Svelate a Porta Postergola, nei Sassi di Matera, nuove testimonianze della città sotterranea patrimonio mondiale dell’Unesco dal 1993. I lavori di pavimentazione di Porta Postergola hanno permesso di scoprire nuove tracce della storia dell’uomo.
L’ambientalista materano Pio Acito di Legambiente ha espresso il suo pensiero in merito a quanto ritrovato a pochi metri dal complesso di Sant’Agata e Santa Lucia: “Prima della edificazione del complesso di Sant’Agata e santa Lucia su questa parte della costa destra della Gravina sporgeva una specie di sperone di “tufazzo”, come quello di San Vito che si trova di fronte sull’altopiano murgico o quello dell’Idris nell’area che sovrasta piazza San Pietro Caveoso, nei Sassi. Questo sperone era tutto sbucherellato, abitato, utilizzato per molte attività; quelli che si vedono potrebbero essere fondi di cisterne, di depositi frumentari. Più sotto inizia c’è la roccia calcarea e quindi gli scavi si sono fermati. Per realizzare il convento, e forse anche a causa dei crolli di distacco sul fronte della Gravina, gli uomini molto probabilmente hanno tagliato tutto e con i materiali recuperati hanno edificato il complesso che ancora oggi è presente a Porta Postergola. Si tratta di una ipotesi, per carità, adesso tocca alla Soprintendenza valutare se quanto ritrovato merita di essere tutelato e quindi non ricoperto dalla pavimentazione. Per quanto mi riguarda anche se non fossimo di fronte ad un ritrovamento importante dal punto di vista archeologico in ogni caso io ritengo che sia opportuno non coprire queste testimonianze di vita della nostra città sotterranea, mi auguro che la Soprintendenza possa andare in questa direzione”.
Michele Capolupo
Nella foto le testimonianze della città sotterranea ritrovate a Porta Postergola nei Sassi di Matera (foto Pio Acito)