Dopo il passaggio del sindaco di Bernalda Domenico Tataranno dal PD alla Lega si registra l’intervento del PD Bernalda e Metaponto. Di seguito la nota integrale.
Siamo sempre più sconcertati per quanto sta accadendo a Bernalda, la politica è demandata alla rete, peccato che non sia di relazioni ma eterea, i social ci danno la notizia di un fervore e prese di posizione che in meno di 24 ore si ribaltano o di pseudo sacrifici senza gocce di sudore, fatto è che anche il primo cittadino ha demandato ai social l’annuncio del passaggio politico nelle fila del Carroccio, e prima ancora di un confronto diretto, ad ora ancora non concesso, l’invito rivolto dal Sindaco ieri sera è stato solo ai consiglieri eletti e non, mentre nel frattempo vediamo ricche interviste, sì discutibile la modalità ma soprattutto i contenuti. Non ritenendo doveroso, nonché necessario un confronto politico con l’unico partito alleato, il primo cittadino o sottovaluta o sminuisce il peso della sua scelta, in netta contrapposizione con le scelte fatte per la campagna elettorale. Ci preme ricordare l’animosità con cui in campagna elettorale Tataranno precisava la sua scelta di alleanza politica “esclusiva” con il PD, l’unico partito con cui ha ritenuto di voler interloquire per condividere il rilancio del secondo mandato all’insegna del valore aggiunto di una visione politica più strutturata, a sostegno di una compagine di natura civica, di cui prendeva atto della necessità di un salto di qualità dopo il primo mandato. Irremovibile sulla necessità di preservare la natura civica della coalizione, connotata da un Sindaco, che apartitico, garantiva in primis una gestione amministrativa che non subisse beghe e farraginosità di partiti politici. Il PD non ha avuto timore ad aderire alla coalizione rinunciando ad apposizione di simboli e bandiere, pur rendendo da sempre palese ed evidente l’alleanza come partito e, tutelando una condivisione di merito sugli indirizzi programmatici politici. Non ci appassionano le disquisizioni da statistica creativa con cui si vuole, in tutti i modi e all’occorrenza, delineare la connotazione politica della maggioranza vincitrice nella competizione elettorale del 2019. Sarebbe svilente considerare il suffragio elettorale una sommatoria di consensi individuali, che non può certo prescindere dalla natura della compagine politica e della proposta programmatica. E’ irrispettoso nei confronti dell’elettore anche solo pensare che orienti il suo voto a prescindere dalla connotazione politica della proposta e non sono certamente i simboli di partito che la identificano, sarebbe opportuno quindi chiedersi se avrebbe avuto lo stesso consenso elettorale come esponente della Lega o a questo punto come mai ha tenuto ad inneggiare a tutti i costi un civismo puro senza appartenenze partitiche, negando la propria fede politica in una dura lotta contro i competitors, a questo punto più affini. L’orientamento politico del singolo pur in una compagine plurale si delinea nell’azione di governo, che annulla o esalta la fede politica personale. Il Sindaco precisa di avere avuto sempre idee di centrodestra, che a quanto pare si continuano a spostare sempre più a destra, ma non chiarisce però il suo strabismo politico o la coabitazione di tali contrapposti orientamenti di fede e di azione. Il PD in questa prima fase, senza negare le difficoltà, legate alla continua reticenza, ha sempre teso la sua azione alla tutela di programmi di politica sociale e di modernizzazione e sviluppo, di equità ed efficienza nell’interesse del bene comune. A questo punto, chiariamo che Bernalda non si trova nelle condizioni emergenziali che solo lontanamente richiamano alla necessità di un governo di “salute pubblica” come quello nazionale, ma in un governo assolutamente ordinario in cui è incompatibile già la sola coabitazione con una componente politica di estrema destra, a maggior ragione con un’azione amministrativa che si possa ridefinire con una connotazione di destra. Di conseguenza, a gran maggioranza il Circolo PD di Bernalda e Metaponto ha condiviso quanto sia ormai fondamentale ed imprescindibile la definizione della natura politica in seno al massimo organismo politico dell’intera maggioranza. Il Consiglio comunale deve definire la sua identità con limiti e confini chiari, soprattutto la maggioranza che non può considerarsi più uniforme ed omogenea sotto una guida non più super partes ed un patto di alleanza snaturato, ma con un dato di fatto, il PD costituirà il proprio gruppo consiliare e l’assessore del PD Antonella Marinaro ha rimesso già dalle prime ore dalla notizia la sua nomina nelle mani del Segretario, ciò per ribadire che non è la posizione del PD che deve essere chiarita, ora si valutino le condizioni di consistenza e natura di una maggioranza che ha già dietro la porta gli zoccoli scalpitanti di un’opposizione pronta a fare i gregari, chi ci sarà ad accoglierli? Non certo il PD.