Sulla crisi di governo pubblichiamo la nota inviata alla nostra redazione dal cittadino bernaldese Pinuccio Rinaldi.
Di seguito la nota integrale.
La storia è chiamata a giudicare le azioni e visioni dei singoli e delle comunità, ma ancora prima di essa esiste un giudice naturale che è “ il vissuto di ognuno” che certifica, senza possibilità di essere contestato, come si è stati e si è nella vita.
Questi concetti sembrano appartenere solo alla teoria e lontani come sconosciuti alla quotidianità, la mancata considerazione di essi sta portando l’Italia verso il baratro sociale, economico, politico e culturale.
Ciò che il periodo del secondo risorgimento ha dato all’Italia oggi è miseramente abbandonato e violentato, quello che il mondo delle politica offre oggi ai nostri occhi è appunto lo specchio del tempo.
Al netto di tutti gli interessi di ogni singola fazione politica, ciò che resta è il deserto di valori.
Neanche la semplicità delle osservazioni aiuta il mondo politico a ritenere che esiste un tempo per ogni cosa, l’entità dei decessi, il tasso di indebitamento, la disoccupazione ecc,ecc. avrebbe dovuto portare l’azione politica a ritenere che oggi è certamente il tempo di unirsi e non dividersi, a ritenere che esiste un interesse superiore e non solo quello di parte, che oggi è il tempo di misurarsi con la “capacità” e non con le dispute teoriche su sovranismo e multiculturalismo, di capire che gli aiuti che verranno sono destinati all’Italia e non al governo che la rappresenta, capire che uscire il prima possibile dalla pandemia significa conservare la condizione di essere annoverati fra le nazioni più progredite, capire che oggi è il tempo “vero” in cui un ministro cessa di essere politico di parte e diviene concretamente rappresentante di tutti.
Purtroppo quello a cui stiamo assistendo è l’esatto contrario di quello che dovrebbe essere, mentre tutti corrono noi stiamo fermi, mentre gli altri si muovono con spirito nazionalistico (vedi caso mascherine e vaccini) noi aspettiamo che altri facciano in vece nostra, mentre gli altri programmano e pianificano azioni volte a debellare il virus e rigenerare l’economia, noi spendiamo la risorsa tempo in battaglie politiche “oscene” e che sono solo di parte e no di interesse sovrano.
Oggi come non mai dovrebbe essere valido il concetto che bisogna fare di necessità virtù, invece siamo nella condizione di un vecchio detto contadino “non importa che abbiamo bruciato la casa l’importante è avere ammazzato il topo”.