Gli “elementi indiziari che hanno portato all’indagine e alle misure cautelari” sono basati su “tracce bancarie indiscutibili”, con i soldi “che sono passati sicuramente da una parte privata alla disponibilità del giudice, e questo è un fatto accertato e incontrovertibile, ci sarà un processo, ma questo è un fatto”: tutti “sono uguali davanti alla legge”, ma “chi ha il compito delicatissimo di giudicare gli altri, deve essere prima di tutto intransigente verso se stesso, ed essere al di sopra di ogni sospetto”. Lo ha detto il Procuratore di Potenza, Francesco Curcio, nel corso di una conferenza stampa organizzata questa mattina per illustrate l’inchiesta su presunte corruzioni e abusi d’ufficio che giovedì 28 gennaio ha portato a sei misure cautelari eseguite dalla Guardia di Finanza, tra cui l’arresto di un magistrato brindisino, Gianmarco Galiano. Di seguito i particolari dell’operazione.
Corruzione sezione Fallimenti tribunale Brindisi, inchiesta Procura di Potenza: magistrato tra le 6 persone arrestate dalla Guardia di Finanza, 2 magistrati tra i 21 indagati
Nella mattinata di giovedì 29 a Procura della Repubblica presso il Tribunale di Potenza dopo aver coordinato e diretto complesse investigazioni a carico di 21 indagati delegandoil Nucleo PEF della Guardia di Finanza di Brindisi e la Sezione di P.G. di questo Ufficio – Aliquota Polizia locale – ha dato esecuzione ad un’ordinanza di applicazione di misura cautelare personale nei confronti di:
a. GALIANO Gianmarco Giudice civile presso la Sezione Contenzioso del Tribunaledi Brindisi;
b. PEPE MILIZIA Oreste commercialista in Francavilla Fontana (Brindisi);
c. BIANCO Massimo amministratore di Soavegel, con sede a Francavilla Fontana (Brindisi), operante nel settore della produzione e vendita all’ingrosso di prodotti alimentari;
d. FORMOSI Annalisa, Presidente dell’Ordine degli Ingegneri di Brindisi;
e. SPINA Federica, avvocato;
f. BIANCO Francesco, avvocato.
Gli indagati sono stati ritenuti dal Giudice per le Indagini Preliminari di Potenza, a vario titolo, gravemente indiziati dei delitti di cui agli artt. 629 (estorsione) — 319 ter (corruzione passiva in atti giudiziari) — 321 (corruzione attiva) — 416 (associazione per delinquere) — 648 bis (riciclaggio) — 648 ter1 (autcyiciclaggio) c.p. e artt. 2 e 8 del D. Lg. 74/2000 (emissione ed utilizzo di fatture per operazioni inesistenti).
Gli accertamenti coordinati da questa Procura, evidenziavano come il citato giudice avesse abusato delle sue funzioni giudiziarie svolte presso il Tribunale Civile di Brindisi facendone in alcuni casi moneta di scambio o strumento di indebita pressione — coinvolgendo, in parte delle sue illecite attività, imprenditori e liberi professionisti che ricevevano nomine e incarichi disposti dal medesimo Giudice nell’esercizio delle sue funzioni presso il Tribunale di Brindisi quale Giudice civile o fallimentare.
Le indagini, attraverso minuziosi accertamenti di polizia economico-finanziaria svolti con grande professionalità dalla GdF brindisina, anche presso Istituti Bancari, facevano emergere rilevanti movimentazioni di denaro per centinaia di migliaia di euro in entrata sui conti correnti nella disponibilità del Dott. GALIANO, nonché cospicui investimenti dello stesso in diverse attività economiche fra cui l’acquisto di una masseria. Più complessivamente le investigazioni facevano emergere un tenore di vita assai elevato del Galiano che appariva sproporzionato rispetto alle sue entrate ufficiali risultando altresì dedito ad attività economiche quali la conduzione di imprese agricole ed agrituristiche, gestione di attività di bed and breakfast, che avviava in seguitoe nel corso della sua attività giudiziaria e degli illeciti a lui ascritti. Gli approfondimenti investigativi consentivano di dimostrare a livello di gravità indiziaria che tali rilevanti entrate del Galiano erano riconducibili a dazioni da parte di soggetti che avevano preso parte a procedimenti civili innanzi al Tribunale di Brindisi .
ln particolare alcuni accrediti risultavano provenire, attraverso complesse operazioni bancarie, dalle somme erogate a titolo di risarcimento danni riconosciuti da compagnie assicurative all ‘esito dei seguenti sinistri:
a.nel 2007 era deceduta una ragazza di 23 anni a seguito di incidente stradale; all’esito del contenzioso civile promosso dai genitori della defunta nei confronti della compagnia assicurativa, era stato riconosciuto un risarcimento pari a circa 1,1 milioni di euro, di cui 300 mila erano giunti nella disponibilità del giudice attraverso il conto intestatoalla di lui suocera, allo stato, indagata per riciclaggio;
b.nel 2011 un bambino era nato con traumi permanenti causati da colpa medica; all’esito del contenzioso civile promosso dai genitori del piccolo contro la compagnia assicurativa, era stato riconosciuto un risarcimento pari a circa 2 milioni di euro, di cui 150 mila erano stati estorti dal giudice, transitando, anche in questo caso, dai conti correnti della suocera.
