La UILA denuncia l’inerzia dell’Ente e annuncia azioni senza escludere richiesta ritiro definitivo della Concessione. Di seguito la nota integrale.
L’Eipli (Ente Irrigazione Puglia Lucania e Irpinia), già in liquidazione dal lontano 2011, continua a vivacchiare in un penoso e totale stagnamento grazie ad una serie di nomine commissariali susseguitesi negli anni. Nonostante le numerose e circostanziate segnalazioni circa le grandi difficoltà e i quotidiani sacrifici cui sono sottoposti i lavoratori, specialmente quelli addetti al presidio, al monitoraggio e alla manutenzione di dighe, adduttori e traverse, poco nulla è stato fatto per garantire ai dipendenti sicurezza sul lavoro e dignità umana e professionale. E’ quanto denuncia la Uila-Uil Basilicata.
Il personale interessato, che con grande spirito di abnegazione e senso del dovere espleta continuativamente (h. 24,00) un servizio primario e fondamentale per l’intero comparto agricolo e le filiere ad esso collegate – continua la Uila-Uil – è stato sistematicamente inascoltato, bistrattato e discriminato da un Ente sordo, arrogante e insofferente, che alle sacrosante e più elementari rivendicazioni ha risposto sempre “picche”. Da anni i dipendenti sono tenuti a raggiugere le sedi di lavoro anticipando i costi del trasporto senza aver mai ricevuto il previsto rimborso parziale del carburante e, peraltro, in diverse situazioni ancora oggi costretti ad indossare l’abbigliamento da lavoro in angusti locali prefabbricati, alcuni perfino privi di spogliatoi e servizi igienici (prima di tali pur precarie ed inadeguate strutture, addirittura obbligati ad utilizzare le proprie autovetture come ricovero d’emergenza e quant’altro). Come pure per i dispositivi di protezione individuale (salvavita Beghelli) è stato più volte evidenziato che questi strumenti – evidenzia la Uila-Uil – sono disattivati o malfunzionanti nei cunicoli, nei pozzi e spesso anche nelle minime distanze, e che per sopperire tali preoccupanti limiti e disfunzioni sarebbe necessario dotare ogni turno di almeno due unità, compresi quelli nelle camere di manovra. Anche la sede lucana, sul cui territorio ricade la maggior parte di bacini e infrastrutture, andrebbe adeguatamente rivalutata, potenziata e rilanciata sia negli immobili che in organigrammi e maestranze. Sono queste richieste e rapporti (diario di bordo) colpevolmente cestinati e irresponsabilmente disattesi – sostiene sempre la Uila – da un Ente insensibile, ostile e distante dalle reali e minime esigenze dei lavoratori. Una dirigenza vessatoria e inadempiente che ha financo intimato la vaccinazione antitetanica a spese dei diretti interessati. Una inqualificabile condotta autoritaria ed antisindacale, in dispregio di ogni norma e del civile e reciproco rispetto fra le parti, che ha finito per esasperare irrimediabilmente il già compromesso stato psico-fisico dei dipendenti, eccessivamente oberati e sottoposti a massacranti sforzi e turni lavorativi, non solo per l’oggettiva e non più sostenibile carenza di personale, ma spesso anche per essere impropriamente utilizzati in mansioni e funzioni diverse e superiori rispetto al proprio livello retributivo-funzionale. Una pianta organica molto al di sotto della soglia minima prevista per legge, che va sollecitamente e responsabilmente completata ed ampliata in tutti i settori, specialmente quello adibito a presidio, monitoraggio e manutenzione di dighe, adduttori e traverse, attraverso il bando di nuovi e specifici concorsi pubblici, riservando una corsia privilegiata alla definitiva stabilizzazione (passaggio nei ruoli a tempo indeterminato) degli Ingegneri e dei Tecnici specializzati, che svolgono egregiamente sul campo il loro prezioso ed indispensabile compito di supervisione e indirizzo (ancora tenuti ingiustamente in “ostaggio” da limitativi contratti a termine prorogati di anno in anno quasi come un favore). Fra le rare note positive di questi ultimi anni – prosegue la Uila -, c’è da segnalare l’interesse mostrato nei mesi scorsi dalla precedente Ministra alle Risorse Agricole e Forestali, Teresa Bellanova, disposta a trovare rimedi e soluzioni concrete in relazione alle annose ed intricate problematiche segnalate e prospettate dal Sindacato. C’è bisogno in sostanza – continua la Uila – di una concreta ed immediata inversione di rotta da parte dell’Ente, per mettere la parola fine alla sua reiterata condotta antisindacale (finora i contratti regionali e nazionali sono stati adottati in maniera impropria, riduttiva e penalizzante soprattutto per il comparto idraulico-forestale), bandire i nuovi concorsi, assicurare il decoro e la sicurezza sui posti di lavoro, concedere ai dipendenti interessati le remunerazioni e i rimborsi di viaggio previsti per legge (per sopperire a tali mancanze spesso sono costretti a rinunciare a visite mediche specialistiche e a privare sé stessi e le proprie famiglie perfino di molti generi di prima necessità). Se nulla dovesse cambiare, il Sindacato non esiterà a denunciare l’Ente per grave condotta antisindacale (art. 28 Statuto dei Lavoratori) e, inoltre, richiedere al Servizio Nazionale Dighe di valutare la possibilità del ritiro definitivo della Concessione, per non più tollerabili motivi di incompetenza e incapacità di gestione del sistema dighe e bacini.