Si è svolto nel pomeriggio il Consiglio comunale di Matera convocato in seduta straordinaria e urgente sul tema “No alle scorie nucleari nel nostro territorio”. Il Consiglio ha approvato all’unanimità l’ordine del giorno per ribadire la propria contrarietà al deposito unico dei rifiuti radioattivi in Basilicata con una serie di emendamenti presentati dai Consiglieri Pasquale Doria, Adriana Violetto, Cinzia Scarciolla, e Francesco Salvatore. Il primo emendamento ha fatto riferimento alla necessità di ampliare i termini della consultazione perchè 60 giorni sono ritenuti insufficienti tenuto conto dell’emergenza Covid. Inoltre, visto che la gran parte dei siti individuati sono a cavallo tra Puglia e Basilicata è stata proposta la creazione di un pool di tecnici e scienziati unitamente a consulenti universitari per esprimere giudizi incontrovertibili sulla inidoneità dei siti inseriti nella mappa della Sogin. Questo documento approvato dal Consiglio comunale di Matera sarà inviato ai governatori di Puglia e Basilicata, al Ministro dell’Ambiente e al Presidente del Consiglio. E’ stata ricordata la presenza sul territorio regionale di rifiuti ad alta attività nel centro ricerche Trisaia di Rotondella, uno caso di barre radioattive fuori da una centrale nucleare. Pertanto la Basilicata ha già pagato e sta pagando un prezzo altissimo rispetto ai temi ambienti, con l’aggravante che questi rifiuti arrivano dagli Stati Uniti.
Michele Capolupo
Di seguito il testo integrale e la foto in cui sono indicati gli emendamenti da integrare.
Deliberazione Consiliare
Oggetto: Deposito Nazionale dei Rifiuti Radioattivi e Parco Tecnologico ex D.Lgs. n. 31/2010.
IL CONSIGLIO COMUNALE
PREMESSO:
Che l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) ha pubblicato la Guida Tecnica n.29: “Criteri per la localizzazione di un impianto di smaltimento superficiale di rifiuti radioattivi a bassa e media attività” in cui sono stati elencati i requisiti fondamentali e gli elementi di valutazione che dovevano essere tenuti in considerazione dalla SO.G.I.N. S.p.A. (la società dello Stato responsabile dello smantellamento degli impianti nucleari italiani e della gestione dei rifiuti radioattivi) nella definizione della Carta Nazionale delle Aree Potenzialmente Idonee (CNAPI);
unico caso di detezione di barre esauste al di fuori di una centrale nucleare
Che il Deposito Nazionale è finalizzato alla sistemazione definitiva di circa 75 mila metri cubi di scorie nucleari di bassa e media attività e lo stoccaggio temporaneo di circa 15 mila metri cubi di scorie ad alta attività, frutto della stagione nucleare italiana chiusa con il referendum del 1987;
Che con il nulla osta dei ministeri dello Sviluppo Economico e dell’Ambiente, la Sogin ha pubblicato sul sito www.depositonazionale.it la proposta di Carta Nazionale delle Aree Potenzialmente Idonee (Cnapi), l’atteso documento per divulgazione del quale è stato necessario attendere, tra le altre cose, un aggiornamento da parte dell’Ispettorato nazionale per la sicurezza nucleare e la radioprotezione (Isin) rispetto alla sismicità delle aree, studio chiesto alla Sogin nel 2015;
Che la medesima società ha pubblicato il progetto preliminare etutti i documenti correlati alla realizzazione del Deposito Nazionale dei rifiuti radioattivi e del Parco Tecnologico, che permetterà di sistemare in via definitiva questi rifiuti, al centro di una procedura di infrazione europea nei confronti del nostro Paese e attualmente stoccati in una ventina di siti provvisori non idonei ai fini dello smaltimento definitivo;
Che tra i siti idonei ad ospitare le scorie indicati nella CNAPI ben 17 ricadono nel territorio della Regione Basilicata;
Che si tratta di zone che coincidono con territori ad alta valenza ambientale, storica, archeologica, antropologica e culturale e quindi non rispondenti ad alcun criterio di proponibilità di un intervento industriale come il Deposito Nazionale dei rifiuti radioattivi;
Che una parte del territorio individuato coincide con aree tutelate come il Parco delle Chiese Rupestri e della Murgia materana iscritto dall’UNESCO nel 1993 insieme alla città dei Sassi di Matera nel Patrimonio Mondiale dell’Umanità e che nel 2014 la Città di Matera è stata dichiarata Capitale Europea della Cultura per il 2019;
Che la Regione Basilicata è già fortemente penalizzata da deficit infrastrutturale nei collegamenti soprattutto ferroviari che costituiscono un ostacolo al decollo della crescita e dello sviluppo economico della regione;
VALUTATO:
che il Deposito Nazionale arrecherebbe un forte danno all’economia locale che si basa sulla qualità dell’ambiente e delle produzioni agroalimentari ed impattando negativamente i ricavi nel settore turistico e delle produzioni/esportazioni del settore agroalimentare;
che la Provincia di Matera è già sottoposta al gravame della presenza di un sito ITREC con presenza di sostanze radioattive che hanno già pesantemente compromesso il territorio in termini di inquinamento, di danni alla salute e impatto negativo sull’economia.
