Raffaello de Ruggieri, già Sindaco di Matera, ha inviato una lettera-invito al presidente del Consiglio dei Ministri, Mario Draghi, affinchè sia rafforzato l’impegno di garantire il suo ritorno nella città dei Sassi per il G20 Esteri in programma il prossimo 29 giugno e di tenere in considerazione le esigenze del Mezzogiorno nella ripartizione dei fondi del Recovery Plan. Di seguito la nota integrale.
Ill.mo Prof. Mario Draghi
Presidente del Consiglio
Palazzo Chigi
Illustre Presidente,
mentre al Quirinale Le veniva offerto l’incarico di Presidente del Consiglio dei Ministri ero assorto nella lettura della cronaca di Tucidide sulla peste che afflisse Atene nel 430 a.C. Anche allora i medici “non conoscendo la natura del male, lo trattavano per la prima volta; anzi loro stessi morivano più degli altri, in quanto più degli altri si accostavano al malato e nessuna arte umana bastava contro la pestilenza”.
Tucidide descrive i sintomi e il propagarsi della malattia e registra acutamente i risvolti psicologici e sociali del contagio. La peste, ci dice lo storico greco, metteva a rischio non solo l’esistenza fisica degli individui, ma anche “i valori e le norme della società”.
Ugualmente l’attuale pandemìa oltre ad aggredire mortalmente le nostre comunità ne ha incrinato la condizione economica e sociale. Accanto a piani sanitari si impongono collaudate energie culturali e morali capaci di risanare la popolazione con rafforzati principi valoriali e con azioni strategiche figlie di vissute preveggenze.
In tempi lontani una inascoltata “Cassandra” (Ugo La Malfa) mi insegnò che chi fa politica deve coniugare i verbi al futuro, trasformando, con coerenza e coraggio, le visioni in azioni.
Illustre Presidente, per la Sua cultura di vita, Lei è in possesso dei necessari antidoti per affrontare la drammatica malattia fisica, sociale ed economica che oggi affligge il popolo italiano e rappresenta la guida ideale per l’Italia perché è titolare di una semplice collaudata ricetta: far bene le cose a cui ci si dedica, contrastando, come ci ricorda il Manzoni, “le trufferie delle parole”, oggi tanto di moda.
La Sua non è una sfida, bensì un impegno di missione che riapre i sentieri virtuosi della fiducia e della speranza.
Noi siamo qui ad attenderLa per ricordare le Sue gratificanti parole rivolte, nel lontano 2011, alla nostra città definita esempio nazionale di “nuova vitalità ambientale e culturale”.
Siamo qui ad attenderLa orgogliosi della recente valutazione compiuta dalla Fondazione Etica sulla qualità della gestione economico-finanziaria dei 109 capoluoghi di provincia negli anni 2019-2020, che vede Matera seconda nella graduatoria nazionale, “quale comune più virtuoso del Sud”, certificandone la qualità gestionale tanto da inserirla nella prestigiosa classe di rating “Very Good”.
Siamo qui ad attenderLa perché viviamo con responsabilità e fierezza le parole di gratitudine rivolte dal Presidente della Repubblica a Matera che “ha fatto onore all’Italia e al suo Mezzogiorno”, non solo per la dignità e la densità delle manifestazioni del 2019, ma soprattutto per il progetto di trasformare la identità in sviluppo, puntando sulle industrie pensanti e non più su quelle pesanti, rilanciando la soluzione del problema meridionale non come struggente rivendicazione territoriale ma come essenziale opportunità nazionale.
Siamo qui ad attenderLa per il G20, perché Lei possa ancora una volta, come in precedenza, superando barriere e divieti, lasciarsi accogliere dai sorrisi e dall’abbraccio rispettoso di una folla di donne e di uomini di Matera, distribuendo indimenticabili strette di mano. Io ero lì accanto a Lei, con Christine Lagarde e Pierre Moscovici, segnato dalla fascia tricolore, stupito della Sua temeraria immersione in una folla composta e plaudente.
La aspettiamo nella Città dei Sassi da Presidente del Consiglio perché possa ricevere ancora una volta il calore affettuoso di una delle città più antiche del mondo, oggi cantiere di economia creativa.
Superando storiche inerzie e giustificate denuncie sono certo che coglierà l’eccezionale momento per il Mezzogiorno, in quanto la dimensione finanziaria del recovery fund rappresenta la fonte di formazione e di accumulazione del capitale di investimento necessario per abbattere il divario fra le due Italie.
Infatti, il Piano Nazionale di Ripresa e di Resilienza (PNRR) potrebbe risolvere alla radice il problema degli introvabili o dirottati capitali per il Sud quali condizioni imprescindibili per il superamento dello squilibrio fondamentale del Paese. Ciò sarà possibile se la ripartizione delle risorse rispetterà i criteri fissati dal Parlamento Europeo, stabiliti in popolazione, divario del PIL e disoccupazione. Rispettando tali parametri, la scelta sulla destinazione degli investimenti appare obbligata perché il meridione necessita non solo di vaccini sanitari, ma di un complesso di azioni dirette a trasformare la sua economia in senso innovativo e sostenibile e a fermare la drammatica emorragia di capitale umano generata dal sottosviluppo economico.
Contro ogni visione “consumistica” della programmazione, sono convinto che il Suo programma pluriennale di spesa pubblica straordinaria vivrà le tensioni realiste e solidali dei Menichella e dei Giordani, che portarono alla istituzione della Cassa per il Mezzogiorno, trovando in Alcide De Gasperi l’autorevole centro politico di gravità e la barriera contro le irresponsabilità dei partiti.
Oggi, nel Sud, è tempo di sconfiggere l’asfissia di futuro con un piano di rilancio capace di affermare, come principio, che la nuova autonomia economica del Mezzogiorno passa attraverso il forte rapporto tra identità e tecnica, tra autenticità e innovazione.
Va, comunque, chiamata alla sua responsabilità la classe dirigente meridionale perché esprima un patto convinto di adesione a questo nuovo rivoluzionario corso per non smarrire il tempo della storia, per affermare la politica come assunzione collettiva di responsabilità e per impedire l’apocalisse del Mezzogiorno.
Il mio non è un messaggio visionario, ma è frutto di una vissuta esperienza, perché Matera ha dimostrato, con risultati concreti e tangibili, che oggi vince una società orientata alla produzione della conoscenza e della innovazione, vince il territorio dove la piattaforma sociale della innovazione è la cultura. In questo contesto Matera ha immaginato un progetto di vita, di società, di valori, di organizzazione, di economia possibile senza la paura di partire dal Sud, superando il timore di rimanere Sud di fronte all’Europa.
Con energia mettiamo in campo i traguardi raggiunti, prima della neutralizzante pandemia, quali concreti elementi, a disposizione del Suo vocabolario progettuale.
Nel ringraziarLa per il lavoro che dovrà dedicare per ricomporre l’unità nazionale, con stima e cordialità Le rivolgo un caloroso arrivederci a Matera.