Attraverso condotte — qualificate da questo Ufficio e poi dal Giudice — come corruttive ed estorsive, in sostanza, il Dott. GALIANO con minacce, o in cambio del buon esito delle cause risarcitorie, si faceva erogare indebite sommedi denaro. ln tali procedure tra l’altro, risultava nominata la ex moglie Avv. Federica SPINA quale legale patrocinante, anche lei raggiunta da misura cautelare con gli addebiti di estorsione, corruzione ed altro.
ln un caso, quello sub b), risultava a livello di gravità indiziaria, che le somme di denaro incassate dal Galiano erano state ottenute con la minaccia di sottrarre la potestà sul figlio, nei confronti di genitori che avevano un bambino gravemente disabile.
ln altro caso, quello sub a), non solo venivano ottenute dal Galiano, in cambio della “protezione giudiziaria” da lui assicurata, le somme sopra indicate, ma il Giudice otteneva, altresì, che sua moglie fosse nominata dai corruttori quale erede testamentaria.
Costituivano, poi, oggetto di specifici approfondimenti investigativi le elargizioni (per complessivi 220 mila euro) che l’imprenditore Massimo BIANCO, per mezzo della sua azienda “Soavegel” aveva concesso al Dott. GALIANO (quale corrispettivo della protezione giudiziaria da questi assicurata) sotto forma di quelle che, sulla base di gravi indizi, si è ritenuto essere sponsorizzazioni “fittizie” o “gonfiate” che Soavegel assicurava ad associazioni sportive (create ad arte dal Galianoe dal Pepe Milizia) che getivano (solo sulla carta) un veliero di proprietà del Galiano (ma, come detto, fittiziamente nella disponibilità di tali associazioni) che in sostanza, non solo, consentivano al Galiano di utilizzare e godersi l’imbarcazione senza oneri a proprio carico, ma che di fatto rappresentavano una ulteriore entrata per il magistrato.
Tali erogazioni dell’industriale al giudice rappresentavano la contropartita di una tutela giudiziaria che il Galiano assicurava al Bianco che, per ovvie ragioni, aveva, sia attraverso le sue imprese che attraverso suoi congiunti, numerosi procedimenti civili pendenti innannzi al Tribunale di Brindisi.
Giova chiarire che l’intera vicenda processuale aveva tratto origine da alcune perquisizioni, effettuate dalle fiamme gialle brindisine nell’ambito di altro procedimento penale incardinato presso la Procura della Repubblica di Brindisi nel luglio 2017 nello studio del Dott. PEPE MILIZIA, durante le quali veniva sottoposta a sequestro numerosa documentazione cartacea e digitale. Le indagini consentivano di appurare che il citato professionista si era prestato a predisporre, per conto del GALIANO, le motivazioni di sentenze pronunciate in esito a processi tributari nell’ambito dei quali il predetto ricopriva l’incarico di Giudice presso la “Commissione Tributaria Regionale Puglia”
Inoltre questo Ufficio contestava, altresì, al Galiano ed a quello che appariva essere il suo braccio destro, il commercialista Pepe Milizia, nonchè ad altri professionisti brindisini che prestavano spesso la loro opera presso il Tribunale di Brindisi il delitto di associazione per delinquere finalizzato al mercimonio degli incarichi e dei provvedimenti giudiziari, sodalizio nel cui ambito, da una parte il Galiano distribuiva incarichi ai suoi amici professionisti e, dall’altra, questi ultimi si prestavano ad agevolare il Galiano nelle sue diverse attività di occultamento/reinvestimento di proventi illeciti ln tale contesto veniva accertato, in particolare, l’affidamento, da parte di Galiano, alla ristretta cerchia di amici e sodali, di numerosi e remunerativi incarichi professionali ( per circa 400 mila euro complessivi quelli individuati).
Oltre ai citati provvedimenti cautelari, il G.I.P. ha disposto il sequestro preventivo finalizzato alla confisca di denaro e beni per un valore complessivo di circa 1,2 mln di euro.
Per le odierne attività, sono stati impiegati circa 100 finanzieri appartenenti al Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Brindisi.