Conte fa il bis al Senato con 156 voti a favore (154 in prima battuta con tre senatori a vita + 2 ottenuti al “Var” dopo le proteste di Ciampolillo e Nencini), 140 contrari e 16 astenuti. Maggioranza semplice, dunque, lontana dalla maggioranza assoluta necessaria con 161 voti favorevoli. 313 i senatori in aula, 312 votanti, 11 gli assenti. Al termine di una seduta fiume di oltre 12 e mezzo si è conclusa alle 22 la votazione dei senatori sulla fiducia al Governo Conte. Una votazione conclusa con il giallo dei senatori Ciampolillo (ex M5s) e Nencini (Psi) e che ha costretto i senatori segretari a riconteggiare tutti i voti e a valutare attentamente i due casi. Dopo l’esame dei video delle telecamere dell’Aula di Palazzo Madama è stato verificato che Ciampolillo e Nencini hanno annunciato il loro voto prima che la presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati, chiudesse la votazione. A seguito di un controllo sono stati ammessi al voto entrambi. Rossi e Causin di Forza Italia hanno scelto Conte. I senatori di Italia Viva non hanno partecipato al voto nella prima e si sono astenuti nella seconda chiama. Il problema è che adesso il premier dovrà fare i conti con le commissioni dove non ha la maggioranza in 10 commissioni su 14.
La cronaca della giornata vissuta a Palazzo Madama.
“Se non ci sono i numeri il governo va a casa”, aveva detto nel pomeriggio il premier Giuseppe Conte proprio nel giorno più difficile per il suo esecutivo.
Dopo aver incassato ieri sera quella alla Camera con 321 sì, 6 in più della maggioranza assoluta grazie al supporto dell’ex forzista Renata Polverini e sette ex M5s del Gruppo Misto, oggi Conte ha provato a fare il bis al Senato e per farlo si è presentato in Aula alle 9.44 per un discorso che ha ricalcato quello di ieri a Montecitorio.
Dal leader di Iv, Matteo Renzi, ancora una volta nel pomeriggio è però arrivato un duro attacco al premier per il “mercato indecoroso di poltrone” e ha chiarito: “Serve un esecutivo pià forte”. Parole a cui il premier, altrettanto duramente, ha replicato: “Sono sempre stato disponibile al dialogo, ma Iv ha scelto la via dell’arroganza”. E ha annunciato: “Se avremo la fiducia sarà rafforzata la squadra di governo”.
Tornando ai voti, i renziani, come già avvenuto ieri alla Camera, si asterranno. La linea è stata decisa nel pomeriggio in un’assemblea, anche se nel gruppo di Italia viva i senatori Ernesto Magorno e Gelsomina Vono avevano espresso la volontà di votare no. Dello stesso parere anche una nutrita pattuglia di altri renziani. I senatori del Misto, Pier Ferdinando Casini e Mario Monti, hanno annunciato invece che diranno sì alla fiducia, come l’ex 5S Gregorio De Falco. L’Udc, invece, dirà no come il centrodestra. “Non cercate volenterosi, ma complici per non perdere poltrona”, attacca il leader della Lega Matteo Salvini rivolgendosi a Conte. Che poi cita una frase schock nei confronti dei senatori a vita (in Aula presente Liliana Segre, accolta in mattinata da un lungo applauso) pronunciata, sostiene, da Beppe Grillo: “O non muoiono mai o muoiono troppo tardi”, ha detto suscitando le proteste di maggioranza e opposizione.
Nel suo discorso Conte questa mattina ha rinnovato l’appello ai volenterosi che hanno a cuore il destino dell’Italia, ha ricordato Emanuele Macaluso, storico dirigente comunista scomparso oggi e ha citato Mattarella. Poi ha fatto un richiamo a quel “progetto di Paese di quei 29 punti” programmatici presentati all’inizio dell’esperienza di governo e rivendica che “c’era una visione e una forte spinta ideale, un chiaro investimento di fiducia”. Alla sua maggioranza, il presidente anche parlando a Palazzo Madama ha riconosciuto che “è riuscita a dimostrare grande responsabilità”. E ha affrontato il tema della crisi: “È complicato governare con chi dissemina mine nella maggioranza” e ha ricordato che la riforma della legge elettorale verso il proporzionale si farà “con il Parlamento”.