A marzo 12 pagine dedicate con servizi, interviste, approfondimenti. Il mensile francescano ripercorre il cammino di Antonio lungo la penisola a 800 anni dal suo arrivo. Ogni mese una regione toccata dal Santo e un tema a lui caro che la contraddistingue
Si parla del Creato, la nostra casa comune, e della sua custodia nello speciale di 12 pagine del «Messaggero di sant’Antonio» dedicato alla Basilicata, nuova “tappa” a marzo di quel cammino ideale che ripercorre i “Passi di Antonio” lungo la nostra penisola a 800 anni dal suo arrivo.
«Liberata dal rapporto di proprietà, la creazione diventa, paradossalmente, metafora della ricomposizione, del ricongiungimento, della fraternità. Anche con chi deve ancora venire, le generazioni future, a nome e per conto delle quali noi abbiamo ricevuto in deposito tutto questo ben di Dio», commenta fra Fabio Scarsato, direttore responsabile della rivista, in “Due passi nel bosco”, introduzione alle pagine sulla Basilicata. «All’interno di questo paesaggio così percepito e vissuto, ognuno di noi può riconoscere tutte le creature nel loro esistere, e contemporaneamente intravedervi la loro origine divina, rispettare e accogliere il loro “essere” prima del loro “essere utili”, senza l’ossessione di costi, ricavi, proprietà. L’approccio di lode e meraviglia, di gratitudine e riconoscenza è perciò il primo “gesto” ecologico antoniano e francescano».
Con servizi, interviste, approfondimenti, il mensile antoniano declina il grande tema dell’ecologia integrale in questa regione «bellissima e martoriata» dal punto di vista ambientale, per dirla con le parole di uno dei protagonisti di questo viaggio, don Giuseppe Ditolve, ex parroco di Pisticci Scalo oggi alla guida della parrocchia di San Giuseppe Lavoratore nel quartiere ex Snam, in prima linea nella difesa del Creato. Da anni il sacerdote invita a pregare per i compaesani morti di tumore, leggendo a uno a uno i loro nomi durante una particolare messa: 369 dagli anni ’70, quasi 200 negli ultimi dieci anni, in larga parte operai di aziende chimiche del comprensorio dove ancora oggi vengono trattate le acque di scarto dell’estrazione del petrolio. «Purtroppo, il petrolio da circa mezzo secolo alimenta l’ingordigia delle multinazionali. Esse si sono installate, inquinando zone che un tempo producevano buoni alimenti e buon vino e contaminando tanta parte della nostra acqua – denuncia il parroco – Dovremmo essere una delle regioni più ricche d’Italia e, invece, degli oltre 30 mila giovani lucani che vanno a studiare in giro per l’Italia, solo 4 mila fanno ritorno a casa. Per gli altri qui non c’è speranza di futuro, perché non ci sono strategie di sviluppo che prescindano dal petrolio». Eppure anche in questa terra ci sono ragazzi che hanno deciso di non emigrare per difendere i diritti alla salute, al lavoro, al patrimonio ambientale. Sono loro le «sentinelle del futuro» di questa terra, come racconta Nicoletta Masetto in “Pisticci Scalo. Sentinelle del futuro”.
Una di questi giovani è Raffaella Irenze, imprenditrice agricola e seed saver, tornata nella sua terra per custodirla. Insieme a lei, Coldiretti, Cooperativa Adan, Ce.St.Ri.M. e Comune di Sasso di Castalda, realtà unite che hanno avviato un progetto sociale che ingloberà tutto il territorio regionale nella produzione di erbe officinali. Coinvolti piccoli comuni, zone rurali e svantaggiate, associazioni e aziende agricole duramente colpite dal covid, con l’obiettivo di conservare aree ad alto valore naturale, salvaguardando e valorizzando la biodiversità legata al paesaggio rurale.
Un progetto che Caritas Sant’Antonio ha “adottato” come segno tangibile di questo simbolico nuovo passaggio di Antonio nel territorio e che anche i lettori potranno sostenere tramite la onlus antoniana (sempre Masetto in “Custodire la terra”).
Andrea Semplici in “La pazienza di Rotonda” infine si sofferma sulle antiche feste arboree del Pollino in onore di sant’Antonio, che trovano in quella della cittadina di Rotonda, alla fine della Valle del Mercure, il loro apice. Lo scorso anno la pandemia ha impedito il tumultuoso rito dei boschi nel giorno del Santo. Ma la fede dei paesani sa che tornerà, perché la devozione è la forza che consentirà a questa comunità di riprendere questo particolarissimo omaggio ad Antonio.
Il «Messaggero di sant’Antonio» è media partner del progetto “Antonio 20-22”, con cui la Provincia Italiana di S. Antonio di Padova dei frati minori conventuali vuole ricordare gli ottocento anni della vocazione francescana di Antonio e del suo incontro con Francesco d’Assisi (“Antonio 20-22” è in fase di rimodulazione del proprio calendario a causa degli eventi pandemici). Mese dopo mese sulla rivista le pagine “Sui passi di Antonio” e “Antonio oggi” saranno dedicate a una differente regione italiana (o a un territorio antoniano significativo) e declinate attraverso un tema caratterizzante e un luogo di devozione popolare legato al Santo, ripercorrendo idealmente il cammino fatto da Antonio in Italia.