La ricerca in agricoltura biologica può avvalersi di un bando pubblico che mette in campo 4 milioni e 200 mila euro. Lo stanziamento complessivo ha uno tetto previsto per ciascun progetto di 300 mila euro, con una copertura fino al 90% della spesa ammessa a finanziamento. I progetti di ricerca dovranno essere orientati al miglioramento delle produzioni biologiche, all’innovazione dei processi produttivi delle imprese biologiche, al trasferimento tecnologico, alla fruizione e diffusione dei risultati della ricerca e alla diffusione dei benefici e vantaggi dell’agricoltura biologica. Questi gli assi strategici che orienteranno i progetti: dal miglioramento genetico alla meccanizzazione, all’approccio agro-ecologico nelle aziende bio alle tecniche di trasformazione, passando per la riduzione degli input, lo sviluppo sostenibile del territorio, la tutela ambientale, forestale e paesaggistica. Inoltre, potranno essere presentati progetti anche specificamente rivolti a due segmenti come Florovivaismo e Piante officinali, comparti sempre più prossimi alle dinamiche del biologico.
Per Cia-Agricoltori Basilicata è questa un’ulteriore e significativa opportunità per raggiungere l’obiettivo indicato nel Progetto “”Il Paese-la Basilicata che Vogliamo””: fare della nostra regione un moderno areale bio-economico e bio-tecnologico, puntando su una reale interazione tra risorse endogene, innovazione, economia della conoscenza, connettività digitale e la coesione territoriale e sociale.
Per questo rafforzando la ricerca e gli istituti che operano in regione – evidenzia Cia – occorrerà programmare e co-progettare rilevanti investimenti a partire dall’economia della conoscenza, dall’ICT, dalla connettività, dalle politiche di coesione, senza dimenticare l’impegnativo e impattante processo di riconversione a cui sono chiamati molti settori produttivi, dall’industria sia della trasformazione che manifatturiera, al terziario, alle tecnologie, ai servizi tutti protesi verso politiche eco-sostenibili e il New Green Deal.
Secondo Cia-Agricoltori la strategia dal produttore al consumatore, quella della biodiversità, il new green deal, riassegnano una strategica centralità all’azienda agricola e al settore primario.
In Basilicata tali processi produttivi eco-sostenibili rappresentano un importante valore aggiunto se finalizzati a sostenere le produzioni di qualità ed intensive che rappresentano gran parte dell’export lucano, il rilancio delle produzioni estensive agro-zootecniche e forestali sono l’occasione per costruire filiere e reti d’imprese territoriali e mercati di prossimità, aprendo a relazioni economiche con la filiera delle PMI della trasformazione e della distribuzione Regionale. Al centro di questa strategia c’è il Progetto di distretto regionale per la sostenibilità e l’innovazione agro-alimentare, zootecnico e silvo-forestale. Una struttura che deve avere fra i principali scopi quello di intercettare i benefici delle bio-attività, e dell’economia verde e sostenibile, che in raccordo con i dipartimenti competenti dovrà sovraintendere alla banca/registro dei crediti ambientali e di carbonio, ai processi di riconversione e alla bonifica degli areali degradati, oltre a valorizzare le aree marginali con investimenti nel campo della chimica verde e nelle produzioni no-food, oltre definire e gestire il marchio d’area che scaturirà dal New green deal lucano.
Tutto questo – continua Cia – presuppone che la Regione Basilicata si doti rapidamente del piano strategico per lo sviluppo economico e la coesione sociale e territoriale.
Tale strumento, non più rinviabile, è di fondamentale importanza, non solo perché è previsto dallo statuto dell’Ente Regione all’art. 45, ma soprattutto per le nuove e sostanziali prospettive che si aprono anche per la Basilicata, riconducibili al ciclo di programmazione dell’U.E. 2021/27 che, oltre al plafond ordinario (ex fondi SIE), porterà in dote ulteriori risorse rivenienti dal cosiddetto (ricovery fund/next generation plan), disponibili dal 2021 ed indirizzati ad interventi per il rilancio dell’economia di tutti territori. La fase che si prospetta è decisiva per l’Italia e per la Basilicata.