Giovedì 4 febbraio 2021 alle ore 14 Rai Radio 3 ricorda Gerardo Guerrieri nel programma Wikiradio a cura di Stefano Geraci. Il programma può essere riascoltato al termine della trasmissione su RaiPlay radio.
Gerardo Guerrieri, nato a Matera il 4 febbraio 1920 e morto a Roma il 24 aprile 1986, è stato un regista, drammaturgo, sceneggiatore, traduttore, critico teatrale e saggista italiano.
Nel 1949 vinse il Nastro d’argento alla migliore sceneggiatura insieme a Cesare Zavattini, Vittorio De Sica, Suso Cecchi D’Amico, Oreste Biancoli, Adolfo Franci per Ladri di biciclette.
Nel 2019 la città di Matera gli ha intitolato il cineteatro Comunale, già cinema Impero.
Figlio di Michele, medico, e di Margherita Cristalli, insieme alla famiglia si trasferisce a Milano ed inizia poi la sua carriera a Roma. Il debutto avviene nel 1940 come regista quando mette in scena Felice viaggio di Thornton Wilder al Teatro dell’Università di Roma, fondato da lui stesso. Perfettamente calato nel contesto sperimentale del teatro universitario, l’anno successivo porta in scena Tempesta e assalto di Friedrich Maximilian Klinger, Frana allo scalo Nord di Ugo Betti, La donna di nessuno di Cesare Vico Lodovici. Sempre nel 1941 entra nel Teatro delle Arti di Anton Giulio Bragaglia in qualità di regista e assistente, e nel 1943 mette in scena I due fratelli rivali di Giovanni Battista Della Porta. In questi anni ha la possibilità di approfondire la cultura americana e quella russa.
Nell’immediato dopoguerra fonda e dirige insieme a Paolo Grassi la Collezione di teatro per l’editore Einaudi, introducendo in Italia gran parte della drammaturgia straniera. In questo periodo la sua attenzione si distoglie dalla regia per concentrarsi di più sulla ricerca e la saggistica. Nel 1945 avviene il fatidico incontro con Luchino Visconti ed inizia una intensa collaborazione tra i due, l’anno successivo infatti entra nella Compagnia italiana diretta da Visconti per cui svolge principalmente la funzione di drammaturgo, ossia ricercatore, traduttore ed adattatore di testi da portare in scena.
Il 1946 è anche l’anno della collaborazione con Vittorio De Sica per il film Sciuscià, collaborazione che continuerà anche nel 1948 per il capolavoro Ladri di biciclette. In questi anni inizia anche la sua attività giornalistica collaborando come critico per alcuni quotidiani come La Voce Operaia, L’Unità e Il Giorno.
Nel 1950 è tra i primi collaboratori del Terzo Programma, canale culturale radiofonico, e negli anni diventa un prolifico autore radiofonico scrivendo circa settanta radiodrammi. Negli anni cinquanta si dedica intensamente alle sue traduzioni ed adattamenti per la scena, in particolare di Anton Čechov, Arthur Miller, Thomas D. Pawley, Tennessee Williams, August Strindberg, Eugene Gladstone O’Neill, William Saroyan e William Shakespeare. Gran parte di questi lavori rimasero inediti visto che raramente li considerava definitivi. A lui si deve anche la prima diffusione in Italia delle teorie di Konstantin Sergeevič Stanislavskij.
Nel 1957 fonda, insieme alla moglie Anne d’Arbeloff, il Teatro Club che si proponeva di rivoluzionare la cultura teatrale in Italia. In questo contesto riesce a portare in Italia i migliori spettacoli stranieri, sia della tradizione come la Comédie-Française, sia dell’avanguardia come il Living Theater di Julian Beck e Judith Malina. Il Teatro Club dal 1969 istituisce il Premio Roma che poté sempre contare sul sostegno di Michelangelo Antonioni, Alberto Moravia, Federico Fellini, Ennio Flaiano, Cesare Zavattini e soprattutto di Vittorio Gassman, unito a Guerrieri da una profonda amicizia al punto che l’attore gli dedicò molti versi, oltre a commenti sulle sue opere e recensioni postume.
Nel 1958 organizza una serata per omaggiare Eleonora Duse, in occasione del centenario della sua nascita. All’attrice, Guerrieri dedicò ricerche documentarie in tutto il mondo per oltre trent’anni allestendo tre mostre (nel 1969, 1974, 1985) e pubblicando diversi saggi. Il 24 aprile 1986 lascia la sua casa senza più dare notizie di sé. Il 7 maggio successivo il suo corpo viene ritrovato nelle acque del Tevere vicino al Ponte Guglielmo Marconi. È sepolto nel cimitero di Grottole, comune di origine della sua famiglia. Il cine-teatro della città di Matera porta il suo nome.