Uilm Basilicata ha inviato una lettera al Prefetto di Potenza, all’Assessore regionale alle attività produttive Franco Cupparo, alla Direzione Aziendale Giuzio Srl e al Consorzio ASI di Potenza per chiedere la riconvocazione del tavolo prefettizio a seguito delle tensioni sociali che potrebbero registrarsi a partire dal 25 gennaio.
Spett.le Commissione di Garanzia per lo sciopero
Stiamo assistendo attoniti ad un qualcosa di surreale e sicuramente dalle gravissime conseguenze nelle imminenti prossime ore .
Ignobile è il gioco messo in campo da una intera classe politica che nelle proprie schermaglie “ più o meno veritiere “ ha in mente la sola tutela dei propri interessi di parte o di diverse lobby, senza pensare affatto, a chi oggi “ non vive” perché costretto ad aspettare la manna dal cielo nel vedersi riconosciute le spettanze per il proprio lavoro.
Questo è ciò che sta accadendo ai lavoratori della Giuzio, costretti a lavorare “per legge”, in quanto addetti ad attività ritenute essenziali dal punto di vista industriale/sicurezza sociale, ma non essenziali per chi dovrebbe retribuire i lavoratori; eppure, nonostante le ormai note difficoltà economiche,questi ultimi consentono con il loro prezioso lavoro quotidiano il proseguo delle attività industriali nella provincia di Potenza a partire da Stellantis, Eni e Ferrero solo per citarne alcune.
Regione Basilicata-Asi e Giuzio, unici veri attori e protagonisti di questo dramma sociale dimenticano, perché smemorati o peggio ancora perché impegnati a vantarsi sulle testate giornalistiche lucane – di grandi gesta come ad esempio, il sistemare una pompa non di proprietà ma in prestito – o come l’abilità nel nascondere dietro alcune scelte gli interessi di alcuni, che restano certamente ben lontani dal rispetto dei contratti e delle regole, come ad esempio pagare i propri lavoratori che hanno in arretrato ben due mensilità + la tredicesima.
Mentre la politica “gioca” a chi si assume meno responsabilità, o addirittura nessuna, per le scelte fatte: non da ultima il teatrino circa la presunta “riforma dell’Asi “, approvata dalla commissioni e poi “smantellata“ dalla stessa maggioranza attraverso un piccolo espediente “ far mancare il numero legale durante l’ultimo consiglio regionale, addirittura in videoconferenza“ .
Non si ha il coraggio nemmeno delle proprie scelte e della propria azione politica, e questi signori nel loro perverso gioco “ del gatto e della volpe” non hanno idea cosa provocano nelle famiglie dei lavoratori della Giuzio, stremati da questa insensata, assolutamente insensata, azione politica .
Impegni “vacanti” assunti anche alla presenza di sua Eccellenza il Prefetto, assunti dal l’ ex commissario/commissario dell’Asi, il cui maldestro mandato dovrebbe essere scaduto il 31 dicembre; quest’ultimo è la ciliegina sulla torta, un battitore in prima di spietatezza, bugiardo seriale il cui curriculum di impegni assunti e mai mantenuti – come ad esempio l’ultimo che avrebbe dovuto portare un piccolo respiro ai lavoratori attraverso un bonifico mai arrivato- è ben nutrito.
Ma la responsabilità non è soltanto sua, ma di un sistema, quello ASI, caratterizzato dalle “mani in pasta” dei tanti dirigenti, susseguitisi negli anni, che hanno sempre e solo depredato le casse, pur di garantirsile varie posizioni di comodo .
Siamo alla follia, siamo al capolinea, e non nascondiamo le nostre Preoccupazioni perquanto potrebbe avvenire già a partire da lunedì, perché la disperazione e le prese in giro stanno esasperando chi si è indebitato con le proprie famiglie, o peggio ancora con le banche, o anche altro a causa del mancato pagamento delle proprie spettanze, indispensabili per la sopravvivenza delle famiglie coinvolte .
E’ troppo bello e comodo così, i lavoratori ostaggi di un sistema diabolico in cui gli stessi devono rispettare le leggi, e dall”altra parte invece chi dovrebbe dare e insegnare il valore della giustizia e delle regole se ne fotte.
Non ce la si fa più – dopo 20 anni di agonia – e prima che accadano cose che possano sfuggire al nostro controllo, chiediamo un ulteriore attenzionamento di sua Eccelenza il prefetto perché davvero si vive un calvario strutturale .
Chiediamo altresì a sua Eccelenza di convocare immediatamente il tavolo prefettizio affinché si trovi una soluzione transitoria al pagamento degli stipendi di questi Lavoratori che devono assicurare le attività essenziali,ma intanto nessuno si prende la briga di chiedersi come fare, e poi di procedere soprattutto a retribuire questi lavoratori .
Se Giuzio non è più in condizione di garantire nulla, allora caro Prefetto essendo attività essenziali, si sospenda il servizio e lo si assegni, con atto prefettizio, ad un ente o scorta in grado di assicurare la continuità del servizio e del pagamento dei lavoratori .
Non siamo in una condizione normale o ordinaria, qui non solo è in ballo la sopravvivenza dei 60 lavoratori di Giuzio, ma dell’intero sistema industriale della nostra regione .
Non è possibile continuare in questo modo, nella vana speranza che a decidere, chissà quando, sia la politica lucana; E’ assurdo. E’ assurdo utilizzare scientificamente la disperazione delle persone per accelerare semmai percorsi o processi riformatori che invece necessiterebbero di un confronto più ampio e soprattutto di convergenze e di tappe da percorrere.
Utilizzare ed alimentare la disperazione delle persone e’ un reato sociale, alla stregua dei peggiori reati, perché perpetrati contro il bene comune ovvero una parte della società civile .
I lavoratori sono stati letteralmente scaricati,mentre i vari dirigenti dell’Asi, alcuni dei quali guadagnano circa 180 mila euro annuì, vengono giustamente premiati per essere riusciti a creare un ammanco di circa 70/80 milioni di euro nella casse dell’ASI.
La disperazione sta oramai annebbiando l’equilibrio psichico dei lavoratori e siamo sinceramente preoccupati di possibili azioni estreme che possano mettere a serio rischio la vita umana.. “Quando non si riesce più a vivere ed a mettere il piatto a tavola o anche assicurare i bisogni primari in una famiglia, prevalgono idee malsane : retribuite i lavoratori.
Lunedì, insieme ai lavoratori decideremo sulle azioni da porre in essere, ma state certi che non saremo più vostri spettatori e di sicuro non faremo mancare il “numero legale“ perché a differenza vostra, noi la faccia la metteremo sempre , assumendoci le nostre responsabilità, nonché eventuali conseguenze!