Specie nell’anno del Covid e dell’emergenza socio-economica i CAF-Cia attraverso il loro radicamento territoriale hanno svolto un ruolo centrale di tutela ed assistenza di migliaia di contribuenti e cittadini lucani non solo agricoltori e intendono rafforzare l’attività per la ripartenza dal territorio. E’ quanto sottolineato nell’evento del CAF-Cia “Per le persone, per le Comunità”connumerosi dirigenti e funzionari della confederazione ma anche ospiti che si sono alternati per illustrare esperienze e proposte.
“Possiamo parlare -ha spiegato il direttore del CAF-Cia, Maurizio Scaccia- della giornata della consapevolezza per quanto riguarda l’importanza del nostro ruolo e del presidio territoriale che rappresentiamo, garantendo a milioni di cittadini di poter usufruire di servizi e agevolazioni da parte della pubblica amministrazione”.
Una vera e propria missione fondamentale quella dei CAF, testimoniata dal fatto che il 98% degli utenti di CAF-Cia, in un recente questionario, hanno affermato di non voler fare a meno del supporto offerto da questo tipo di realtà e magari sostituirlo con altre forme di rapporto con la PA. “Questa giornata di dialogo con la politica e le istituzioni -ha detto il presidente del CAF-Cia, Alessandro Mastrocinque- ci dice che per crescere e affermare il nostro ruolo sui territori, dobbiamo continuare a lavorare come stiamo facendo, con questo spirito di proposta e interlocuzione”.
In Basilicata accrescere i servizi degli sportelli oltre che del Caf del Patronato Inac e soprattutto consolidare il Polo dei servizi integrati del sistema Cia che prevede la sinergia tra il patronato, il Caf e l’associazione pensionati Anp, rappresenta un nuovo modo di interpretare l’azione sindacale in agricoltura e nei territori per dare ai cittadini tutte le risposte di cui hanno bisogno. Caf e patronato Inac, soprattutto nelle aree rurali, diventano indispensabili per facilitare il collegamento tra il cittadino e lo Stato.Per la Cia è indiscutibile la centralità e l’importante funzione degli Istituti di Patronato e dell’Inac, in particolare, in realtà come la Basilicata che presenta livelli demografici bassi, oltre a numerosissime frazioni e borghi rurali.
“Dopo un anno di pandemia – sottolinea il presidente nazionale di Cia-Agricoltori Italiani, Dino Scanavino- è evidente che istituzioni e intermediari come il CAF, devono ricostruire il rapporto con i cittadini. Va riprogettato trovando un nuovo terreno di scambio e funzionalità. Occorre uscire dalla mera produzione dei servizi ed entrare nell’ambito della consulenza: informare, formare e guidare famiglie e imprese. Per farlo – aggiunge Scanavino- sono necessarie strutture con competenze adeguate e in grado di dare garanzie. Il mondo agricolo, in questo senso, è pronto a fare la sua parte, avendo già dimostrato con il Covid di saper affrontare il cambiamento da protagonista. Il ruolo strategico dei CAF va affiancato alla centralità di agricoltura e aree rurali come sosteniamo da tempo con il progetto Cia “Il Paese-la Basilicata che Vogliamo”.
Feb 24