Il progetto, della durata di 18 mesi, iniziato a Gennaio 2020 ha visto coinvolte 10 persone con sindrome di Down della sezione AIPD di Potenza e le rispettive famiglie.
Nonostante il gran numero di coppie, solo pochissime arrivano a sperimentarsi in una “relazione piena” fatta di intimità e condivisione di un progetto di vita. Le esperienze di convivenza sono ancora poche, così come i matrimoni (in Italia se ne conoscono 5, di cui 1 tra persone della rete AIPD). I familiari sono generalmente impauriti e impreparati ad accompagnare sul tema le persone con sD, spesso trattate come bambini, nella speranza di posticipare il più possibile il momento in cui affrontare il tema, se non addirittura negarlo.
La società vive ancora con disinteresse o “sfrutta” la confusione sul tema delle persone con sdD, portando avanti un’immagine lesiva e non inclusiva delle stesse.
Le persone con sdD hanno però, il diritto di essere messe nelle condizioni di vivere responsabilmente la propria affettività e sessualità: questo presuppone un intervento che parli di una dimensione positiva, non di un problema o qualcosa di cui vergognarsi/da nascondere.
Obiettivo del progetto è stato proprio quello di accompagnare ragazzi e ragazze con la sindrome di Down alla scoperta di affettività e sessualità.
Durante tutto l’anno le persone con sindrome di Down hanno avuto modo di confrontarsi ed approfondire una serie di temi: le emozioni, i diritti, come siamo fatti, le relazioni tra maschio e femmina, il piacere, come si fa l’amore, il matrimonio, la genitorialità.
Anche le famiglie hanno avuto modo di fare un percorso per riconoscere l’adultità dei propri figli e le modalità per dare loro sostegno nel coltivare amicizie e amori.
Il progetto si concluderà con la realizzazione di 4 vacanze di coppia e un docufilm per abbattere i pregiudizi.