Nina Chiari, componente del Centro Studi Leone XIII, in una nota ricorda la figura di Emilio Colombo per elevare il sentimento di comunità europea nel periodo di emergenza Covid. Di seguito la nota integrale.
Emilio Colombo.
Giovane padre della Costituzione italiana, sottosegretario all’agricoltura, Ministro del Tesoro, riformista, Presidente del Parlamento Europeo. Uomo di forti convinzioni, dotato di determinazione e perseveranza, protagonista fra i più grandi della storia italiana ed europea del ‘900, Emilio Colombo ha messo tutte le sue qualità umane e professionali al servizio dell’Italia e dell’Europa. Egli credeva fermamente in una Europa forte, in grado di affermarsi nel mondo come baluardo di valori e di diritti. Ricordiamo di lui l’impegno appassionato e il ruolo di padre fondatore.
La sua azione fu volta all’integrazione in un momento storico, gli anni ’50, dove difficoltà ed ostacoli causavano battute d’arresto al percorso europeo. Come lui stesso sottolineava, Colombo credeva nella capacità degli uomini di attraversare gli inverni della storia, e in nome della solidarietà tra le nazioni, vincere i nazionalismi; ed era convinto che bisognava trovare lo stesso spirito e fare dell’Europa una idea che superasse ogni limite politico.
Colombo fu fedele alla eredità di De Gasperi, nella consapevolezza che l’Italia non poteva rimanere fuori dal processo di benessere e di pace avviato dagli altri Paesi europei.
L’ operato di Colombo richiama a tutti come è sempre più urgente, ai nostri giorni, la serietà e la gravità di ogni impegno politico, in Italia come in Europa. La sua idea di politica era seria. Colombo studiava, e credeva nella politica come impegno e sacrificio, come conoscenza dei problemi e rapporti con le persone, come rispetto per le istituzioni.
Emilio Colombo, statista italiano ed europeo, rappresenta un modello di sintesi tra ispirazione cristiana e laicità nell’impegno politico, di sobrietà e rispetto, di dignità ed onestà nel servizio della democrazia. Traghettatore del nostro Paese nella democrazia moderna, seppe raccordare le sensibilità interne della DC intorno ad una idea, ad un ritmo, ad un senso di missione che conciliasse il profilo riformista e il senso delle istituzioni.
Colombo guardava all’Europa come ad uno strumento di crescita e di integrazione, come ad un pilastro di valori nella scena internazionale a garanzia di pace sicurezza e progresso. Quei valori vanno identificati nei valori cristiani.
Colombo è l’Europa.
Ma Colombo è la Basilicata, che fa conoscere al mondo intero. Colombo è la Basilicata che dota di infrastrutture. Questa Basilicata che sul piano amministrativo resta una forzatura, con pesi politici squilibrati che stanno portando alla perdita di autonomia e di funzioni.
Le parole di Colombo, ricordando Giorgio La Pira, sono per noi un invito: “Viviamo in una società lacerata, nella quale mancano le grandi idee, i motivi ispiratori per la nostra vita individuale e sociale. Bisogna fare lo sforzo di ritrovarsi insieme per qualcosa che abbia una qualche nobiltà e che si faccia punto di riferimento per tutti”.
Guardiamo cosa eravamo e cosa siamo oggi, per essere responsabili del nostro presente, senza mai dimenticare che la politica è servizio all’uomo e alla comunità, e non al particolare, e immaginare un futuro migliore con giustificata speranza.