PRESO ATTO:
Che, con la Legge Regionale n.31 del 21.11.2003, Modifiche ed integrazioni alla L.R. 31 Agosto 1995, n. 59 pubblicata sul B.U.R. Basilicata n. 81 del 22 novembre 2003 il Consiglio Regionale ha dichiarato la Basilicata Territorio Denuclearizzato e precluso al transito ed alla presenza, anche transitoria, di materiali nucleari non prodotti nel territorio regionale;
che seppure dichiarata costituzionalmente illegittima, con sentenza con sent. Corte Cost. n. 62 del 29 gennaio 2005, la suddetta legge è comunque una decisa espressione di volontà dei Lucani;
che tanto manifesta l’assoluta indisponibilità del territorio all’installazione di centrali nucleari e allo stoccaggio di scorie radioattive;
che l’art. 9 della Costituzione pone come principio fondamentale della Repubblica la promozione dello sviluppo e la tutela del paesaggio;
che in Basilicata le aree naturali protette occupano circa il 30% dell’intera superficie regionale, collocandola al secondo posto in Italia per percentuale di superficie protetta, con due Parchi Nazionali (Pollino e Val d’Agri), due parchi regionali e sei riserve naturali regionali;
che i siti di interesse comunitario della Basilicata, individuati in base alla Direttiva Habitat(Direttiva 1992/43/CEE) e appartenenti alla rete Natura 2000, sono 41, a questi si aggiungono 15 aree che sono sia SIC/ZSC sia zona di protezione speciale (ZPS) individuate ai sensi della Direttiva Uccelli (Direttiva 2009/147/CE) di cui circa la metà insiste nel territorio della Provincia di Matera, nonchè aree (Comune di Irsina) sottoposte a vincolo paesaggistico sull’intero territorio;
che la Legge 394/91 fa esplicito riferimento all’art. 9 della Costituzione, ma non si ferma al concetto da questo espresso e va oltre: infatti, se la Costituzione parla di “tutela”, la L. 394 parla di “valorizzazione” del patrimonio naturale, considerando anche la volontà di rendere fruttifero un bene potenziale, potenzialità che può essere intesa in termini scientifici, storici, culturali, sociali ed economici;
che la Legge regionale 28 giugno 1994, n. 28 “Individuazione, classificazione, istituzione, tutela e gestione delle aree naturali protette in Basilicata” che indica tra i vari articoli le seguenti specifiche finalità: “I fini di generale salvaguardia delle risorse naturalistiche, paesaggistiche ed ecologiche sono perseguiti nella prospettiva della qualità di vita dei cittadini…; …e di conseguimento di obiettivi di sviluppo socio – economico delle popolazioni locali…;
che la particolare conformazione idrografica e geomorfologica della nostra Regione fa si che si inneschino fenomeni di crisi, frane e smottamenti, appena si superano i 50 mm. di pioggia nelle 24ore (Pisticci, Grassano, Senise, Bernalda, Montalbano) e le inondazioni interessano migliaia di ettari nel Metapontino quando la pioggia supera i 100mm/giorno;
che secondo il Gruppo Nazionale Difesa Catastrofi Idrogeologiche (GNDCI), nella Regione Basilicata negli ultimi 80 anni si sono succedute più di 200 inondazioni e 1028 frane. Su 131 Comuni della nostra Regione, dal 1918 al 1994, ne sono stati investiti da inondazioni 58, coinvolti o sconvolti da frane 120 (Progetto AVI).
