I consiglieri comunali Giuseppe Maiuri, Gianluca Modarelli, Gianni Di Pierri, Enrico Bianco, Benedetto Gallitelli, Massimiliano Padula, e Giuseppe Montano in una nota commentano la decisione della maggioranza di approvare nella seconda convocazione del Consiglio comunale il rinnovo dell’adesione alla centrale unica di committenza. Di seguito la nota integrale.
Il consiglio comunale di Policoro, il 27 Gennaio, con il solo stringato voto di quello che resta della maggioranza, approva il rinnovo dell’adesione alla centrale unica di committenza, una delibera dubbia che di fatto riduce i controlli pubblici sugli appalti e allarga la zona d’ombra che ultimamente purtroppo sta caratterizzando le procedure di affidamento di opere e servizi. E questo avviene solo in seconda convocazione poiché in prima convocazione, solo due giorni prima, l’intera minoranza ed il consigliere di maggioranza Ranù, avevano fatto mancare il numero legale non consentendone l’approvazione. La penosa marcia indietro del consigliere Ranù che in 48 ore, dopo essersi inizialmente rifiutato di votare questa delibera sbandierando a gran voce ideali di moralità come fossero noccioline, torna miseramente sui suoi passi e senza spiegare niente a nessuno, nonostante le ripetute richieste della minoranza, a testa bassa si accoda silenziosamente al volere di Marrese & co., rappresenta uno dei punti più bassi che la politica locale ha toccato a Policoro negli ultimi decenni.
In un momento così particolare e su un tema così delicato, Ranù fugge dall’obbligo morale di fare chiarezza e dare spiegazioni in consiglio all’opposizione e, attraverso di essa, alla intera città. Un atteggiamento del genere è l’emblema della cattiva politica, quella fatta di intese parallele, di trasversalismi, di giochi antiquati.
E poi, come se non bastasse, in chiusura dei lavori, il tentativo grottesco dello stesso Ranù di giustificare velocemente la sua contestazione di 48 ore prima con l’ora tarda e poi addirittura con la necessità di pensarci bene, assume i contorni di un vero e proprio inno alla ipocrisia, ambiguità ed opacità politiche che ormai lo hanno irreversibilmente segnato.
Cosa è cambiato in 48 ore ? Come è possibile che due giorni siano sufficienti a smentire sé stessi ? Quali le ragioni di una retromarcia così radicale ?
Non è sufficiente autoproclamarsi uomini di sinistra dai grandi ideali, per essere davvero tale. I tempi sono cambiati, e anche tanto, e per fortuna tutti i cittadini possono facilmente informarsi, farsi un’idea, approfondire, valutare criticamente e di fronte a tali possibilità non ci sono chiacchiere e paroloni che contano : ci sono i fatti, i comportamenti, in una parola la realtà. E in questo caso la realtà dice solo che mentre alcuni chiedono di fare chiarezza sulle delicate procedure degli appalti pubblici, per altri il vero ideale è e resta la amata poltrona, un comodo scranno dal quale si esercita potere e si può fare perenne campagna elettorale, alla faccia della trasparenza e della condivisione.