Morea (Sindaco di Irsina) contesta il disegno di legge regionale per l’istituzione del Consorzio Api-Bas Spa. Di seguito la nota integrale.
Non mi convincono affatto le motivazioni sottese al disegno di legge concernente la liquidazione del Consorzio Industriale della Provincia di Potenza e l’istituzione del Consorzio industriale API-Bas S.p.A.
Senza voler entrare nel merito della natura giuridica prescelta, su cui tanti hanno già scritto contestando la scelta di una spa, rappresento che le motivazioni addotte non mi convincono perché l’unica vera motivazione alla base del provvedimento regionale proposto mi pare essere la chiusura della sciagurata vicenda del Consorzio Asi di Potenza, oberato di debiti, scaricando probabilmente i debiti stessi sulla collettività regionale.
Non so come si possa arrivare ad accumulare svariate decine di milioni di euro di debiti.
Non so come si possano recuperare quelle somme che, pare, derivino in parte da mancati pagamenti dei canoni da parte delle aziende e in parte da servizi erogati dal consorzio per cifre nettamente superiori a quanto chiesto e versato dalle aziende.
Non mi convince il disegno di legge.
Mi pare manchi un piano strategico che, a mio avviso, dovrebbe accompagnare la nascita di un nuovo soggetto giuridico e non seguirla chissà quando e chissà come.
Mi pare manchi una visione e, su questo aspetto, non mi convincono gli interventi di taluni Consiglieri Regionali di maggioranza (in particolare, l’amico Enzo Acito).
Ecco, mi pare di assistere all’ennesimo tentativo di scaricare sulla collettività debiti che hanno chiare origini in mancanze e inefficienze tollerate per troppo tempo.
In più non mi convince neppure l’emendamento che vorrebbe tranquillizzare Matera.
Secondo quanto appreso, l’emendamento proposto prevederebbe il coinvolgimento di Matera successivamente alla avvenuta liquidazione del Consorzio potentino paventando che la stessa possa concludersi in dieci anni (secondo me ne serviranno anche di più).
Ma se i tempi sono quelli perché anticipare una scelta oggi, anticipando, come una spada di Damocle, la fine di un soggetto sano e, in ogni caso, limitandone l’orizzonte di azione?
Decidesse la Regione cosa fare per il Consorzio potentino.
Ma non leggano le critiche e le osservazioni come mere questioni di campanile.
Io contesto la scelta prospettata per le ragioni evidenziate (mancanza di visione, necessità di rivolvete in qualche modo le grane del consorzio potentino) e per diverse altre ragioni.
La prima: non è tollerabile che si sacrifichi il Consorzio Industriale della Provincia di Matera, e quindi l’intera Provincia di Matera (anche semplicemente annunciando che ciò avverrà dopo l’avvenuta liquidazione del avonsorzio potentino) privandolo di un soggetto giuridico che ha dimostrato negli anni capacità amministrativa e sviluppo progettuale, proprio negli anni in cui tra Zes e Recovery Plan occorre rilanciare l’azione del CSI Materano e supportare le aziende con coraggio, idee, determinazione, innovazione ecc.
Non è accettabile, inoltre, che il territorio provinciale subisca (oggi o tra dieci anni) l’ennesimo scippo per compensare la grave, arcinota deficienza del Consorzio Industriale di Potenza.
E’ superfluo precisare che confido nei Consiglieri eletti in Provincia di Matera per scongiurare questa scellerata ipotesi.
Noi Sindaci ci siamo mossi nei mesi scorsi per tutelare la sanità della Provincia e lo faremo certamente anche oggi per garantire lo sviluppo industriale della nostra terra attraverso un soggetto, il Consorzio di Matera, sano e competitivo.
Il territorio della Provincia di Matera non merita e non tollererà alcuna mortificazione.
E questa non è una questione di campanile ma l’esigenza di tutela di servizi vicini alle imprese ed al territorio.
Condivido e sostengo, pertanto, l’azione di Confapi Matera e di tutte le Associazioni che, a qualunque titolo, stanno cercando di scongiurare l’adozione di un provvedimento dannoso per la comunità.
Nicola Morea