VISTO:
che è dovere delle Amministrazioni Comunali tutelare e riaffermare quanto già chiaramente espresso dal Consiglio Regionale, massimo organo istituzionale della Basilicata;
che è compito del Sindacoe dei singoli Consiglieri difendere con forza e senso di responsabilità il territorio Lucano e provinciale da ulteriori danni derivanti dalla presenza di un sito di stoccaggio di scorie nucleari alla propria economia e alla salute dei cittadini;
che il Comune di …………………………………………………. intende partecipare attivamente al lavoro di coordinamento organizzato dal Presidente della Regione per definire una posizione unitaria di tutto il territorio per contrastare qualunque ipotesi di localizzazione in Basilicata e nei territori confinanti con la Puglia di un deposito di rifiuti radioattivi;
che l’intero sistema delle Autonomie Locali, Comuni e Province, propongono al Presidente della Regione Basilicata di promuovere un coordinamento dell’azione con la Regione Puglia;
che l’Anci ha invitato tutti comuni della regione a dichiarare la loro contrarietà alla localizzazione in Basilicata o nei territori confinanti della Puglia di un deposito nazionale di scorie e rifiuti nucleari e radioattivi e ha esortato tutti i comuni individuati nella Carta Nazionale delle Aree Potenzialmente Idonee a produrre entro i termini previsti dal procedimento osservazioni in stretto coordinamento con la Regione Basilicata riconfermando il principio della consultazione dei sindaci dichiarando l’assoluta contrarietà a qualsivoglia deposito di rifiuti radioattivi nella nostra regione;
che la Provincia di Matera supporterà i governi regionali di Puglia e Basilicata nella messa in campo delle conseguenti azioni procedimentali e di interlocuzione col governo nazionale, nel rispetto dei territori e dei diritti fondamentali dei cittadini;
che le caratteristiche del sito nel quale viene localizzato un impianto di smaltimento di rifiuti radioattivi a bassa e media attività, unitamente a quelle del condizionamento dei rifiuti e delle strutture ingegneristiche dell’installazione, devono garantire il confinamento e l’isolamento dei radionuclidi dalla biosfera, al fine di assicurare nel tempo la protezione della popolazione, dell’ambiente e dei beni.
Tutto ciò visto e considerato, in merito alla possibile individuazione della Provincia e dell’intera Regione come sito di smaltimento e stoccaggio delle scorie nucleari;
con voti favorevoli ………astenuti …………, contrari …………, resi per appello nominale;
DELIBERA
1. di dichiarare la totale contrarietà all’individuazione del territorio della regione Basilicata come sede di Deposito Nazionale per i rifiuti radioattivi e Parco Tecnologico così come ipotizzato dalla proposta di Carta Nazionale delle Aree Potenzialmente Idonee (Cnapi)pubblicata sul sito www.depositonazionale.it;
2. di ritenere denuclearizzato il proprio territorio;
3. di dare mandato al Sindaco a produrre nelle sedi preposte, per il tramite degli uffici edentro i termini previsti dal procedimento, tutte le osservazioni utili a comprovare l’inidoneità dei territori del Comune di ………………………………………… come sede di Deposito Nazionale per i rifiuti radioattivi e Parco Tecnologico in quanto in contrasto con i “Criteri per la localizzazione di un impianto di smaltimento superficiale di rifiuti radioattivi a bassa e media attività” pubblicati da ISPRA nella Guida n. 29;
4. di dare mandato al Sindaco di supportare secondo le necessità i governi regionali di Basilicata e Puglia nella messa in campo delle conseguenti azioni procedimentali e di interlocuzione col governo nazionale, nel rispetto dei territori e dei diritti fondamentali dei cittadini;
5. di dare mandato al Sindacoa rappresentare gli interessi del Comune di …………………………………………………in qualunque sede per tutte le azioni utili allo scopo di scongiurare qualsiasi decisione che porti alla realizzazione del Deposito Nazionale per i rifiuti radioattivi e Parco Tecnologico in Basilicata;
Con separata votazione ed identico risultato, il presente provvedimento viene dichiarato immediatamente esecutivo, ai sensi e per gli effetti della disposizione di cui all’art. 134, comma 4, del D. Lgs. N. 267/2000
La fotogallery del Consiglio comunale (foto www.SassiLive.it)