8 marzo, il messaggio del presidente Bardi per la Giornata Internazionale della Donna. Di seguito la nota integrale.
“L’8 marzo è sempre stata una giornata importante per me come padre, come marito, come uomo e, oggi, come rappresentante della massima istituzione territoriale. Ma lo è ancora di più oggi, in un periodo particolarmente difficile come quello che stiamo attraversando, nel quale sono tantissime le donne che sono impegnate a fronteggiare il contagio, a prendersi cura delle persone più fragili, a prendersi cura nella scuola delle ragazze e dei ragazzi costretti nelle loro abitazioni, a prendersi cura negli ospedali e nelle terapie intensive di chi sta lottando con il virus.
E’ innanzitutto a loro che vorrei dedicare questa giornata, in particolare alle tante donne, infermiere, personale medico, dirigenti sanitari che ancora una volta sono costrette a mettere in campo ogni sforzo possibile per lo svolgimento della loro professione e, in tanti casi, contemporaneamente, per prendersi cura della propria famiglia.
Ho sempre ritenuto che l’8 marzo sia una ricorrenza giusta, e che non debba rappresentare solo una occasione di festa, ma anche e soprattutto per riflettere sui grandi passi in avanti fatti nella uguaglianza di genere, ma anche e soprattutto sulle tante cose ancora da fare. Concretamente, e non solo a parole. Le parole vanno usate con parsimonia se non sono seguite da fatti concreti.
Noi ci stiamo provando. Ad esempio, con il voucher per la conciliazione Valore Donna con cui la Regione Basilicata intende aiutare le donne che hanno difficoltà a restare nel mercato del lavoro in maniera continuativa, perché impegnate in specifici ruoli di cura (figli minori di 14 anni, genitori o altri parenti anziani/disabili e bisognosi di assistenza continuativa), ma che riuscirebbero a svolgere tali attività, se avessero nel contempo aiuti e risorse sufficienti a pagare chi possa svolgere gli stessi ruoli di cura in vece loro, attraverso l’erogazione di un aiuto economico nella forma di un voucher di conciliazione.
C’è ancora tanto da fare. I numeri sono ancora impietosi sulla differenza fra uomini e donne in relazione a stipendi, incarichi pubblici e privati, condizioni di lavoro e così via.
Bisogna fare di più, tutti insieme. E ribadisco tutti insieme, con un protagonismo molto più attivo degli uomini.
Infine, aderisco volentieri all’appello del giornalista Salvatore Giannella, di dedicare una strada dei comuni lucani a Teresa Petrone, madre di Rocco, che da Sasso Di Castalda raggiunse l’agenzia spaziale americana per mettersi alla guida della missione Apollo che ha portato nel ’69 il primo uomo sulla Luna.
Una storia da cui abbiamo tanto da imparare, come persone e come uomini”.