Riportiamo di seguito le dichiarazioni dell’onorevole materano Gianluca Rospi durante la conferenza stampa della nuova componente alla Camera dei deputati ‘Cambiamo-Popolo Protagonista’, creata con la realtà ‘Cambiamo’ del governatore della Liguria Toti.
“Vista la grave emergenza sanitaria ed economica in corso Popolo Protagonista ha deciso di collaborare con Cambiamo, per mettere tutti insieme a disposizione dei cittadini e del governo le nostre competenze e professionalità. Pur rimanendo autonomi e indipendenti con i colleghi della nuova componente ci accomunano gli stessi valori moderati, d’ispirazione popolare e liberale. Popolo Protagonista continuerà il dialogo con tutte le forze moderate al fine di costruire un’ampia area che guardi ai valori del Partito Popolare Europeo”. È quanto dichiarato dal deputato materano e presidente di Popolo Protagonista, Gianluca Rospi, durante la presentazione della nuova componente ‘Cambiamo-Popolo Protagonista’ creata alla Camera dei Deputati assieme a ‘Cambiamo’ del governatore ligure Giovanni Toti e forte, adesso, di 10 componenti.
Nel corso della conferenza l’onorevole Rospi ha ribadito il voto di fiducia che sarà dato giovedì al Governo e “la necessità che lo stesso intraprenda sin da subito un percorso volto alla sburocratizzazione del Paese, indispensabile se si vuole spendere bene e presto le imponenti risorse del NextGenerationEU. Se a livello nazionale è indispensabile una decisa semplificazione del quadro normativa per agevolare la realizzazione di piccole, medie e grandi opere, nel Mezzogiorno si avverte anche la necessità di lavorare sulle competenze nelle pubbliche amministrazioni, non sempre all’altezza della situazione. Non è un caso che l’andamento della spesa dei fondi europei FESR e FSE tra le regioni del Sud Italia procede con lentezza, sia per quanto riguarda gli impegni di spesa, pari al 67%, che nei pagamenti, fermi al 37%, livelli distanti anni luce dai territori più virtuosi a livello europeo”.
Quanto allo snellimento della burocrazia, l’onorevole Rospi, autore del Decreto Genova, immagina che il grande piano infrastrutturale atteso dall’Italia possa avvalersi di un modello Genova “che vorremmo proporre al presidente Draghi in una versione rivista e corretta, puntando su una burocrazia snella e sulla nomina di commissari ad hoc garantendo, al tempo stesso, la rotazione delle imprese e la libera concorrenza tra le stesse”.