Lunedì 8 marzo 2021, in occasione della giornata internazionale dei diritti della donna, sulla pagina Facebook, Matera Città per le Donne, si terranno due incontri che avranno al centro l’universo femminile, per ricordare sia le conquiste sociali, economiche e politiche, sia le discriminazioni e le violenze di cui le donne sono ancora oggetto in quasi tutte le parti del mondo.
Alle ore 18.00 Annarita Briganti, scrittrice, traduttrice e giornalista culturale per Repubblica e Donna Moderna, presenta il suo ultimo libro “Coco Chanel. Una donna del nostro tempo (Cairo editore).
La storia di ogni grande donna è la storia delle sue guerre: Gabrielle Bonheur Chanel è stata una donna fuori dagli schemi, che ha affermato l’indipendenza del suo pensiero stravolgendo le regole sociali dell’epoca in cui ha vissuto, colei che ha rotto il soffitto di cristallo maschile e ha detto “L’atto più coraggioso è pensare con la propria testa. A voce alta” .
La prima capitana d’industria della Storia che ricopriva un ruolo, allora, considerato maschile e che faceva lavorare le donne, un “Monumento internazionale” che ha determinato il suo tempo e che continua a guidarci, che un secolo fa ha messo alle donne i pantaloni, le ha liberate dai corsetti, dalle crinoline, e ha fatto capire a tutte come l’indipendenza economica e il realizzarsi anche nel lavoro siano fondamentali.
Dialoga con l’autrice Isabella D’Alessandro.
Alle ore 18.30, Barbara Poggio, prorettrice alle Politiche di Equità e Diversità dell’Università di Trento e coordinatrice del Centro Studi interdisciplìnare di genere, dialogherà con Nicky Persico sul tema
” Educare alle relazioni di genere”.
L’educazione di genere traduce la base teorica nell’agire pratico. Nonostante i molti cambiamenti avvenuti, la società in cui viviamo continua ad essere caratterizzata da significativi squilibri di genere, che hanno profonde radici culturali. Gli squilibri riguardano una molteplicità di ambiti: dalla famiglia al lavoro, dall’economia alla politica, dalla medicina allo sport, dai media alla tecnologia, solo per citarne alcuni. La recente pandemia ha, in tal senso, rappresentato una lente di ingrandimento di tali fenomeni.
L’adozione di una lente di genere ci consente di comprendere la genesi e la persistenza di molti di questi processi, mettendone in evidenza la natura sociale e culturale e consentendo di delineando strategie di cambiamento. Tra queste, un ruolo particolarmente importante è giocato dal lavoro educativo, soprattutto con le generazioni più giovani, che può consentire di porre le basi per un superamento delle disuguaglianze sociali in termini di opportunità, sia di contrastare fenomeni drammatici come quello della violenza di genere.
Interverranno Simona Bonito, Isabella D’Alessandro, Lucia Maffei e Ivana Pipponzi.