Con approvazione in II commissione nella scorsa settimana della proposta di legge 83 del 2020 si apre nella nostra regione una nuova stagione speriamo proficua sul versante della co-programmazione e della sussidiarietà fra Istituzioni e rappresentanza economica e sociale della Comunita Lucana, stagione alla quale il mondo agricolo è particolarmente interessato. A sostenerlo i Presidenti di Cia-Agricoltori Potenza (Lorusso) e Matera (Stasi) i quali, sintetizzando l’ampio dibattito che si è svolto nell’Ufficio di Presidenza della confederazione, esprimono l’auspicio che si apra subito un confronto vero e proficuo con i corpi intermedi della società e del sistema economico e produttivo di Basilicata. Quattro le questioni prioritarie da affrontare: aprire un dialogo costante secondo le regole Europee per concorrere ad una qualificata Programmazione in una logica europea, partenariale e sussidiaria ; Attivare la programmazione plurifondo e una progettualità integrata e intersettoriale; coinvolgere il sistema economico e produttivo della rappresentanza ed in particolare quello delle PMI; posizionare le politiche di coesione e la strategia aree interne nell’ ambito delle politiche di sviluppo intersettoriale e degli altri fondi di sviluppo europei comprese le risorse aggiuntive del Ricovery Fund e Next Generation Ue.
I Presidenti Cia di Potenza e Matera evidenziano l’esigenza di una nuova stagione di dialogo e confronto tra Istituzioni Regionali e società Lucana per concorrere a scrivere un efficace Piano Strategico Regionale che tenga conto dei bisogni del sistema produttivo e della partecipazione attiva e propositiva della rappresentanza economica ed imprenditoriale della nostra regione in una fase cruciale della vita economica e sociale che incrocia il nuovo ciclo di programmazione e le risorse aggiuntive dell’ Ue.
Non si sottovaluti chegli effetti del Covid19 sono pesanti anche per il sistema agricolo lucano che sconta i limiti dei sistemi produttivi, sganciati da quelli che sono le componenti vitali dei territori e dai reali punti di forza emersi proprio durante la pandemia e sui quali è indispensabile innestare coerenti processi produttivi, valorizzandoli e innovandoli. Per la Cia il piano strategico della Regione Basilicata deve essere garanzia di una forte discontinuità, anche con un recente passato, in particolare per ciò che riguarda i programmi e la spesa (meno misure, pochi e chiari obiettivi). Tutto ciò vale anche per le risorse regionali e i relativi P.O. o per quelle assentite dallo Stato. Il piano strategico deve inoltre indicare e contenere gli indirizzi dei nuovi processi di sviluppo, valorizzando punti di forza e le tante potenzialità spesso inespresse, dando corso ad aggregazioni ed alleanze tra Istituzioni, soggetti economici, reti d’impresa, mondo dei saperi e della conoscenza, comunità locali, perseguendo l’approccio place-based, al fine di riposizionare la Basilicata nella nuova geografia dei sistemi locali Regionali Europei e nel Mediterraneo. Il piano deve inoltre esaltare le vocazioni e le peculiarità del sistema imprenditoriale lucano. Un sistema che si compone di poco più di 50.000 imprese, di cui il 98% son PMI. Infatti sono oltre 49.000 le unità locali di piccola e media dimensione, nei vari settori produttivi e oltre 20.000 quelle dell’agro-alimentare. Si tratta di micro-aziende a prevalente conduzione familiare, con un buon grado di specializzazione. Un modello produttivo adattabile, versatile e sostenibile, che incrocia alcune altre positive precondizioni che, fanno della Basilicata un’area abbastanza attrattiva, in grado di favorire investimenti ed impresa, quali la presenza di poli della ricerca, disponibilità di aree produttive attrezzate, i costi d’investimenti contenuti, la salubrità ambientale, il ridottissimo numero di illeciti, il basso tasso di criminalità, sono tutti punti di forza del sistema Basilicata.