si pone nessuno obiettivo per adeguare la città ai cambiamenti in atto secondo principi di “sostenibilità” (ben declinati nell’Agenda 2030). Cambiamenti che hanno subito negli ultimi anni una forte accelerazione prendendo a pretesto la candidatura di Matera2019.
Per comprendere ciò che è accaduto sul piano urbanistico nella nostra città negli ultimi decenni basta confrontare i dati con le previsioni del piano Piccinato del ’75. Grazie all’ “urbanistica contrattata” abbiamo regalato alla rendita edilizia circa 1.530.651 mq di verde, parcheggi e servizi collettivi. La città pubblica ha ceduto il passo alla speculazione edilizia. Questo regolamento è insanabile.
Ma può sempre peggiorare, infatti non sono del tutto assopite le pressioni per far rientrare l’asse commerciale Matera Nord ( o parte di esso) nell’ambito urbano o modificare le norme di salvaguardia adottate all’ex sito della Barilla.
Ma non basta, per chiudere il decennio passato è necessario far decadere gli effetti della modifica dell’art.10 della Legge regionale n.25/2009 che il centro sinistra aveva pensato bene di prorogare la validità temporale prevista dalla legge (mesi 24) nel 2013 e nel 2015, per poi eliminarlo del tutto nel 2018 (compreso la modifica dell’art. 3 della legge che estende il bonus agli edifici residenziali in fase di realizzazione). Questo risultato lo si può raggiungere solo se l’attuale sindaco sarà capace di costruire una alleanza all’interno della Conferenza dei sindaci.
Bisognerebbe avere il coraggio di tagliare i ponti con la rendita e la speculazione edilizia. E’ quello che ci si aspetta dalla nuova amministrazione.